Mercoledì 18 dicembre nella Casa residenza per anziani di via Vignolese si festeggia ancora una volta il traguardo delle cento candeline raggiunto da uno degli ospiti. A festeggiare i 100 anni di Dina Braglia, insieme a familiari, anziani e personale della struttura, ci sarà anche una rappresentanza dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, e la vicesindaca e assessora alla Sanità del Comune di Modena Francesca Maletti.
Nata in provincia di Reggio Emilia, appunto il 18 dicembre 1924, Dina cresce in una famiglia di contadini e all’età di vent’anni, sfidando la volontà del padre, diventa staffetta partigiana della 76esima Brigata squadre di Azione patriottica: gruppo nato per raccogliere armi, munizioni e viveri da trasportare nelle montagne reggiane a supporto dei partigiani. In sella alla sua bicicletta, Vetra (nome di battaglia datole da un ragazzino, anche lui partigiano) segnala ai combattenti provenienti da Carpi ogni possibile movimento delle truppe nemiche lungo la via per Scandiano, guidandoli nei punti segreti di raccolta.
Dopo la fine della guerra, Dina si dedica all’organizzazione di colonie estive per bambini e impara il mestiere di sarta. La sua vita cambia quando, decidendo di sposarsi con Franco, giovane modenese impiegato alla Fiat, si trasferisce a Modena. Il lavoro di sarta, svolto in città ben oltre la pensione, fino all’età di 96 anni, la porterà nel tempo a viaggiare in alcuni Paesi europei, accompagnando i responsabili dell’azienda per cui lavorerà per 30anni. Le trasferte di lavoro, in particolare, consentono a Dina di sviluppare una vera e propria passione per viaggi, libri e conoscenza di luoghi e persone, trasmettendola anche ai suoi familiari.
Oggi, alla soglia dei 100 anni, Dina non taglia più stoffe ma continua a usare sapientemente le forbici per piccoli lavoretti manuali, con l’orgoglio di chi può affermare, seppur limitatamente, ancora una propria indipendenza, e con lo stesso fervore di quando, da partigiana, in sella a una bici, ha lottato per la libertà.