“L’operazione condotta dalla Guardia di finanza, coadiuvata dall’ispettorato del lavoro, nell’ambito del Festival dell’Oriente, all’interno di BolognaFiere, ha fatto emergere la presenza di 55 lavoratori completamente in nero, ed ha portato al sequestro di migliaia di articoli non conformi alle prescrizioni del codice del consumo.
Si tratta di un fatto estremamente preoccupante, ancora più grave perché avviene all’interno degli spazi espositivi di un ente che dovrebbe assicurare controlli anche sulle attività che ospita. Riteniamo che i controlli preventivi sulla regolarità contrattuale e contributiva debbano essere la premessa per concedere gli spazi in un luogo come la Fiera di Bologna.
Da tempo è pendente un impegno sottoscritto da CGIL-CISL-UIL confederali e della categoria del commercio, che prevede il rinnovo dell’attuale “Protocollo di intesa in materia di appalti, legalità, sviluppo e qualità del lavoro” con BolognaFiere, siglato anche dagli Enti azionisti pubblici, scaduto il 5 agosto 2023.
L’impegno al rinnovo risale ad un anno fa e a novembre 2024 è stata inviata dalle Organizzazioni sindacali confederali e di categoria un sollecito. Si tratta di un impegno a realizzare un confronto sul nuovo Piano di sviluppo e sugli interventi nel quadrante strategico della città riguardanti l’Ente fieristico. Soprattutto, il confronto dovrà riguardare il fondamentale capitolo inerente il lavoro e gli appalti.
Il protocollo deve contenere, oltre ai controlli sulla regolarità contrattuale dei dipendenti, anche l’obbligo della giusta applicazione dei CCNL, sistemi di sicurezza sul lavoro e trattamenti economici adeguati.
Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e garantire che situazioni del genere non accadano mai più.
Quanto emerso con l’importante operazione della Guardia di Finanza rende doveroso e non più procrastinabile l’avvio del confronto”.
Così CGIL-CISL-UIL Bologna