“Sono in corso i lavori per il nuovo nido di via Magenta, finanziato con risorse Pnrr, che dall’anno educativo 2026/2027 offrirà 60 nuovi posti. Mentre, dopo l’aumento di posti per lattanti, lo scorso anno ai nidi Barchetta e Villaggio Giardino, già da settembre aprirà un’ulteriore sezione per i piccoli dai 3 mesi di età. Oltre a credere nel valore educativo del nido, intendiamo infatti rafforzare i servizi rispondendo alle richieste delle famiglie. Negli ultimi tre anni abbiamo fatto registrare un più 150 posti nido tra comunali e convenzionati. In tutto, oggi disponiamo di 2.208 posti: 1.600 tra pubblici e convenzionati, 538 nei privati e altri 70 creati nel 2024 nelle Fism con la riconversione di posti di scuola d’infanzia”.
Lo ha detto l’assessora alle Politiche educative Federica Venturelli, nel Consiglio comunale del 19 febbraio, rispondendo a un’interrogazione di Andrea Mazzi (Modena in ascolto) relativa a “disponibilità di posti nido per i prossimi anni”; “pubblicazione delle graduatorie e motivi del ritardo registrato l’anno scorso”; continuità della presenza del personale e forme di sostegno “ai servizi tagesmutter quali servizi complementari al nido per garantire risposte flessibili e differenziate e corrispondenti alle esigenze delle famiglie”.
L’assessora ha ricordato che Modena si è da tempo dotata di un centro unico per le iscrizioni, gestito dall’Ufficio Ammissioni del Comune che raccoglie le domande per nidi e infanzia del sistema integrato (comunali, di Fondazione Cresciamo, in appalto, convenzionati, Fism e statali) con l’obiettivo di garantire un’omogenea distribuzione degli accessi anche con attenzione all’inserimento dei bambini con disabilità. Nel rispetto delle scadenze fissate dalla circolare ministeriale che quest’anno ha fatto slittare il periodo di apertura delle iscrizioni (21 gennaio-10 febbraio) come ha ricordato Venturelli, la pubblicazione delle graduatorie è prevista per la prima metà di aprile. Il procedimento del bando prevede infatti un controllo accurato delle domande, un periodo in cui è possibile fare variazioni e il controllo del rispetto ai requisiti dichiarati”.
Il bando per l’ammissione ai nidi aprirà presumibilmente a metà marzo, con pubblicazione delle graduatorie prevista per metà giugno. “Già da alcuni anni – ha continuato l’assessora – il Settore Servizi educativi lavora per anticipare la data di uscita delle graduatorie. Nel 2024, nel passaggio al nuovo sistema informatico del Comune, sono emersi problemi tecnici che hanno richiesto ulteriori controlli; sul nuovo programma informatico sono state necessarie importanti personalizzazioni per recepire le particolarità stabilite dal Comune in merito alla possibilità di scegliere più scuole indicandone la preferenza. In ogni caso, grazie alla collaborazione tra settori Sistemi informatici e Istruzione, lavorando anche di domenica, le criticità sono state risolte e la pubblicazione delle graduatorie è avvenuta già la settimana successiva”.
Per quanto riguarda il personale, occorre: “Intervenire per sostenere gli Enti locali in forte difficoltà nel reclutamento delle figure professionali necessarie; prevedere la formazione di un numero adeguato di personale con laurea, perché nei prossimi 10 anni i pensionamenti dimezzeranno i docenti; una programmazione articolata e congiunta tra Atenei, Amministrazioni regionali ed Enti Locali per formare educatori e docenti in numero corrispondente al fabbisogno; migliorare l’attrattività della professione riconoscendola maggiormente e intervenendo sulla giungla contrattuale e le disparità di trattamento”.
L’assessora ha quindi rimarcato l’esigenza di migliorare la conciliazione vita e lavoro dei genitori e ridurre il carico delle donne anche aumentando la condivisione delle responsabilità, ad esempio ampliando il congedo parentale per i padri, “già oggetto di un emendamento alla finanziaria purtroppo bocciato dall’attuale maggioranza”. Infine, ha spiegato che in Emilia Romagna non è prevista la tagesmutter, in quanto il titolo di studio è considerato fondamentale ai fini della garanzia di qualità per ottenere l’autorizzazione al funzionamento. È possibile, invece, gestire senza titolo un’iniziativa di conciliazione non educativa, attivata autonomamente dalle famiglie presso l’abitazione e rivolta un limitato numero di bambini (per salvaguardare la natura di tipo domestico della scelta, totalmente demandata alla famiglia libera di avvalersi di una persona di fiducia. E per quanto riguarda la possibilità di erogare un significativo contributo a chi non sia stato ammesso al nido, ha ricordato le condizioni economiche in cui versano gli Enti locali e i tagli statali, mantenendo però fermo l’obiettivo dell’amministrazione comunale di azzerare le liste d’attesa aumentando i posti al nido.