“Il piano presentato dal Governo per contrastare l’avanzata del granchio blu è una notizia positiva, che può segnare una svolta importante. Ora è fondamentale lavorare con tempestività e in coordinamento con le istituzioni regionali e locali, con le associazioni di pesca e le imprese, che non si sono mai sottratte al confronto e alla necessità di trovare soluzioni condivise”.
Così l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, commenta le sei misure del piano di intervento per il contenimento e il contrasto del fenomeno della diffusione e proliferazione del granchio blu, presentate questa mattina al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare alla presenza dei ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e del commissario straordinario nazionale, Enrico Caterino.
“Ringrazio il Governo e il commissario per aver presentato questo piano, che oggi prende il via- sottolinea Mammi, che ha partecipato all’incontro a Roma-. La Regione Emilia-Romagna farà come sempre la propria parte: abbiamo già messo a disposizione 2 milioni di euro per ristorare le imprese, per la raccolta e lo smaltimento del granchio e metteremo a disposizione un altro milione di euro nel bilancio 2025 a fronte di danni molto pesanti che hanno colpito il comparto anche nel corso del 2024”. Inoltre, proprio Mammi sarà a Goro insieme al presidente della Regione, Michele de Pascale, il 30 gennaio per un nuovo incontro con le imprese e le associazioni di pesca: “Continueremo il confronto che dall’inizio dell’emergenza ci ha portato ad ascoltare il loro grido di allarme e a trovare insieme modalità e soluzioni per affrontare questo dramma”.
Nella sacca di Goro e nelle Valli di Comacchio, infatti, annualmente venivano prodotte circa 16mila tonnellate di vongole, che corrispondono al 55% della produzione italiana e al 40% di quella europea, con circa 1.700 addetti che fanno riferimento alle marinerie di Goro e di Comacchio. “E’ evidente, dunque, il valore di questa economia non solo per il nostro territorio ma per l’intero Paese- prosegue Mammi-: il delta del Po è leader a livello nazionale ed europeo nella produzione di vongole, un grande patrimonio economico che è stato duramente colpito da questo fenomeno, causando implicazioni anche di natura sociale per la tenuta delle stesse comunità, in un territorio nel quale l’acquacoltura è la prima economia e fonte di reddito”. Dunque, conclude l’assessore, “serve intervenire presto, con tempestività e con una strategia condivisa anche a livello nazionale, che dovrà vederci tutti impegnati anche nei prossimi mesi. Ringrazio le imprese e le associazioni di pesca per il continuo confronto e la volontà di trovare soluzioni condivise. Con loro e assieme ai sindaci e al prefetto di Ferrara- conclude l’assessore-, la Regione continuerà a presidiare e cercare soluzioni per contrastare la diffusione del granchio blu”.
COLDIRETTI, BENE PIANO INTERVENTI, ORA MISURE PER FAR RIPARTIRE LE IMPRESE
I danni causati dal granchio blu alla pesca italiano sono ormai raddoppiati rispetto ai 100 milioni di euro stimati a metà 2024 e la messa in campo di un piano di intervento straordinario è importante per dare risposte alle imprese ittiche che hanno visto i propri allevamenti di acquacoltura devastati dal parassita alieno. È il commento di Coldiretti dopo la presentazione delle misure per fronteggiare l’emergenza avvenuta al Masaf, con il Commissario straordinario Enrico Caterino e i ministri dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Per la principale organizzazione agricola italiana ha preso parte all’evento la responsabile di Coldiretti Pesca Daniela Borriello.
Per non disperdere le risorse è importante un Piano nazionale di Coordinamento delle ricerche scientifiche delle specie aliene, tanto più necessario considerando che gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, come dimostra la stessa proliferazione rapida del granchio blu.
In merito alla proposta del Commissario di uno schiuditoio nazionale – continua Coldiretti – per sostenere la crescita delle vongole, si può ipotizzare di puntare su quelli territoriali per far ripartire le imprese di allevamento di vongole che si stanno indirizzando verso altre attività, per produrre seme in qualità e quantità adeguate
Per contrastare la diffusione del granchio vanno utilizzati inoltre predatori naturali autoctoni, come ad esempio il branzino, evitando altre soluzioni che comporterebbero l’ingresso nei nostri mari di altre specie, il cui impatto non sarebbe facilmente calcolabile.
L’intero settore dell’acquacoltura, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della pesca Made in Italy con un valore di produzione di circa mezzo miliardo di euro, è in serio pericolo. La parte più significativa di questa produzione è costituita dalle cozze, seguite dalle vongole al terzo posto. Senza dimenticare la produzione di ostriche, che sta diventando una vera e propria eccellenza italiana.
Dalla primavera del 2023, la produzione di vongole sia nel Veneto che in Emilia è stata quasi del tutto cancellata dagli attacchi del granchio blu e la stessa sorte è stata riservata agli allevamenti di cozze, in particolare quelli della pregiata Scardovari Dop, gravemente danneggiati. Per difendere le produzioni le imprese ittiche sono state costrette a investire in attrezzature spesso molto costose, con reti a maglie adatte a proteggere gli impianti ma l’assedio dei predatori non si è fermato.
Questa grave crisi minaccia la sopravvivenza di oltre 2.000 famiglie nella regione, come denuncia Coldiretti. Molti dipendenti di cooperative e consorzi sono stati posti in cassa integrazione, mentre i lavoratori delle ditte individuali non possono usufruire di alcun sostegno.