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L’origine della scrittura in Mesopotamia è legata ai disegni incisi su antichi sigilli cilindrici

I motivi presenti su cilindri in pietra risalenti a seimila anni fa corrispondono ad alcuni segni della scrittura proto-cuneiforme emersa nella città di Uruk, nel sud dell’attuale Iraq, attorno al 3.350-3.000 avanti Cristo. La scoperta, realizzata da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, offre un punto di collegamento diretto nella transizione dalla preistoria alla storia

Esempio di un sigillo cilindrico con il relativo disegno impresso su una tavoletta d’argilla (Credit Franck Raux © 2001 GrandPalaisRmn – Musée du Louvre)

All’origine della scrittura in Mesopotamia ci sono le immagini impresse da antichi sigilli cilindrici su tavolette e altri manufatti d’argilla. La scoperta arriva da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna che ha individuato una serie di corrispondenze tra i motivi incisi su questi cilindri, risalenti a circa seimila anni fa, e alcuni segni della scrittura proto-cuneiforme emersa nella città di Uruk, nel sud dell’attuale Iraq, attorno al 3.000 avanti Cristo.

Lo studio – pubblicato sulla rivista Antiquity – apre nuove prospettive sulla comprensione della nascita della scrittura e potrebbe aiutare i ricercatori non solo a ottenere nuove informazioni sui significati dei motivi incisi sui sigilli cilindrici, ma anche a decifrare i tanti segni ancora sconosciuti del proto-cuneiforme.

“Il salto concettuale che ha permesso il passaggio dal simbolismo alla scrittura vera e propria è uno sviluppo fondamentale per le tecnologie umane”, spiega Silvia Ferrara, professoressa al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna, che ha coordinato il gruppo di ricerca. “I risultati di questo studio sono un punto di collegamento nella transizione dalla preistoria alla storia: mostrano infatti come alcune immagini di epoca ancora preistorica vennero incorporate in uno dei primi sistemi di scrittura ideati dall’uomo”.

Tra le prime città che nacquero in Mesopotamia, Uruk fu un centro di grandissima importanza nel corso di tutto il quarto millennio avanti Cristo: la sua influenza coinvolse un’ampia regione che si estende dal sud-ovest dell’Iran fino al sud-est della Turchia.

È in quest’area che nacquero i sigilli cilindrici. Realizzati di norma in pietra e incisi con una serie di disegni, questi cilindri venivano fatti rotolare su tavolette d’argilla, che restavano così stampate con il motivo disegnato.

A partire dalla metà del quarto millennio avanti Cristo, i sigilli cilindrici venivano utilizzati come parte di un sistema per gestire la contabilità, grazie al quale era possibile tenere traccia della produzione, stoccaggio e trasporto di diversi beni di consumo, in particolare prodotti agricoli e tessili.

In questo contesto si inserisce la comparsa del proto-cuneiforme: una forma arcaica di scrittura composta da centinaia di segni iconografici, più della metà dei quali restano ancora oggi da decifrare. Così come i sigilli cilindrici, anche il proto-cuneiforme era utilizzato per gestire la contabilità, ma la sua presenza è attestata in un’area più limitata, per lo più nel sud dell’Iraq.

“La stretta relazione tra l’antico sistema dei sigilli e l’invenzione della scrittura in questa regione è riconosciuta da tempo, ma fino ad oggi non era mai stata esplorata a fondo la connessione specifica tra le immagini incise sui cilindri e i segni del proto-cuneiforme”, dice Ferrara. “È proprio questa la domanda da cui siamo partiti: quanto hanno contribuito i disegni presenti sui sigilli cilindrici all’ideazione dei segni che compongono il primo sistema di scrittura nato in quest’area?”

Per cercare una risposta, gli studiosi hanno comparato in modo sistematico i motivi incisi sui cilindri con i segni del proto-cuneiforme, cercando correlazioni che potessero mostrare relazioni dirette non solo nella forma grafica ma anche nel significato.

“Siamo partiti concentrandoci sulle immagini nate prima della comparsa della scrittura e ne abbiamo seguito lo sviluppo fino al periodo proto-letterato”, aggiungono Kathrtyn Kelley e Mattia Cartolano, entrambi ricercatori dell’Università di Bologna e coautori dello studio. “In questo modo siamo riusciti a identificare una serie di motivi legati al trasporto di stoffe e vasellame che si sono poi trasformati in segni corrispondenti del proto-cuneiforme”.

Una scoperta che mostra per la prima volta un collegamento diretto tra il sistema dei sigilli cilindrici e l’invenzione della scrittura, offrendo nuove prospettive nello studio dell’evoluzione dei sistemi simbolici e di scrittura.

“I risultati che abbiamo ottenuto provano che i motivi incisi sui sigilli cilindrici sono direttamente collegati allo sviluppo del proto-cuneiforme nel sud dell’Iraq”, conferma Silvia Ferrara. “E mostra in che modo il significato inizialmente connesso a quei disegni venne trasferito all’interno di un sistema di scrittura”.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Antiquity con il titolo “Seals and signs: tracing the origins of writing in ancient South-west Asia”. Gli autori sono Kathryn Kelley, Mattia Cartolano e la professoressa Silvia Ferrara del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna.

 

Dida immagine: Esempio di un sigillo cilindrico con il relativo disegno impresso su una tavoletta d’argilla (Credit: Franck Raux © 2001 GrandPalaisRmn – Musée du Louvre)

















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