Musica, sorrisi e passi di danza: una mattinata di intensa emozione ha caratterizzato la celebrazione dell’Ottantesimo anniversario dell’Eccidio di Fellegara, un evento che quest’anno ha assunto una connotazione nuova e vibrante, nel segno della memoria ma anche della vita. La cerimonia, parte integrante delle iniziative per l’80esimo anniversario della Liberazione dal Nazifascismo, ha visto la partecipazione di centinaia di persone – un pubblico mai così numeroso per questa commemorazione.
L’evento ha preso il via con il tradizionale corteo che, accompagnato dal gonfalone del Comune di Scandiano e dai rappresentanti dell’Anpi, ha raggiunto il cippo commemorativo sul ponte di Fellegara per la deposizione dei fiori in memoria delle quattro giovani vittime dell’eccidio: Renato Nironi, Nemo Gambarelli, Roberto Colli e Mario Montanari. Un momento di raccoglimento intenso, che ha anticipato il cuore della celebrazione.
Sul piazzale dell’Anfiteatro delle staffette partigiane, la memoria si è fusa con l’arte e la vitalità: sulle note di sei canzoni composte e interpretate da Roberto Colli, una delle vittime, due ballerini professionisti della scuola di ballo “Obiettivo Danza” hanno dato vita a una toccante performance. La loro esibizione ha coinvolto il pubblico, e sulle ultime note alcuni spettatori si sono uniti ai ballerini, improvvisando passi di danza in onore dei giovani brutalmente uccisi dalle Brigate Nere il 3 gennaio 1945.
Gli interventi
«Le date sono importanti – ha sottolineato il sindaco Matteo Nasciuti nel suo intervento –. Oggi ricorrono 100 anni dal discorso di Mussolini sul delitto Matteotti e 80 anni dall’Eccidio di Fellegara. Appena due giorni fa, un giornale nazionale definiva Mussolini uomo dell’anno, e non degli anni ‘20, ma del 2024. Ecco perché abbiamo chiamato “Generazioni resistenti” la rassegna legata all’80esimo della Liberazione, che prende il via con questo evento. Ricordare è fondamentale, ma altrettanto lo è trasmettere la memoria alle generazioni future. Quest’anno vogliamo far emergere come, anche in tempi di guerra e dolore, ci fosse chi trovava il coraggio di vivere, amare e creare, come Roberto Colli con le sue canzoni».
Roberta Colli, nipote di Roberto, ha offerto una testimonianza toccante: «Essere qui oggi è una grande emozione. La storia di mio zio è stata taciuta a lungo in famiglia, per il dolore troppo grande. Mio padre, che quella notte fu prelevato e picchiato ma poi liberato, non ne volle mai parlare. E mia nonna, la madre di Roberto, portò il lutto per tutta la vita».
Massimo Storchi, rappresentante di Istoreco, ha poi aggiunto: «Questo Ottantesimo è diverso dalle altre celebrazioni, perché per la prima volta mancano i testimoni diretti. Ora i nuovi testimoni dovranno essere i luoghi e la memoria collettiva. Ecco perché è cruciale visitare i luoghi degli eventi e partecipare ai viaggi della memoria».
Le canzoni trasmesse sul piazzale sono state riversate da Promusic in digitale e sono state donate dalla famiglia di Roberto Colli. Ecco i titoli: Reggianina, Chi conosce la Giovanna?, Cappuccetto, Sogno i tuoi baci, Perché non torni?, Non piangere mamma.