Il progetto esplora – tra arte, scienza e tecnologia – la trama del progresso della cultura umana, indagandone sia la dimensione universale che soggettiva.
La mostra invita a riflettere sui momenti salienti dell’evoluzione culturale e tecnologica – dalla comparsa dell’uomo sulla Terra all’avvento dell’Intelligenza Artificiale – ponendo l’accento sulle nostre capacità di orientamento rispetto alla velocità dello sviluppo della tecnica.
«Dall’origine al destino chiude una trilogia espositiva (iniziata nel 2019 con U.Mano e proseguita nel 2023 con Oltre lo spazio oltre il tempo) dedicata all’antica alleanza tra arte e scienza, il crinale lungo il quale si registrano quei salti di discontinuità che, grazie al potere dell’immaginazione, hanno aperto nuove ere allo sviluppo del mondo – dichiara Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli. La mostra ripercorre il processo evolutivo dell’umanità fino all’acme contemporaneo, in cui l’avanzare del progresso tecnologico sembra prescindere dalla volontà stessa dell’uomo e il filo che ha unito le diverse fasi dell’umana avventura rischia di spezzarsi. La mostra invita i visitatori a riflettere sul nostro rapporto con il tempo e la tecnologia, e a mettere in pratica un esercizio di umanità volto a riconciliare la dimensione personale e universale che i concetti di origine e destino tengono insieme» conclude Zanotti.
Il percorso espositivo è suddiviso in due grandi capitoli, che si dipanano in cinque tappe.
Il primo capitolo si concentra sui passaggi evolutivi della civiltà, intesa come esperienza collettiva, somma integrale di tutte le vite individuali che hanno solcato il nostro pianeta nel corso di milioni di anni. Si indagano le modalità con cui l’uomo, a partire da homo sapiens, nella sua lentissima evoluzione, ha sempre tentato di orientarsi nel mondo, interrogandosi sulla sua origine e sul suo destino. Dall’invenzione della scrittura a quella della stampa, dal Rinascimento alle Rivoluzioni industriali e digitali, dalla velocità a passo d’uomo a quella dell’acqua e del vento, alle massime vette oggi raggiungibili grazie alla tecnica. I visitatori ripercorreranno le tappe dello sviluppo dell’umanità, attraverso lo spazio, il tempo e la sfera dell’informazione, riconoscendo il ruolo cruciale della tecnica, che ha guidato il progresso e trasformato il nostro rapporto con la natura prima e l’universo poi. Un vero e proprio viaggio nel tempo grazie alla presenza di reperti, manufatti, strumenti tecnico-scientifici, installazioni, opere d’arte e di design di svariati materiali e tecniche artistiche, dall’Antica Mesopotamia e dall’Antico Egitto fino ai giorni nostri. Accanto a lavori di alcuni dei nomi più importanti dell’arte italiana del Novecento, da Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato De Pero, Mario Sironi, Emilio Isgrò, grafiche di Bruno Munari, saranno esposti oggetti di design di Pablo Picasso e Ettore Sottsass, insieme a capolavori dell’ingegneristica ad alto contenuto creativo come la nuova Ducati Panigale V4 S con la sua sofisticata base meccanica o il fondo di una supercar ad alte prestazioni, la Dallara Stradale, dal quale emergono le linee di flusso aerodinamiche e la distribuzione di pressione dell’aria.
In mostra oltre 150 opere, oggetti e reperti provenienti da 50 prestigiosi musei, istituzioni culturali e collezioni private. «Le opere esposte offrono una duplice lettura con livelli semantici e sintattici paralleli – spiega Luca Ciancabilla, professore del Dipartimento di Beni culturali e curatore di area umanistica del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna. Alcuni exhibit raccontano l’avanzamento della cultura tecnologica e al contempo di quella materiale, trasmettendoci notizie sugli usi e i costumi di una certa epoca. Il Modello di imbarcazione con marinai, proveniente dal Museo Egizio di Torino, ad esempio, è un manufatto artistico, appartenente a un corredo funebre, che da un lato descrive le tecniche di navigazione del tempo, dall’altro ci fa comprendere la complessità dei riti funerari e dell’evoluzione delle tecniche artistiche di lavorazione nel Medio Regno. La mostra è sperimentale proprio perché può essere letta su più piani, visivi e storici, che talvolta procedono in parallelo, a volte si intersecano, ma sempre stimoleranno la riflessione».
