Domani sono 27 anni dalla morte di Luca De Nigris. In suo nome è nata a Bologna, per iniziativa dei suoi genitori Maria Vaccari e Fulvio De Nigris, la Casa dei Risvegli a lui dedicata, il centro pubblico innovativo dell’Azienda Usl di Bologna rivolto alle persone con esiti di coma e alle loro famiglie. Domani alle ore 18.30 nella Basilica di S. Maria Maggiore in via Galliera 10 a Bologna Mons. Rino Magnani celebrerà una messa in suo ricordo.
Di seguito le parole del padre di Luca De Nigris, Fulvio:
LUCA SEMPRE QUI, SEMPRE LI’
8 gennaio. E’ questo il periodo in cui tutto riaffiora. Il mare che sembrava si fosse calmato, cominciò a risalire con onde sempre più grandi. Ed eccolo là, Luca. Sempre lì. Sempre qui. In quel tempo di ventisette anni fa, quando non si svegliò. E il silenzio che lasciò non era un vuoto ma un insegnamento. Ci insegnò che l’assenza ha una sua presenza. Una lingua muta che parla ovunque a chiunque aspetti un risveglio che a volte arriva, a volte no. Il mondo ha una logica crudele che non si capisce, si vive e basta. Da allora, molte cose sono state fatte in suo nome. E tante ancora si fanno e si faranno. E come un fuoco che arde e lo tiene vivo più che mai. Ma ci sono giorni, come oggi, in cui quel fuoco si affievolisce, e resta una luce tremolante, un’immagine che riaffiora. Luca, adolescente. Quindici anni. Una risata piena, occhi accesi. Una vita spalancata davanti, pronta a essere vissuta. I progetti, i sogni, il futuro che sembrava già lì come un dono impacchettato con cura. Ma quel futuro non si è mai aperto. Luca non è diventato grande. Non ha realizzato i suoi sogni. E noi? Noi genitori, io, Maria, gli amici di Luca abbiamo vissuto anche per lui. Come tanti che hanno perso qualcuno a loro molto caro, ci siamo fatti carico anche di lui: vivere per chi non può più farlo. È qualcosa che consola ma non guarisce.
Le ferite restano ma la Casa dei risvegli a lui dedicata è un fatto, è un sollievo. Ci sono speranze, oggi come allora, che intrecciano la sua storia con quella di tante altre anime fragili come lui. È una trama delicata, ma tiene insieme i pezzi.
Il tempo è passato, sì, ma con lui e senza di lui e va riempito con il nostro messaggio oggi ancora più forte e da sostenere: quello rivolto alle persone come Luca che ogni anno vanno in coma e aspettano con le loro famiglie che qualcosa accada.
E’ il tempo dell’attesa. Ed è in quel tempo che, in qualche modo, lo ritrovo ancora.
Sempre qui. Sempre lì.
Fulvio De Nigris