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Giardinieri Lapam Confartigianato e CNA: “Si trovi una soluzione per il conferimento di sfalci e potature nei centri di raccolta da parte delle imprese del settore”

«Ci troviamo davanti al paradosso che questa nuova normativa, anziché agevolare le attività di conferimento delle imprese del verde, sta creando gravi disagi alle imprese regolari a seguito di un’interpretazione restrittiva della norma da parte delle multiutilities Hera e Aimag che, nel concreto, vieta il conferimento nei centri di raccolta da parte di imprese del verde provenienti da comuni “fuori ambito” anche se limitrofi». Luca Benassi, presidente “Giardinieri” di Lapam Confartigianato, si esprime con queste parole per commentare la situazione che sta coinvolgendo numerose imprese del verde del territorio che, a seguito del DL Ambiente, stanno riscontrando nelle ultime settimane problematiche nel conferimento di sfalci e potature nei Centri di Raccolta (CdR).

«Non è accettabile – continua e conclude Benassi – che in un territorio di confine, la sede dell’impresa diventi una discriminante per accedere ai CDR. Secondo l’attuale interpretazione di Hera e Aimag, nei centri di raccolta sono ammesse solo le imprese con sede legale (e utenza attiva TARI) nei rispettivi bacini di competenza. Per fare un esempio, un giardiniere di San Felice che effettuerà lavori presso una privata abitazione di Modena, non potrà conferire le potature nei centri di raccolta limitrofi di Hera. Interviene anche Marcello Benetti, responsabile del mestiere dei manutentori del verde di CNA Modena e conferma la posizione del presidente Lapam Confartigianato ribadendo il paradosso di non poter conferire il rifiuto dove è stato prodotto. Inoltre è importante sottolineare quanto questa normativa colpisca a livello disomogeneo rispetto alle dimensioni dell’azienda e sulla base di come siano localizzate le imprese. «Con queste modalità, il rischio concreto è l’aumento dei costi a carico del contribuente, la concorrenza sleale rispetto alle imprese regolari. oltre a un aumento dell’inquinamento dovuto al trasporto fino al pericolo di gestione non regolare del rifiuto e al conseguente rischio sul decoro urbano. Come associazioni promuoviamo e sosteniamo una corretta cultura di impresa, perciò chiediamo una soluzione condivisa dalle multiutilities con il coinvolgimento di Atersir che, pur rispettando la normativa, risponda però alle esigenze pratiche delle imprese e dei cittadini».

















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