venerdì, 18 Aprile 2025
16.1 C
Comune di Sassuolo
HomeRubieraAl via la terza edizione di “Bloom. Un percorso di ricerca, incontro...





Al via la terza edizione di “Bloom. Un percorso di ricerca, incontro e immaginazione per artisti e cittadini”

Un progetto di Corte Ospitale diretto quest’anno da Marco d’Agostin: online la call per artisti

Torna il summer camp Bloom, rivolto alle artiste e agli artisti iscritte/i o neodiplomate/i (da non più di 3 anni) alle accademie teatrali e di danza riconosciute, che si svolgerà tra giugno e settembre a La Corte Ospitale di Rubiera.

Bloom, il percorso di ricerca, incontro e immaginazione per artisti e cittadini, ideato da La Corte Ospitale, realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Emilia-Romagna, sarà diretto in questa terza edizione da Marco D’Agostin (la prima edizione fu diretta da Leonardo Lidi e la seconda da Giuliana Musso). L’indagine, che si colloca formalmente nell’intersezione tra il linguaggio coreografico e quello teatrale, propone un allenamento collettivo alla memoria come “funzione performativa”: non solo un modo per ricostruire il passato ma anche uno strumento per immaginare il futuro, spingendo i corpi e le voci fino ai limiti del “tempo profondo”. Il progetto prevede anche l’incursione nello spazio domestico dei cittadini e cittadine che vorranno aprire la propria casa a questa ricerca.

Il progetto Bloom, ideato da La Corte Ospitale, nasce nel 2021, in piena pandemia, da un bisogno di creare occasioni di incontro, dialogo e confronto, per fare fronte alla progressiva frammentazione della società con le relative conseguenze che ne derivano, con l’ambizione di costruire le basi di una comunità coesa, che ha tra le sue caratteristiche la relazione fondante e generativa tra artisti e cittadini e il ruolo politico del teatro, nel suo senso più antico e profondo, quello di veicolo di pratiche democratiche di pensiero e partecipazione.

Per questa terza edizione selezioniamo 15 artiste e artisti, con o senza disabilità, che abbiano seguito o stiano seguendo un percorso di formazione nelle rispettive discipline: teatro e danza. Il percorso di studi deve essere concluso da non più di tre anni.

A partire dalla condivisione di pratiche e fonti teoriche attorno al tema della memoria come “funzione performativa”, Marco D’Agostin guiderà il gruppo artistico in un’indagine somatica e vocale il cui obiettivo è la creazione collettiva di un dispositivo coreografico e testuale. Il gruppo di performer vestirà i panni di un’équipe di archeologi impegnati in una missione segreta: danzare tra le pieghe del passato e del futuro. A partire dal momento presente – l’irripetibile appuntamento con il pubblico, ogni volta diverso – il team di giovani artisti e artiste lavorerà alla costruzione di un sistema a doppia partitura, gestuale e vocale. In un farsi e disfarsi di gesti e movimenti, la voce racconterà quel che accade ai corpi dei performer, degli spettatori, dei cittadini. Assemblando le iconografie, le anatomie e le biografie in un livello narrativo che intreccia il movimento alla parola, il dispositivo si presenterà come un valzer di continui slittamenti e sovrapposizioni temporali che allaccia le vite dei presenti con quelle degli avi e dei posteri, mentre la coreografia si rivela l’occasione per fantasticare su quel che è stato e quel che sarà dell’umano. L’utilizzo della memoria in scena si presterà come l’occasione per un allenamento all’immaginazione: nel tentativo di danzare (e raccontare) mentre si scivola verso il passato o verso il futuro, il gruppo inizierà a prestare ascolto al richiamo seducente del tempo profondo: vale a dire il tempo geologico dei milioni di anni, quello che ci precede e che si seguirà, il tempo di cui non possiamo fare esperienza e nel quale, tuttavia, siamo immersi. Per immaginarsi come un corpo possa muoversi e raccontarsi nelle pieghe di questo tempo lontano, la memoria smetterà d’essere la maniacale attrezzista di scena che è, e la sua funzione diventerà quella della pura immaginazione: di come il mondo è stato, e di come sarà.

Seguirà una seconda fase della ricerca, in cui una versione adattata del dispositivo servirà da strumento per l’avvicinamento tra il gruppo artistico e le cittadine e i cittadini di Rubiera, all’interno di spazi domestici messi a disposizione dagli abitanti stessi. Artiste, artisti, cittadini e cittadine condurranno collettivamente momenti di ricerca intorno ai temi del lavoro, a partire da alcune semplici azioni fisiche di cui si imparerà a osservare il possibile futuro o il probabile passato. Assieme alle azioni, i gruppi di lavoro saranno guidati a trovare un modo di raccontare quel che è accaduto, accade e accadrà ai loro corpi, in un esercizio di scrittura collettiva in cui le informazioni dell’uno confluiranno nella biografia dell’altro, a ideale composizione di un arazzo di appunti anatomici che traccino una possibile storia dell’umano. Allo spazio domestico, cui viene assegnato un ruolo centrale nella fase di ricerca, sarà idealmente sovrapposto lo spazio pubblico del teatro, e viceversa il teatro si farà infine spazio domestico, in una tensione immaginativa che invita i partecipanti a immaginare come il luogo è stato e come un giorno sarà.

Il summer camp si svolgerà a La Corte Ospitale di Rubiera (RE) da giugno a settembre 2025. La chiusura del corso è prevista nelle giornate del 13 e 14 settembre 2025.

La partecipazione è gratuita. Agli allievi è garantita l’ospitalità completa (vitto e alloggio) presso la foresteria di Corte Ospitale.

Iscrizioni entro e non oltre il 5 maggio 2025. L’esito della selezione sarà comunicato ai selezionati entro il 16 maggio 2025. Tutte le informazioni e il form per iscriversi sono disponibili sul sito web di Corte Ospitale, www.corteospitale.org

 

Bloom è un progetto realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Emilia-Romagna.

MARCO D’AGOSTIN è vincitore del Premio UBU 2018 come Miglior Performer Under 35 e del Premio UBU 2023 per il miglior spettacolo di danza (Gli anni). Nel 2023 gli è stato conferito il 4° Premio Riccione Speciale per l’innovazione drammaturgica, nel 2024 il Premio Hystrio Corpo a Corpo. È artista associato del Piccolo Teatro di Milano. I suoi lavori si interrogano sul funzionamento della memoria, dando vita a dispositivi coreografici che a partire da archivi personali o collettivi cercano di innescare con il pubblico pratiche di partecipazione e immedesimazione. Ha studiato l’intrattenimento come forma di una specifica relazione tra performer e spettatore, prendendone in considerazione le zone d’ombra e i fallimenti come luoghi di luminose rivelazioni. La sua danza, una geografia complessa in cui suoni, parole e movimenti collidono di continuo, tende sempre verso la compromissione emotiva di chi la compie e di chi la guarda.

Informazioni  Manuela Secondo, manuela.secondo@corteospitale.org, tel. 0522621133

















Ultime notizie