Oltre duemila persone questa mattina hanno animato il centro storico di Modena per celebrare l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Alla manifestazione hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, parlamentari, consiglieri regionali e comunali appartenenti a diverse forze politiche, insieme a numerose associazioni partigiane, con l’Anpi di Modena in prima fila.
La cerimonia ha preso avvio con la messa in Duomo, officiata da monsignor Giuliano Gazzetti, seguita da un momento di raccoglimento e omaggio presso il Sacrario della Ghirlandina. Successivamente la banda cittadina “Andrea Ferri”, accompagnata dai gonfaloni e dalle autorità, ha guidato un corteo fino a piazza Grande, dove alle 11, come già il 22 aprile 1945, le campane della Ghirlandina e della torre del Palazzo Comunale hanno suonato per annunciare la liberazione della città.
Ad aprire il momento celebrativo ufficiale dal palco di piazza Grande è stata Bianca Bencivenni, giovane studentessa del liceo classico Muratori e vincitrice, insieme a Maddalena Carboni del liceo scientifico Tassoni, del contest di scrittura “La storia è fatta di piccoli gesti anonimi”, promosso da Arci Modena in collaborazione con Anpi Modena, con il patrocinio del Comune e il sostegno della Regione Emilia-Romagna. Bianca ha letto il suo racconto “L’indifferenza”, incentrato sul percorso di crescita di un ragazzo privilegiato che, grazie all’amicizia con un coetaneo palestinese, scopre il valore della solidarietà e dell’impegno civile.
Ha quindi preso la parola Vanni Bulgarelli, presidente provinciale Anpi, ricordando in avvio di discorso la figura di Papa Francesco. “C’è chi sostiene che il fascismo è morto e non tornerà”, ha detto Bulgarelli, “che i nostalgici del Duce sono solo sbandati, anche se ogni tanto assaltano sedi sindacali e aggrediscono in branco. Per loro l’antifascismo non serve più. Come se l’antifascismo esistesse solo per contrapposizione e non in forza della propria storia, dei propri valori, un’ideale che racchiude un progetto di libertà, di democrazia, di giustizia sociale, di pace, di progresso straordinariamente attuale, che non smette di vivere.”
Anche il sindaco di Modena Massimo Mezzetti, ha espresso parole di affetto e stima per Papa Francesco, prima di pronunciare il suo intervento ufficiale. “La democrazia non è mai una realtà compiuta ma un processo aperto”, ha detto dal palco il primo cittadino, “che esige di essere costantemente portato avanti in vista del conseguimento di traguardi sempre più avanzati. Esiste la tentazione spesso ricorrente di cancellare il ricordo della Resistenza, in nome di un frainteso concetto di “pacificazione” che per alcuni deve far rima con “cancellazione” di quei fatti”. Ricordando che la memoria è un progetto di futuro e libertà e citando Ray Bradbury e la lotta per ricordare a memoria il contenuto dei libri in “Fahrenheit 451”, il sindaco ha sottolineato il valore potente del ricordo: “Ricordo deriva dal latino re-cordor ed è per tanto legato all’espressione “re-cor”, che significa ri-portare nel cuore, ricondurre nel cuore, sede privilegiata del ricordo”.
Molto applaudito il discorso conclusivo di Michela Ponzani, docente di Storia Contemporanea all’Università di Roma Tor Vergata e divulgatrice televisiva, che ha ricostruito la brutalità della guerra nazifascista in Italia tra il 1943 e il 1945, denunciando le violenze contro civili, partigiani e donne. “Dobbiamo festeggiare un’eredità facendoci testimoni del tempo” ha esortato Ponzani, “dando valore oggi a quella scelta antifascista coraggiosa, al di là di ogni mistificazione, di ogni tentativo maldestro di riscrittura del passato. Perché quella generazione non l’aveva voluta la guerra ma era stata costretta a battersi, “per necessità, non per odio”, affinché la guerra non tornasse mai più. E allora forse vale la pena ricordare le parole di chi patriota lo è stato davvero.”