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La sanità modenese mobilitata per proteggere le donne

I servizi Ausl, da LDV ai Consultori: accanto ai Pronto soccorsi, importante l'accoglienza e la prevenzione, con iniziative sui bambini e i giovani. Senza dimenticare l’azione sugli autori di violenza

Michael Fanizza e Daniela Spettoli

L’art. 3 della Convenzione di Istanbul del 2011 definisce la violenza contro le donne come “una violazione dei diritti umani e una discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà sia nella vita pubblica che nella vita privata”.

In Italia, il fenomeno della violenza riguarda una donna su tre, e il maltrattamento avviene spesso per opera del partner o dell’ex partner. La violenza contro le donne determina importanti conseguenze, sia a livello individuale che sociale ed ha un rilevante impatto di tipo sanitario, per chi la subisce, sia a livello fisico che psicologico. Esistono diverse tipologie di violenza: quella fisica e quella psicologica, lo stalking, la violenza sessuale, economica e anche la cosiddetta violenza “assistita”, che purtroppo coinvolge quei minori che vivono in case dove si verificano episodi di violenza.

L’impegno dell’Ausl di Modena per contrastare le diverse forme di violenza contro le donne è dunque un impegno ad ampio raggio, in integrazione stretta con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e l’Ospedale di Sassuolo Spa:

1) All’interno dei Pronto Soccorso degli ospedali, contesto sanitario che incontra più frequentemente il maggior numero di donne vittime di violenza, ci sono specifici percorsi di “triage” per le donne che accedono per ricevere assistenza legata a problematiche di violenza domestica. I professionisti che lavorano in Pronto Soccorso sono formati per riconoscere anche la violenza non esplicitata e sono in grado di accompagnare la persona a identificarla e comunicarla, fornendo anche informazioni utili sui servizi/associazioni del territorio che possono aiutarle ad uscire da situazioni di violenza.

2) Nei Consultori Familiari lavorano equipe multidisciplinari di professionisti, formate da medici, ostetriche e psicologhe che, tra le varie attività, si occupano anche della presa in carico delle donne che richiedono di attivare un percorso di supporto per uscire da situazioni di violenza in raccordo con la rete territoriale provinciale. Si effettua inoltre uno screening per individuare episodi di violenza durante la gravidanza, periodo particolarmente delicato per i rapporti dentro il nucleo familiare.

3) I professionisti degli Spazi Giovani, servizi presenti nei consultori familiari riservati alle ragazze e ai ragazzi dai 14 ai 19 anni, insieme ad altre istituzioni/associazioni territoriali, si occupano di attività di prevenzione della violenza realizzando, nelle scuole della provincia, percorsi di informazione, formazione e sensibilizzazione sull’importanza di adeguate relazioni affettive tra i bambini/e, ragazzi/e e sulla necessaria parità tra i generi. Tra questi, la modalità della educazione tra pari (peer education) rende gli studenti soggetti attivi della formazione ai loro coetanei attraverso un percorso di sostegno e collaborazione degli adulti. Per la scuola d’infanzia e la scuola primaria è invece attivo dal 2021 il progetto “Scuola delle emozioni”, nato dalla collaborazione tra Ausl e Ufficio scolastico provinciale.

4) I professionisti del Centro LDV – Centro di accompagnamento al cambiamento per uomini si occupano della presa in carico degli uomini maltrattanti.

 

SCHEDA 1 – Le tipologie di violenza

violenza fisica: qualsiasi atto volto a far male o a spaventare. Non solo inteso come aggressione fisica che causa ferite tali da richiedere un intervento medico d’urgenza, ma anche il contatto fisico che ha l’intento di creare un vero e proprio clima di terrore, come ad esempio spingere, afferrare, torcere le braccia, schiaffeggiare, mordere, pizzicare, prendere a calci, tirare i capelli, prendere per il collo etc.;

violenza psicologica: comprende le minacce, i ricatti alla donna o ai suoi figli, le umiliazioni pubbliche o private, i continui insulti, il controllo e le imposizioni delle scelte, il ridicolizzare;

violenza sessuale: ogni forma di coinvolgimento in attività sessuali imposte. Può avvenire all’interno di un rapporto di coppia, attraverso l’imposizione alla donna di rapporti sessuali indesiderati e può avere diversi aspetti: la costrizione al rapporto può realizzarsi con il ricorso all’uso della forza o con ricatti psicologici. Questo tipo di violenza comprende anche il mettere in ridicolo i comportamenti sessuali della donna e le sue reazioni, il fare pressioni per l’utilizzo o la produzione di materiale pornografico, la costrizione a rapporti con altre persone;

