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Distretto di Pavullo, a Pievepelago si accelera per realizzare la nuova Casa della Comunità

L’Azienda USL di Modena insieme ai sindaci del territorio hanno definito un nuovo piano di ripartizione delle risorse destinate alle future strutture previste nel distretto pavullese

La programmazione delle Case della Comunità del territorio modenese conferma il suo impianto complessivo sul numero di strutture territoriali contemplate dal DM 77/22, con la realizzazione di 27 nuove strutture, di cui 14 Case della Comunità hub e 13 spoke.

Al fine di rispettare le tempistiche di esecuzione dei lavori previsti dal PNRR, ma anche di assicurare una progressiva e ottimale distribuzione delle strutture e dei servizi in esse presenti, l’Azienda USL di Modena, insieme ai Sindaci del Distretto di Pavullo del Frignano, sta proponendo una diversa allocazione delle risorse legate alle Case della Comunità previste nel Distretto di Pavullo.

Valutando attentamente la scansione dei tempi realizzativi si è scelto di lavorare per giungere alla realizzazione completa di una prima struttura, quella di Pievepelago, la cui futura attivazione, a integrazione della Casa della Comunità di Fanano, andrà ad assicurare una diffusione più capillare dei servizi assistenziali nel territorio della montagna. Un territorio che ha un fondamentale punto di riferimento nell’ospedale, con un progressivo rafforzamento della rete di risposta territoriale ai nuovi bisogni di assistenza e cura della popolazione, dove insisterà anche la Casa della Comunità programmata di Pavullo.

Dunque, ottimizzare le tempistiche di esecuzione della Casa della comunità di Pievepelago e posticipare l’intervento relativo alla Casa della comunità di Pavullo, garantendo che tale intervento sarà realizzato in una fase successiva con finanziamenti da definirsi in via prioritaria in accordo con il livello regionale nell’ambito della prossima programmazione.

Il territorio di Pavullo in questi anni ha visto infatti un incremento e una sempre maggiore integrazione di servizi, tra cui l’attivazione nel 2023 della Centrale Operativa Territoriale COT per la gestione dei bisogni complessi, il rafforzamento della rete integrata di gestione delle patologie croniche, la rete della telemedicina, il consolidamento della rete di assistenza domiciliare e di infermieristica di comunità e delle cure palliative, il consolidamento dei percorsi assistenziali nell’ambito dell’area materno infantile e una maggiore strutturazione dell’associazionismo medico locale.

“Questa impostazione ci consente di tenere conto di diversi importanti elementi della programmazione sanitaria e di monitorarne l’evoluzione nel tempo – dichiara il Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena, Mattia Altini -. Non solo il continuo incremento dei costi di realizzazione delle strutture, che impatta sui tempi di esecuzione dei lavori, ma anche la fluidità di un contesto sanitario che, dal covid in poi, è sempre più caratterizzato dalla progressiva emersione di nuovi bisogni socio-assistenziali. E’ fondamentale investire nelle cure territoriali e nella capacità di rispondere ai cittadini in prossimità utilizzando i corretti contesti assistenziali e quindi ricorrendo all’ospedale e agli specialisti solo quando necessario. La gran parte dei bisogni può trovare infatti una risposta dalle cure primarie di prossimità”.

“Pavullo ha bisogno di una nuova Casa della Comunità per tutte le necessità della sanità territoriale, ma il progetto che stava venendo avanti è stato progressivamente ridotto a causa di vari fattori economici: si è passati da una struttura completa ad una finita per metà e con vari limiti sulla accessibilità – afferma il sindaco di Pavullo, Davide Venturelli -. Abbiamo sollevato più volte nei mesi passati le nostre perplessità alla Direzione dell’Azienda USL, giungendo infine a questo accordo, anche grazie alla collaborazione del nuovo Direttore Generale Dott. Altini e dell’Assessore regionale Davide Baruffi, che ringraziamo per la disponibilità. Abbiamo in questo modo due opportunità: evitare di disseminare il territorio di strutture incompiute e dall’altro di sfilarci dalla dinamica PNRR e, con la garanzia di fondi regionali, poter realizzare un intervento completo, riaprendo anche il tema della collocazione, per la quale abbiamo accolto favorevolmente da Ausl la disponibilità a valutare siti alternativi che facciano comunque salve le caratteristiche progettuali complessive della struttura”.

















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