La percezione della velocità incrementale che accompagna il pubblico nella prima parte della mostra si materializza nell’allestimento a cura di diverserighestudio: una spirale tridimensionale che ripercorre le principali fasi evolutive dell’uomo. Con il progredire del percorso, la spirale si restringe, generando una sensazione crescente d’ accelerazione, fino quasi ad arrivare allo spaesamento.
Per la nostra cultura latina la spirale rappresenta la congiunzione tra linea e cerchio, ossia tra il vivente e l’uomo: il vivente è il cerchio che torna sempre su se stesso per soddisfare un bisogno, la linea è l’uomo che desidera e si proietta nel futuro – commenta l’architetto Simone Gheduzzi. Nello specifico, per la mostra Dall’origine al destino abbiamo utilizzato la Spirale di Archimede, che si ottiene tracciando una circonferenza in modo continuo e aumentando il raggio in maniera proporzionale all’angolo descritto. Il polo della spirale è il punto di maggiore velocità, che proietta i visitatori dal primo al secondo capitolo del percorso». La complessità delle sfide che attendono l’umanità, in termini di avanzamento ed elaborazione di nuove strategie di sviluppo, è evidenziata nell’allestimento dall’analogia con il gioco degli scacchi. All’interno della spirale, i movimenti di quattro pezzi del gioco (pedone, cavallo, alfiere e re), sono associati a momenti specifici di importanti scoperte tecniche e scientifiche compiute dall’uomo, che hanno prodotto un avanzamento nella storia, fino ad arrivare a un presente in cui il ritmo del progresso raggiunge livelli parossistici.
Nel secondo capitolo si è chiamati a riflettere sulla propria condizione esistenziale e invitati, al contempo, a un esercizio più intimo: riscoprire, in un’epoca dominata da un divenire frenetico e incessante, la consapevolezza di un futuro il cui senso appare sempre più sfuggente. Oggi il vorticare della spirale della storia ha raggiunto accelerazioni non più compatibili con l’esistenza, provocando un diffuso senso di vertigine e disorientamento. L’avvento di tecnologie avanzate legate all’Intelligenza Artificiale – reti neurali, machine learning, big data, Large Language Model – sta rivoluzionando l’incedere dell’uomo in un futuro, che sembra prescindere dalla volontà del suo stesso creatore. Ormai il punto di partenza dell’avventura umana non è più chiaro e definito e il filo del destino si perde nel labirinto di una virtualità indistinguibile dalla realtà.
Quali passi dovrà compiere l’uomo per riconquistare un senso soggettivo e collettivo di progresso?
La mostra stimola i visitatori a tornare a riflettere sulla propria origine e sul proprio destino, ad esplorare le possibilità di un nuovo Umanesimo nell’era dell’Intelligenza Artificiale e a immaginare una nuova prospettiva per il futuro, quella di un’intelligenza collettiva e solidale umana.
Il secondo capitolo della mostra si apre con Luzifer (Lucifer), opera di Anselm Kiefer e ospita i lavori di altri artisti contemporanei, tra cui The Stainless Pure di Nicola Samorì e Immortal Hunting di Ronald Ventura, che riflettono sul tema dello spaesamento e sulla condizione umana attuale. Nel monumentale dipinto di Kiefer Lucifero precipita da un aereo la cui ala sembra investire anche gli osservatori, in un disastro dove proprio il collasso del mezzo costruito dall’uomo per sfidare il cielo e le leggi di gravità sembra togliere la speranza che possa essere la tecnica a salvarci da un destino oscuro e incombente. Le ali in Kiefer richiamano il mito di Icaro, al quale guarda anche l’opera dell’artista filippino Ronald Ventura. Icaro tentò di volare con ali di cera ma cadde rovinosamente in mare per essersi avvicinato troppo al sole: un’allegoria dell’uomo contemporaneo, il cui destino appare sempre più precario.
