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Il Consiglio ha celebrato gli 80 anni della Liberazione di Modena

La proizione in aula dei video d’epoca sulla Liberazione di Modena

“Non solo un giorno di memoria, ma anche un richiamo forte alle responsabilità che tutti noi abbiamo verso questa libertà che ci è stata donata, ma che non è mai garantita una volta per tutte”. Sono le parole con cui il presidente del Consiglio comunale di Modena Antonio Carpentieri ha ricordato, nella seduta di martedì 22 aprile, gli 80 anni dalla Liberazione di Modena dall’occupazione nazifascista.

La ricorrenza è stata celebrata in aula anche con la proiezione di alcune eccezionali e inedite riprese della storica giornata del 22 aprile 1945, provenienti dall’archivio privato della famiglia Roganti, e con l’intervento della presidente dell’Istituto storico di Modena Daniela Lanzotti.

Carpentieri ha voluto sottolineare che Liberazione è “un giorno che non appartiene solo al passato, ma che parla con forza anche al nostro presente e al nostro futuro”. Il presidente ha infatti evidenziato che “da quella lotta nacquero i valori fondanti della nostra Repubblica: l’antifascismo, la libertà, la giustizia sociale, la solidarietà e la partecipazione democratica”.

A questo proposito, il presidente ha voluto evidenziare il valore simbolico dell’aula consiliare ricordando che “proprio in questa sede, nel pomeriggio del 1945, Alfeo Corassori, designato quale sindaco dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Modena, entrava nel Palazzo comunale non più occupato dal podestà, dando inizio a quel percorso non scontato che è la democrazia”.

Soffermandosi proprio su quest’ultima parola, Carpentieri ha parlato di “bene fragile, che va difeso e coltivato continuamente e trasmesso, in quanto viviamo in un tempo in cui proprio la democrazia viene messa in discussione, svuotata, minacciata. La libertà, che spesso diamo per scontata – ha proseguito Carpentieri – rischia di essere ridotta a una parola vuota, se non ne conosciamo il significato più profondo”. Occorre, dunque, “commemorare la Liberazione che non è solo un rito, ma un atto politico e civile che comporta anche alcune domande sul nostro presente: cosa stiamo facendo, noi oggi, per essere degni di quella libertà conquistata?”. La risposta può essere indicata dalla Costituzione “che nata dalla Resistenza è bussola morale e civile, ma che per restare viva ha bisogno di cittadini consapevoli e di una cultura della responsabilità diffusa”.

Dopo aver letto una cronaca dell’epoca relativa a quel 22 aprile 1945, la presidente dell’Istituto storico di Modena, Daniela Lanzotti, si è focalizzata su alcune “conquiste” della Liberazione, come la libertà di pensiero, che è “ribellione all’ideologia del sopruso e dell’esaltazione della morte”; la “gioia” di questa festa “da vivere in sintonia con la felicità e i sentimenti espressi nei giorni in cui veniva conquistata una libertà costata sangue, sacrifici e paure”; e l’importanza di rimettere al centro l’analisi storica “in un mondo in cui crescono pulsioni autoritarie”. Lanzotti, inoltre, ha voluto evidenziare il ruolo delle donne nel processo di liberazione, sottolineando che “molte vissero l’adesione alla lotta partigiana come momento di emancipazione, e quindi di rottura e rinascita, ovvero come prima occasione storica di politicizzazione democratica”.

Lanzotti ha poi affermato che “Resistenza e antifascismo sono punti cardinali dello spirito democratico e repubblicano e come tali non possono essere rinchiusi nel perimetro di un’appartenenza politica: occorre quindi lavorare per ricomporre la frattura tra antifascismo e nazione e, per farlo, occorre partire dalla consapevolezza della molteplicità di cultura e visioni che si sono espresse in questa storia”. Diventa quindi necessario “estendere la conoscenza storica del passato” in quanto “la consapevolezza della complessità della storia, il riconoscere le diverse memorie che si sono prodotte dalla guerra, favoriscono un sapere critico che ci fa essere cittadini consapevoli del nostro tempo, capaci di indignarci di fronte alle ingiustizie e alle discriminazioni di oggi”.

















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