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Giorno della Memoria, intervento del sindaco di Reggio Emilia, Massari

“La Memoria di Auschwitz è una componente cruciale dell’identità di Reggio Emilia. Non è solo una riflessione su ciò che abbiamo perso, ma un impegno a lottare contro l’indifferenza, l’intolleranza e l’ingiustizia. Serve promuovere la pace, confermando che il ricordo delle atrocità passate è il fondamento su cui costruire un futuro di speranza e di fratellanza universale”. Di seguito, l’intervento del sindaco Marco Massari, nella sinagoga di Reggio Emilia, stamani in occasione del Giorno della Memoria:

Il 27 Gennaio di 80 anni fa era un sabato, nevicava e nel tardo pomeriggio le truppe sovietiche varcarono i cancelli di Auschwitz, e trovarono l’inimmaginabile.

La giornata della memoria, che commemora la Shoah e celebra il ricordo di milioni di persone innocenti uccise, offre un’occasione solenne e necessaria per riflettere su una delle pagine più tristi della nostra storia.

A Reggio Emilia, questa Giornata assume un significato particolarmente profondo, poiché ci ricorda la storia dolorosa, ma fondamentale, dei nostri dieci ebrei reggiani deportati e uccisi durante il periodo dell’occupazione nazista e fascista.

Oggi, mentre ci troviamo nella sinagoga di Reggio Emilia, un luogo che è diventato un simbolo di pace e dialogo interreligioso, vogliamo ricordare quei nostri concittadini che furono strappati dalle loro case, deportati in campi di sterminio e uccisi, solo a causa della loro origine ebraica.

Ogni nome, ogni storia è una testimonianza indelebile della violenza umana e della brutalità più feroce. Queste storie non sono solo un ricordo del passato, ma sono anche potenti promemoria dell’importanza di difendere i valori di giustizia e umanità in ogni momento della nostra esistenza.

Questa Giornata non deve rimanere una semplice commemorazione, deve essere l’occasione di riflettere su quanto la tragedia della Shoah avesse radici profonde e lontane, anche qui in Italia. Nel 2000 quando in Parlamento si discuteva su quella che sarebbe poi diventata la legge istitutiva della Giornata odierna, l’allora deputato Furio Colombo (recentemente scomparso) propose di fissare la data del 16 Ottobre come ricorrenza. Si voleva così ricordare il rastrellamento del Ghetto di Roma del 1943 e quanto quella tragedia avesse radici anche nel nostro Paese, nella storia, nella nostra cultura. Perché non ci si potesse sottrarre da una analisi e da una condivisione di responsabilità per quanto era accaduto.

Anche a Reggio ebrei furono arrestati da italiani – e già tre deputati reggiani cinque anni prima avevano votato a favore delle leggi razziali – gli ebrei reggiani arrestati furono tenuti prigionieri nella nostra periferia prima di raggiungere Fossoli e partire con quello stesso trasporto per Auschwitz su cui era anche Primo Levi. Il tutto nel silenzio e nell’isolamento.

Perché, come ci ricordava lo storico David Bidussa pochi giorni fa, tutti i genocidi e gli stermini avvengono perché ci sono atti di obbedienza. Ci sono sguardi inerti, situazioni in cui avvengono cose ma si sceglie di ignorare e se quello sterminio è avvenuto, non è avvenuto solamente producendo morti, è avvenuto perché i vivi si voltavano da un’altra parte.

E qui i vivi si chiamavano “bravi italiani”, non si chiamavano “cattivi italiani”, erano “bravi italiani”.

Quest’anno, la Giornata della Memoria è ancora più significativa, in quanto coincide con l’ottantesimo anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz, un momento che ha segnato la fine dell’incubo per molti, ma anche l’inizio di un lungo percorso di Memoria e di guarigione per il mondo intero che la recente attualità sembra però aver messo nuovamente in discussione.

E’ necessario un cambio di passo, di prospettiva, perché di nuovo, siamo di fronte a messaggi, a parole, che danno quasi per scontato la discriminazione, il rifiuto, la criminalizzazione dell’altro, la distinzione fra uomo e uomo.

Dobbiamo capire che non siamo più immuni da quelle parole, da quelle idee che portarono alla tragedia.

L’antisemitismo, sotto forme diverse e sostenuto da diverse opinioni è tornato in Italia e in Europa. Proprio nell’Italia del 2025 la senatrice Liliana Segre, a cui va tutta la nostra solidarietà anche come cittadina onoraria della nostra città, bambina scampata alla Shoah, deve essere protetta con una scorta da insulti e possibili offese che si stanno ripetendo anche in questi giorni in cui nei nostri cinema è possibile vedere “Liliana”, il film sulla sua esperienza. Questa la realtà ma è da questa consapevolezza che possiamo ricostruire un’educazione, una pedagogia che parta dai giovani ma prosegua in tutte le stratificazioni della società.

La Shoah non fu un evento improvviso ma l’esito di un percorso fatto di tanti piccoli passaggi che, come anelli di una catena, portarono a Birkenau, passando anche da Reggio Emilia. Nulla era predeterminato ma fu reso possibile non solo dalla volontà criminale di nazisti e fascisti, ma anche dall’indifferenza di quasi tutti. Non a caso proprio la parola “indifferenza” accoglie il visitatore nel memoriale del Binario 21 alla Stazione di Milano, da dove partì Liliana Segre e altri 600 ebrei italiani nel febbraio 1944.

Dobbiamo ragionare su quali sono i fondamenti della cittadinanza.

La nostra sinagoga, un tempo punto di riferimento per la vita della comunità ebraica reggiana, oggi si apre a tutti come un centro di dialogo e di incontro tra diverse fedi e culture. essa simboleggia la rinascita dello spirito umano di fronte all’oppressione e alla distruzione. qui, persone di ogni fede e ideali possono riunirsi per costruire ponti, per imparare gli uni dagli altri e per lavorare insieme per un futuro di pace e rispetto reciproco.

La Memoria di ciò che è accaduto ad Auschwitz e in altri campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale è una componente cruciale dell’identità di Reggio Emilia. Non è solo una riflessione su ciò che abbiamo perso, ma anche un impegno attivo a lottare contro l’indifferenza, l’intolleranza e l’ingiustizia.

Ricordando il passato, ci impegniamo a educare le nuove generazioni sulla necessità di mantenere viva la Memoria e sull’importanza di agire contro ogni forma di odio, non solo attraverso le parole, ma anche tramite azioni concrete come sono i Viaggi della Memoria che da anni Istoreco svolge insieme agli studenti di tutta la provincia.

Attraverso l’educazione, la cultura e il dialogo possiamo aiutare a prevenire che orrori simili si ripetano. E’ fondamentale che ogni membro della nostra comunità, a prescindere dalla propria età o storia personale, capisca la portata di ciò che è accaduto e il ruolo che ciascuno di noi può giocare nella costruzione di una società più giusta e pacifica.

In questa Giornata della Memoria, invitiamo tutti i cittadini di Reggio Emilia e oltre a unirsi a noi in questo solenne ricordo. Uniamoci per riflettere, per imparare e per promuovere la pace, confermando che il ricordo delle atrocità passate è il fondamento su cui costruire un futuro di speranza e di fratellanza universale”.

















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