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Ferrari Spa, Cgil e Fiom Cgil Modena: “Tanti dubbi sul modello partecipativo”

“Leggendo i giornali e le dichiarazioni del segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano riguardo al modello partecipativo applicato in Ferrari Spa e alla partecipazione dei lavoratori, viene da commentare che si tratti di un modello partecipativo e conveniente non tanto per i lavoratori, ma più che altro per gli azionisti Ferrari visto che ieri il CdA ha deliberato un dividendo di ben 534 milioni di euro per l’anno 2024” affermano Fernando Siena (segreteria Cgil Modena) e Stefania Ferrari (Fiom Cgil).

“Considerando che nell’ultimo bilancio 2023 pubblicato da Ferrari Spa il costo del lavoro è pari a 531.904.241 euro significa che i dividendi per gli azionisti sono oltre 2 milioni di euro in più del totale del costo del lavoro (dipendenti diretti compresi i dirigenti) per l’anno 2023.

Inoltre, il costo del lavoro scende in rapporto ai ricavi passando dal 10,2 % del 2022 al 9,4 % del 2023, mentre crescono gli indicatori di produttività ad appannaggio del capitale.

Ma di quale modello straordinario e innovativo di relazioni sindacali partecipative parliamo se l’azienda Ferrari non permette alla Fiom Cgil – primo sindacato nella certificazione della rappresentanza a Modena e provincia con ben il 74 % dei consensi – di correre nella elezioni Rsa di Ferrari e partecipare agli incontri su organizzazione del lavoro, welfare e premio di risultato” proseguono Cgil e Fiom Cgil.

Sulla contrattazione del premio di risultato, Cgil e Fiom rimarcano anche che spesso i lavoratori vanno a lavorare anche se stanno male, perché anche la perdita di un solo giorno di lavoro corrisponde a una diminuzione del 7% del premio di risultato. Se poi un lavoratore si rompe una gamba e rimane a casa alcune settimane, perde 5.000 euro in un anno.

E’ utile ricordare che il Premio di risultato in Ferrari è in buona parte frutto di elargizione unilaterale dell’impresa (collegato a indicatori totalmente controllati dall’impresa) e che comunque il PdR concorre a formare una retribuzione complessiva del lavoratore che sta sotto a quella di un lavoratore di altre aziende dell’automotive di alta gamma a livello sia territoriale che regionale”.

In Ferrari sono circa 818 i lavoratori somministrati tra staff leasing e determinati (dati ufficiali 2023), più circa 200 tra stagisti e tirocinanti, per un totale di contratti precari di oltre 1.000 lavoratori. “Un dato che va oltre il 25% degli occupati – affermano Siena e FerrariPer noi è poi inquantificabile, ma molto rilevante, il numero di lavoratori che gravitano nello stabilimento di Maranello con rapporti di collaborazione o negli appalti, con le più varie applicazioni contrattuali. L’eccellenza Ferrari può continuare a basarsi su numero di precari così alto?  L’eccellenza Ferrari vale solo per il record di dividendi e la redistribuzione agli azionisti del 22% in più rispetto all’anno precedente?”

“Rispetto a questo modello partecipativo che tanto piace al segretario nazionale Fim Cisl – insistono Siena e Ferrari ci teniamo stretti il conflitto e rilanciamo i referendum che la Cgil propone per un lavoro più stabile, tutelato, sicuro e dignitoso”.

 

















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