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Francesca Federzoni, vicepresidente di Legacoop Estense, interviene a New Delhi alla Conferenza Globale delle Cooperative

Nell'intervento della presidente di Politecnica Building for Humans, l’esperienza delle cooperative di progettazione: “un’eccellenza italiana che valorizza il lavoro dei professionisti”

È in corso a New Delhi, dal 25 al 30 novembre, la Global Cooperative Conference 2024 dell’International Cooperative Alliance, l’associazione internazionale che rappresenta le imprese cooperative: un evento di rilevanza mondiale per confrontarsi sul ruolo fondamentale delle cooperative nel creare un ecosistema normativo e imprenditoriale favorevole, promuovere una prosperità inclusiva e sostenibile, affrontare sfide globali come disuguaglianze sociali e cambiamento climatico. Il programma dell’evento prevede, tra i momenti più salienti, il lancio dell’Anno Internazionale delle Cooperative dichiarato per il 2025 dalle Nazioni Unite.

A rappresentare Legacoop, che è stata invitata a contribuire in numerosi panel, anche Francesca Federzoni, presidente di Politecnica Building for Humans e vicepresidente di Legacoop Estense. Francesca Federzoni è intervenuta nella giornata del 27 novembre per portare l’esperienza delle cooperative di progettazione: “Un’eccellenza italiana che rappresenta un modello efficace di aggregazione dei professionisti. La prima esperienza di cooperative di progettazione nasce in Italia nel 1947, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Da allora a oggi le cooperative di progettazione sono cresciute in numero fino a diventare oltre 120 e muovono un fatturato di oltre 200 milioni di euro, che corrisponde ad un valore delle opere progettate di quasi 4 miliardi di euro. Tra queste Politecnica, di cui sono presidente, nata nel 1972 da 7 professionisti fondatori”. Oggi i professionisti che lavorano per Politecnica sono diventati più di 300 persone, con 46 soci, di cui il 45% donne ed una età media di 36 anni. Quattro le sedi in Italia (Modena Milano, Firenze e Roma) e uffici operativi in Danimarca, Romania, Belize, Guyana e Isole Grenadine.

“Le cooperative di progettazione – ha proseguito Federzoni – sono un modello particolarmente adatto allo sviluppo e alla crescita delle società di ingegneria, per diverse ragioni: la democrazia dei processi decisionali; l’intergenerazionalità, e quindi la custodia di know-how e il passaggio del sapere tra generazioni, che permette di ragionare ben oltre la vita professionale del singolo individuo. Caratteristiche che permettono di gestire al meglio la complessità dei progetti e in generale delle sfide del momento storico che stiamo vivendo. Vediamo allora che questo modello ben si applica alla progettazione del recupero di edifici storici vincolati, un’expertise di Politecnica e in generale della cultura del restauro tipica italiana, dove sono necessarie competenze trasversali per progettare strutture di consolidamento all’avanguardia ma rispettose della struttura originaria, integrando le più moderne ed efficienti tecnologie impiantistiche nel rispetto dell’edificio esistente. Quando le cooperative diventano eccellenze nel proprio settore di competenza si creano filiere virtuose, come nel caso del restauro dell’ala D delle gallerie degli Uffizi a Firenze, dove le cooperative di progettazione, costruzione e manutenzione hanno creato un operatore economico così forte da essere riusciti ad aggiudicarsi un lavoro il cui prestigio e livello di complessità non ha tanti eguali nel mondo”.

















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