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Mafie, oggi anche la Regione Emilia-Romagna a Trapani per la trentesima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti

“Anche in Emilia-Romagna le mafie hanno lasciato segni profondi e continuano ad avvelenare il nostro tessuto sociale ed economico. Delle infiltrazioni di camorra e ‘ndrangheta parlava già nel 1998 l’esperto Enzo Ciconte mettendo in luce la presenza di organizzazioni criminali nella nostra regione”.

Così l’assessora regionale alla Legalità e Agenda digitale, Elena Mazzoni, partecipando oggi in rappresentanza della Regione alla manifestazione a Trapani, dedicata alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, giunta alla trentesima edizione.

La giornata ha visto la partecipazione di oltre 30mila persone provenienti da tutta Italia, un appuntamento per mantenere viva la memoria delle vittime e rinnovare l’impegno per una società più giusta e libera dalle mafie. Hanno partecipato familiari delle vittime innocenti delle mafie attesi per onorare la memoria dei propri cari, associazioni e organizzazioni, cittadini e attivisti e rappresentanti istituzionali di Comuni ed Enti pubblici, magistrati impegnati nella lotta alla mafia e 15mila studenti. Sono stati letti 1.105 nomi di persone cadute per mano delle mafie, dietro ai quali ci sono una storia da conoscere, famiglie colpite, eventi da approfondire e da divulgare in tutti i territori.

“Ha un significato importante essere qui oggi- prosegue Mazzoni-. Trapani è una città profondamente segnata dalla lotta alla mafia. Qui si avviò la carriera di magistrati simbolo dell’antimafia come Giovanni Falcone e Rocco Chinnici. Purtroppo, è anche il luogo di tragici eventi: l’omicidio del sostituto procuratore Gian Giacomo Ciaccio Montalto, quello del giudice Alberto Giacomelli, la strage di Pizzolungo che strappò la vita a Barbara Rizzo e ai suoi gemellini Salvatore e Giuseppe Asta. E ancora l’assassinio del giornalista Mauro Rostagno, l’attentato al questore Rino Germanà e l’uccisione dell’agente penitenziario Giuseppe Montalto”.

“A Reggio Emilia il processo Aemilia ha evidenziato non solo un’infiltrazione ma un radicamento consolidato delle ‘ndrine- conclude l’assessore-. Questo ci ricorda che le mafie possono colpire ovunque, insediarsi ovunque e che il controllo delle istituzioni deve essere sempre alto. Oggi riflettiamo sulla memoria e l’impegno contro la criminalità organizzata, ricordando tutte le vittime innocenti”.

















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