Anche Rocca di Roffeno ha la sua Big Bench, la panchina gigante. Sono ormai diventate un’attrazione turistica molto diffusa in Italia che si sta pian piano diffondendo anche in Europa. Dopo la panchina che si affaccia sulle sponde del lago di Castel dell’Alpi, è ora la volta di Rocca di Roffeno, pittoresca località immersa nei boschi di Castel d’Aiano.
La panchina si inserisce nel famoso circuito che si trova sul sito bigbenchcommunityproject.org, nato nel 2009 da un’idea del designer americano Chris Bangle, diffusasi rapidamente in tutta Italia e nel mondo, al punto che ad oggi sono 400 le panchine esistenti e 70 quelle in fase di realizzazione. In questo panorama, quella di Rocca di Roffeno è la numero 391. Tra le particolarità di questo progetto non vi è solo la realizzazione “fuori scala”, ma anche il fatto che la costruzione della panchina gigante deve avvenire grazie a fondi e manodopera volontaria: nessuna risorsa pubblica può essere usata per realizzare l’installazione. Questa deve avvenire seguendo un design protetto da copyright che viene concesso gratuitamente a condizione che si rispettino alcune caratteristiche: la panchina deve essere costruita in un punto con vista panoramica e contemplativa, liberamente accessibile al pubblico e lontana da strade.
“Le panchine giganti sono diventate un fenomeno diffuso, un’attrazione per tante persone con effetti notevoli in termini di visibilità e sviluppo locale – spiega la Sindaca di Castel d’Aiano Rossella Chiari – Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito all’installazione di questa panchina gigante che rende il nostro paese sempre più accogliente e interessante e, soprattutto, un luogo che invita le persone a fermarsi, rilassarsi, riflettere e godere della straordinaria bellezza che ci circonda. L’emozione che si prova sedendosi è molto forte, si diventa “piccoli” rispetto all’immensità dell’oggetto, ma allo stesso tempo ci si sente “grandi” , padroni dello spazio e dell’ambiente circostante. E si ha la sensazione di tornare bambini quando si guardavano le cose grandi con occhi pieni di stupore e meraviglia”.