violenza economica: riguarda tutto ciò che direttamente o indirettamente costringe o contribuisce a mantenere una donna in una situazione di dipendenza economica, anche attraverso i ricatti, quando non ha i mezzi economici sufficienti per sé e/o per i propri figli;

stalking: è una vera e propria forma di persecuzione prolungata nel tempo che fa sentire la vittima controllata, in uno stato di tensione e di pericolo costante. In genere avviene al termine di una relazione o nel caso in cui non si siano ricambiati i sentimenti. Si manifesta con telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte, pedinamenti, appostamenti, intrusioni nella vita lavorativa e in quella privata, insulti etc.;

violenza assistita: questo termine è utilizzato soprattutto in riferimento ai minori che assistono alla violenza. Riguarda quelle situazioni in cui bambini/e o adolescenti assistono ad un episodio di violenza fisica, verbale, psicologica o sessuale compiute su persone di riferimento o comunque significative, siano esse adulte che minori.

 

SCHEDA 2 – Il Centro LDV

Nato nel 2011, il Centro Liberiamoci dalla violenza (LDV) dell’Azienda USL di Modena è stato il primo in Italia ad essere gestito da un’istituzione pubblica. Rivolto agli uomini autori di maltrattamenti, adotta il modello di trattamento utilizzato presso il Centro “Alternative to Violence” di Oslo che è il più consolidato in Europa.

In 13 anni di attività, dalla sua apertura fino al 30 giugno 2024, presso LDV con sede presso il consultorio familiare di viale don Minzoni 121 Modena, hanno avuto accesso 627 uomini i trattamenti conclusi effettuati da psicologi specificatamente formati sul tema sono stati 214. Nel primo semestre 2024 il Centro ha effettuato 25 nuove prese in carico.

L’accesso è gratuito e su base volontaria. Il percorso, individuale o di gruppo, dura circa un anno, durante il quale gli psicologi del Centro accompagnano gli uomini maltrattanti ad avere consapevolezza e ad assumersi la responsabilità dei comportamenti agiti e delle conseguenze che hanno comportato su partner e figli, e li supportano verso un cambiamento.

Oltre all’accesso volontario, dal 2019 è in atto un protocollo con la Questura di Modena che, in base ad indicazione normative, prevede l’invio a LDV degli uomini ammoniti dal Questore per violenza domestica e stalking. Una convenzione è in atto anche con l’Ufficio UEPE (Esecuzione Penale Esterna) del Ministero di Grazia e Giustizia. Anche all’interno dell’Istituto Penitenziario di Modena è in atto un percorso trattamentale con gli uomini detenuti.

 

SCHEDA 3 – Prevenzione e sostegno nei Consultori

In ogni Distretto sanitario da Pavullo a Mirandola le donne vittime di violenza possono trovare accoglienza e supporto da parte di psicologhe che le ascoltano e le accompagnano verso il percorso più appropriato all’interno dei diversi nodi della rete provinciale a contrasto della violenza, invitandole anche al contatto con i centri antiviolenza territoriali, le forze dell’ordine, i servizi sociali. Nel primo semestre 2024 gli accessi di donne vittime sono stati 132.

Poiché i dati Istat hanno evidenziato che la violenza contro le donne appare particolarmente aumentata durante la gravidanza, è stato introdotto nel 2016 un percorso di screening che, attraverso domande ripetute periodicamente, permette di identificare situazioni di violenza o di rischio in questa particolare fase per la coppia e per la donna, e così offrire – con la collaborazione dei diversi servizi territoriali esistenti – percorsi di protezione e sicurezza. Da gennaio a giugno 2024 o screening nei diversi consultori familiari della provincia è stato effettuato a 2.192 donne.

Da alcuni anni è si effettua, in integrazione con la Consigliera di parità, ciclo di incontri ‘Gocce di latte e di diritti’ organizzato dai Consultori dell’Azienda USL di Modena con l’obiettivo di dare a genitori, o futuri genitori, informazioni utili sui loro diritti in ambito lavorativo, per poter effettuare scelte familiari adeguate e potersi reciprocamente aiutare nella crescita e accudimento dei figli.

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Nella foto: Michael Fanizza, psicologo-psicoterapeuta Centro LDV dell’Azienda USL di Modena e Daniela Spettoli, Direttrice dei Consultori dell’Azienda USL di Modena

 

















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