Conclude il percorso espositivo un exhibit immersivo, di grande impatto emozionale: il T-Simmetry, il tunnel a “cronologia inversa” ideato e realizzato da Fondazione Golinelli. Grazie alle tecnologie più avanzate, il pubblico si avventurerà in un viaggio interattivo ed esperienziale a ritroso nel tempo, ripercorrendo simbolicamente le tappe fondamentali della propria esistenza, come se il “nastro” della vita di ognuno venisse riavvolto. L’installazione consentirà ai visitatori di distaccarsi dalla dimensione collettiva della civiltà, presente nella prima parte della mostra, e di abbandonarsi a una ricerca personale e interiore, accompagnati dai versi inediti e originali dei poeti Milo De Angelis e Gian Ruggero Manzoni, a cui dà voce l’attrice Viviana Nicodemo. La poesia ha un ruolo primario all’interno del percorso espositivo: tra tutte le arti è quella che riesce a operare la più alta sintesi cognitiva ed espressiva, custodendo in sé l’essenza più autentica dell’umanità. I componimenti di De Angelis e Manzoni, scritti appositamente per la mostra, hanno contribuito a ispirarne il concept e costituiranno il cuore della performance artistica che si svolgerà dal vivo in occasione dell’opening.
«L’obiettivo del T-Simmetry è quello di far provare al pubblico l’esperienza di un cammino che inizia dalla fine, dal destino, qualunque esso sia per ognuno, e che riavviluppandosi in senso contrario ritorni all’origine – afferma Antonio Danieli, vicepresidente e direttore generale di Fondazione Golinelli. Il percorso all’interno dell’installazione suggerisce come, a fronte dell’attuale apparente predominio della tecnica, sia ancora vitale sperimentare il ritorno a uno stato nativo attraverso il recupero di una disposizione mentale volta a ri-meditare il ruolo della tecnica stessa, nella cui essenza più profonda nulla vi è di squisitamente tecnico, bensì di espressamente umano. Fondazione Golinelli – conclude Danieli – ha adottato come suo payoff “L’intelligenza di esserci”. Con ciò non si intende una semplice presenza nel mondo, bensì un prendersi cura di esso, un agire rivolto al futuro. L’esistenza umana ha sempre implicato una proiezione spirituale, protesa però al contempo verso il mondo, per modellarlo e, progettandolo, migliorandolo. L’essere umano è radicato a un passato che non può perdere, pena pregiudicare il futuro, impossibile da immaginare al di fuori di una ricerca di senso. A tale scopo tendono le mostre di arte e scienza, in specie quest’ultima, Dall’origine al destino, volte a sollecitare a questo esercizio di umanità i visitatori, almeno per il tempo effimero, ma importante, di una visita».
In occasione di ART CITY Bologna 2025, negli spazi dell’Opificio Golinelli, sarà visitabile gratuitamente la mostra Echoes of Africa, una selezione di opere d’arte contemporanea africana dalla collezione privata di Marino Golinelli. L’esposizione include le opere di sedici artisti e artiste di fama internazionale: Leila Alaoui, Jano Januario, Gonçalo Mabunda, Joël Andrianomearisoa, Abdoulaye Konaté, Rita Mawuena Benissan, Cameron Platter e Soly Cissé. Sabato 8 febbraio e domenica 9 febbraio i visitatori potranno prenotare gratuitamente visite guidate, alle 15.15 e alle 17.
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Mostra: Dall’origine al destino
Prodotto da: Fondazione Golinelli
Sede: Centro Arti e Scienze Golinelli | Opificio Golinelli, via Paolo Nanni Costa, 14 – Bologna
Preview stampa: 7 febbraio, ore 12
Date: 8 febbraio 2025 – 30 giugno 2025
Orari: da martedì a venerdì 15-20; sabato e domenica 10-20 (compresi 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno). Lunedì chiusa. Apertura straordinaria 8 febbraio fino a mezzanotte in occasione di ART CITY White Night.