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Sanità, quella dell’Emilia-Romagna fortemente attrattiva: accolti pazienti da fuori regione con prestazioni fornite per oltre 800 milioni di euro

“Ancora una volta sono i numeri a dimostrare quanto sia attrattiva la sanità regionale dell’Emilia-Romagna. Questo è motivo d’orgoglio e ci spinge a ringraziare nuovamente i professionisti che ci lavorano, donne e uomini che ogni giorno svolgono un’attività encomiabile, di grande qualità. Ma deve essere altrettanto chiaro che alla forte domanda cui è sottoposta la nostra sanità, grazie al livello delle prestazioni fornite e nonostante problemi che non intendiamo certo sottovalutare, bisogna rispondere con investimenti e risorse adeguate – e finora è stato fatto anche attraverso fondi direttamente del bilancio regionale – altrimenti, alla lunga, è impossibile tenere”.

Così il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, di fronte ai dati dell’ultimo Report della Fondazione Gimbe sul saldo rilevante della mobilità sanitaria in Emilia-Romagna, che nel 2022 è stato di 525,4 milioni di euro, in aumento di 83,5 milioni rispetto al 2021. L’accoglienza di pazienti da fuori regione è infatti arrivata a un valore di prestazioni fornite per oltre 806 milioni di euro, rispetto ai quasi 282 milioni di emiliano-romagnoli che si sono curati fuori regione.

“Aggiungiamoci il fatto – proseguono- che non si trova il personale necessario e che restano fermi gli stipendi di chi lavora in sanità, dai medici agli infermieri, con molti che scelgono il privato. La Regione sta facendo la sua parte fino in fondo con risorse proprie, sopperendo al costante sottofinanziamento da parte del Governo: in Emilia-Romagna non intendiamo fare un solo passo indietro nella difesa e rafforzamento della sanità pubblica, che però deve diventare una priorità nazionale. La sanità pubblica- chiudono de Pascale e Fabi- deve diventare il bene comune da cui far ripartire il Paese e di questo il Governo e lo Stato devono farsi carico, un impegno di tutti, al quale i territori non si sottrarranno di certo”.

















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