Gli obiettivi della programmazione regionale, le politiche, i risultati attesi e, ancora, gli indirizzi a enti strumentali e società controllate e partecipate. La Regione Emilia-Romagna adotta il Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2025-20257, varato ieri in tarda serata dall’Aula in attesa di affrontare, nella seduta di oggi, la manovra di Bilancio.
Un documento che viene delineato in piena coerenza col Programma di mandato della XII legislatura, presentato dal presidente, Michele de Pascale, all’Assemblea legislativa il 10 gennaio scorso e con le priorità in esso contenute.
Prima tra queste la tutela della salute delle persone e la difesa della sanità pubblica, quindi il rafforzamento sistemico delle politiche di Welfare, a partire dal sostegno alla non autosufficienza.
Terza priorità è la sicurezza del territorio, che necessita della riorganizzazione e del potenziamento delle strutture dedicate e delle politiche di prevenzione e adattamento.
A queste priorità si aggiungono il supporto al trasporto pubblico locale, il rafforzamento e l’innovazione delle politiche per la casa, il sostegno ai servizi educativi, di conciliazione e di inclusione rivolti alle famiglie, con particolare riferimento alla fascia di età 0-3 anni, ai centri estivi e all’assistenza scolastica per studenti con disabilità.
“È il primo documento di programmazione strategica di legislatura che arriva in aula dopo un lungo e approfondito percorso di confronto nelle commissioni assembleari. Le priorità che assume, articolate in 85 obiettivi strategici – commenta l’assessore al Bilancio, Davide Baruffi, presentando il DEFR in Assemblea legislativa – tengono conto tanto della complessità del quadro geopolitico e dell’incertezza dello scenario economico, quanto di una cornice di finanza pubblica fortemente compressa dal nuovo Patto di Stabilità europeo e dalle decisioni del Governo nazionale circa le modalità per corrispondervi”.
“Per quanto attiene in particolare il contesto macroeconomico globale- aggiunge Baruffi-, le tensioni geopolitiche, le fluttuazioni dei mercati finanziari e le dinamiche inflazionistiche continuano a influenzare le previsioni economiche. In particolare, l’andamento dei tassi di interesse e le politiche fiscali dei principali attori globali e, in prospettiva, l’introduzione di nuovi dazi e barriere tariffarie al commercio internazionale, potrebbero avere impatti rilevanti sulla nostra economia regionale”
“È anche per attrezzarci ad affrontare al meglio questa situazione di grande incertezza – conclude Baruffi – che la settima scorsa abbiamo avviato insieme ai firmatari del Patto per il lavoro e per il Clima il cantiere per la condivisione di nuovo Patto per l’Emilia-Romagna, secondo passo decisivo nella definizione della programmazione strategica regionale”.
Il DEFR e le previsioni di crescita
Per quanto attiene le previsioni, Prometeia negli scenari Economie Locali (edizione gennaio 2025) stima la crescita del Pil reale regionale attorno al +0,6% sia nel 2024 che nel 2025, con prospettive di leggero rafforzamento nel 2026 (+1,0%). Nel 2025 la crescita sarà maggiore per i consumi delle famiglie (+0,9%) mentre gli investimenti fissi lordi dovrebbero ridursi del -0,4%, sempre a valori reali. Dopo la contrazione del 2024, nel 2025 sia le esportazioni regionali sia le importazioni di beni dovrebbero invertire la dinamica, facendo segnare una crescita reale pari, rispettivamente, al +2,2% e al +2,6%.
Quanto alla cornice di finanza pubblica, sono almeno tre gli elementi di grande preoccupazione. Il primo è il persistere del sottofinanziamento del sistema sanitario con un’incidenza del Fsn sul Pil che scende dal 6,1% del 2024, al 6% del 2025 e 2026, fino al 5,9% del 2027. Il secondo è l’aggravarsi del contributo alla finanza pubblica richiesto agli Enti locali e alle Regioni: per l’Emilia-Romagna era pari a 40,8 mln nel 2024, ora ammonta a 68,5 mln per il 2025, a 101,3 mln per il triennio 2026-2028 e a 111,5 mln per il 2029. Il terzo attiene alla scelta del Governo di definanziare per il prossimo decennio gli investimenti per Enti locali e Regioni per oltre 8 miliardi di euro.