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Trasferimento di detenuti dagli istituti minorili alla Dozza di Bologna, l’assessora Conti scrive al ministro della Giustizia, Carlo Nordio

“La struttura soffre già di un drammatico sovraffollamento in una struttura degradata, portare ragazzini in un contesto così critico significa segnarli irrimediabilmente”

Dozza (crediti Francesco Cocco)

La Regione Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione per le notizie di stampa secondo cui il ministero della Giustizia starebbe valutando il trasferimento di detenuti appena maggiorenni dagli istituti penali per minori alla Casa circondariale della Dozza di Bologna, e segnala lo stato di degrado e sovraffollamento della struttura, totalmente inidonea ad ospitare minori.

Una posizione di contrarietà e una richiesta urgente di chiarimento formalizzate nella lettera inviata oggi al ministero della Giustizia, Carlo Nordio, dall’assessora al Welfare Isabella Conti, che proprio nelle scorse settimane ha visitato l’istituto penitenziario di Modena e, assieme al presidente Michele de Pascale, quello bolognese “Rocco D’Amato” (“Dozza”), verificando – come ricorda nella missiva – “una struttura vetusta e degradata, una promiscuità degli spazi evidente anche a un occhio non esperto e un problema di sovraffollamento ormai insostenibile, con 853 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 507”.

“Ho scritto al ministro Nordio- spiega Conti- per verificare la veridicità delle informazioni pubblicate sulla stampa, poiché una tale ipotesi sarebbe gravemente lesiva dei diritti dei detenuti, soprattutto dei più giovani. La Dozza è una struttura già oggi in grave emergenza, con un sovraffollamento drammatico e condizioni di detenzione che non possono garantire un percorso rieducativo adeguato. L’eventuale trasferimento di detenuti minorenni o appena maggiorenni in tale contesto non farebbe che aggravare ulteriormente le condizioni di detenzione, rendendole ancor meno compatibili con i principi di dignità e recupero sanciti dal nostro ordinamento”.

“Dai nostri sopralluoghi- aggiunge l’assessora- abbiamo constatato infatti una situazione strutturale critica, con spazi promiscui e degradati: un ulteriore aggravamento della condizione carceraria non sarebbe degno di un Paese civile”.

Da qui, la richiesta immediata di delucidazioni al ministero: “La Regione Emilia-Romagna- conclude l’assessora- è fermamente contraria a questa prospettiva, chiediamo al ministero di fornire urgentemente chiarimenti in merito”.

















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