Nel settembre del 2006 e nel dicembre del 2013 a Reggio Emilia, si è reso responsabile dei reati di concorso in associazione delinquere di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di valori. Si tratta di un calabrese di 45 anni, indagato nel 2019 con altre 76 persone, nell’indagine Grimilde, che ha disarticolato il ramo del clan Grande Aracri che faceva capo a Francesco, fratello del boss cutrese Nicolino Grande Aracri.
Le accuse nei confronti di indagati e arrestati spaziavano, a vario dall’associazione di stampo mafioso all’estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. A seguito dell’iter processuale, con sentenza emessa nel marzo 2024 dalla Corte D’Appello di Bologna, divenuta definitiva il 26 febbraio 2025, il 45enne è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione.
L’ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica ha quindi emesso l’ordine di esecuzione per la carcerazione, provvedimento restrittivo eseguito questa mattina dai Carabinieri della Stazione di Gualtieri, nel cui comune l’uomo risiede, che hanno accompagnando l’uomo in carcere per l’espiazione della pena.