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Sicet e Sunia Modena: “Fermare gli affitti turistici in Area Peep. Massima urgenza, divorano il mercato per le famiglie”

Chiediamo ai Comuni della provincia di Modena, ed in particolare al Capoluogo, azioni rapide e concrete per fermare la crescita degli affitti turistici negli immobili in area Peep, cioè le case costruite con il sostegno pubblico”. Così i sindacati degli inquilini di Cgil e Cisl, Sunia e Sicet, intervengono per segnalare il rischio di snaturamento di quelle aree, dove alcuni proprietari hanno affidato il proprio immobile ad agenzie specializzate nella commercializzazione degli affitti brevi e turistici, da uno a trenta giorni. Una situazione in crescita, come dimostrano alcuni casi già segnalati a Modena.

Le agenzie in questione stanno crescendo in tutta la provincia, e sono attive in un segmento in grande crescita e dai confini labili. “Sono soggetti che dichiarano da un lato di garantire il massimo risultato economico ai proprietari, dall’altro li deresponsabilizzano completamente, gestendo in autonomia ogni aspetto, dal check-in, spesso automatizzato, all’assistenza ai clienti, alle pulizie, agli aspetti tecnici e burocratici”, proseguono i due sindacati.

IL LATO OSCURO DELL’AFFITTO TURISTICO. Si chiamano affitti turistici, ma spesso di turistico c’è ben poco; di certo negli appartamenti in affitto breve in area Peep a Modena nessuno degli ospiti è impegnato nell’esplorazione turistica della città e della sua provincia. Il “mercato” è soprattutto quello sanitario, legato agli accompagnatori di persone che abitano fuori Regione, con familiari impegnati in cure al Policlinico di Modena. Oppure quello di Sanitari, anch’essi impegnati temporaneamente, e quello di persone in missione lavorativa a Modena. Un mercato che tradizionalmente si riferiva agli alberghi della città, che da tempo segnalano una riduzione di clientela. Quello della crescita degli affitti brevi e dei contestuali effetti negativi sull’abitare, in particolare sulla città di Modena, è un tema più volte sollevato. Calano gli affitti tradizionali, anche per le famiglie, e crescono a dismisura i loro costi; non trovano una casa a costi decenti studenti e lavoratori, poliziotti ed infermieri. La storica attrattività del nostro capoluogo è messa in discussione dagli eccessi speculativi sul fronte casa, non solo rispetto agli affitti.  

 

ASPETTANDO LE DECISIONI DELLA REGIONE. Purtroppo è ormai evidente che il Governo non è intenzionato a normare la materia oltre quanto già fatto nel 2024, con l’introduzione dei Codici identificativi, nati anche per contrastare l’enorme evasione fiscale di questo settore. Vedremo come opererà la Regione Emilia-Romagna, che nel Programma di mandato si è così impegnata: “Agiremo sul piano normativo e urbanistico per consentire ai Comuni di regolamentare e governare il fenomeno degli affitti brevi, a partire da una più chiara distinzione tra le destinazioni d’uso residenziale e ricettiva, garantendo un equilibrio quantitativo quartiere per quartiere.”

URGENZA MASSIMA. “Quella della presenza degli affitti brevi nelle aree Peep è una inaccettabile speculazione, fatta in luoghi nati per facilitare il diritto ad una abitazione per persone a reddito contenuto. Luoghi che oggi vedono peraltro la presenza diffusa di anziani, le cui condizioni di vita sarebbero messe in discussione dalla crescita di forme di abitare come quelle portate dagli affitti brevi. Un problema che, ovviamente, non riguarda soltanto le aree Peep, ma tanti luoghi, a partire dal centro di Modena. Per questo chiediamo ai Comuni di iniziare da qui a regolare una materia rispetto alla quale l’urgenza è massima”, chiosano Sicet e Sunia.

(Eugenia Cella – Sicet e Marzio Govoni -Sunia)

















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