Come auspicavamo alla vigilia, l’ Emilia Romagna si conferma regione saldamente ancorata ai valori e ai principi della Costituzione repubblicana e a un modello che negli anni ha saputo coniugare vivacità del sistema manifatturiero e protagonismo di lavoratrici e lavoratori. Questo risultato è certamente positivo ma non ci deve fare accantonare le riflessioni rispetto all’ombra nera che avvolge sempre più spesso la democrazia nel nostro paese e ormai anche nella nostra regione, mi riferisco al fenomeno dell’astensione, fenomeno che sempre più riguarda le masse popolari, coloro che si sentono esclusi dalla partecipazione dai meccanismi decisionali, dalla ripartizione del benessere e della ricchezza prodotti e che , per ragioni da analizzare e affrontare, non riconosce più nell’agone democratico il terreno per la risoluzione dei propri problemi.
Credo che di questa preoccupante realtà il Presidente neoeletto – al quale vanno le nostre congratulazioni e i nostri auguri di buon lavoro – debba assolutamente tener conto nell’ordinare sin dall’inizio la propria agenda provando a dare una risposta alle tre crisi più acute che attanagliano anche la nostra regione: quella manifatturiera con il rischio di una progressiva desertificazione industriale, le difficoltà del nostro sistema di welfare e in particolare della sanità pubblica e una crisi ambientale e climatica che solleva fondamentali riflessioni anche riguardo al modello di sviluppo adottato.
Alla vigilia del voto de Pascale aveva garantito a Cgil, Cisl e Uil la conferma del metodo del Patto per il lavoro e per il clima e la disponibilità ad aggiornarlo al mutato contesto sociale regionale, lavoreremo quindi sin dai primi giorni per conseguire questo obiettivo e per manutenere un Patto che, come dimostra il voto, deve dare risposte anche a persone che si sentono sempre più escluse.