Prosegue l’impegno della Cgil di Modena e della Funzione Pubblica a sostegno della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nella cura alla persona (strutture socio sanitarie per anziani e per persone con disabilità, centri diurni, servizi 0-6), quali operatrici socio sanitarie (Oss), assistenti di base (Adb), educatrici, ausiliarie e collaboratrici scolastiche.
Il sindacato ha perciò scelto di investire nel progetto “Professioni Sicure” che permetterà di essere più vicini ai lavoratori e alle lavoratrici sia attraverso la presenza dei funzionari nei luoghi di lavoro, con assemblee dedicate già in programma per le prossime settimane, sia con un’azione complessiva e coordinata del patronato Inca e degli uffici che si occupano di salute e sicurezza per facilitare il riconoscimento dei diritti, economici e non, come infortuni e malattie professionali. L’obiettivo non è solo implementare la tutela individuale, ma anche presidiare maggiormente i luoghi di lavoro rispetto alla sicurezza, agire nei confronti di Inail e Inps per permettere ai lavoratori di ottenere i giusti riconoscimenti e riproporre soluzioni di ricollocamento e riqualificazione in un ottica di coinvolgimento dell’intero sistema datoriale.
“La sfida lanciata lo scorso aprile ai rappresentanti delle associazioni datoriali, degli enti locali e dei servizi pubblici era di condividere un percorso sistemico di sostegno occupazionale e di tutela collettiva che potesse attivare e incentivare l’adozione di soluzioni organizzative e sinergiche in materia di prevenzione e di riduzione del danno per quelle lavoratrici – una platea sempre più numerosa – che nel prendersi cura dei nostri cittadini si ammalano svolgendo il proprio lavoro.” afferma Giada Catanoso segretaria di FP Cgil Modena.
Sono per lo più le donne, ancora troppo giovani per andare in pensione, a subire un peggioramento delle condizioni occupazionali e salariali a causa delle loro patologie. Ad oggi, infatti, queste lavoratrici non trovano facilmente una risposta adeguata alla contemporanea tutela della loro compromessa salute, del posto di lavoro e della retribuzione.
“Mentre le condizioni di salute e di lavoro di queste operatrici si aggravano non si sono ancora viste risposte concrete per l’avvio di un percorso condiviso che si rende sempre più necessario. Serve un approccio collettivo, consapevole al problema a partire dai datori di lavoro. È fondamentale ottenere un cambiamento di rotta a tutela delle lavoratrici e complessivamente del tessuto occupazionale modenese nei servizi di cura al cittadino” conclude Federica Di Napoli, Funzionaria di Fp Cgil Modena.