Bella del Bosco, Nasona, Contessa, Fior d’acacia, Limoncella, Musona, Pesca, Zitella, Zuccherina. Non sono le protagoniste di una favola, ma alcune delle mele che mangiavano i nostri nonni.
Oggi praticamente introvabili nei negozi, soppiantate dalle 4, 5 qualità che conosciamo, frutto di miglioramenti genetici e provenienti da coltivazioni standardizzate, pressoché uguali in tutto il mondo.
L’occasione per conoscere i frutti che sino ai primi decenni del ‘900 erano coltivati sul nostro territorio la offre il Mese della Scienza per ragazzi, organizzato dal Servizio Biblioteche del Comune di Modena. Oggi, nella piazzetta del Centro Commerciale La Rotonda, ci sarà “Frutti antichi”, mostra curata dall’Istituto Tecnico Agrario Statale Bocchialini di Parma che, a Modena, porterà diversi esemplari delle 500 varietà di frutta antica (tra peri, uva, meli, susini, albicocchi, peschi, sorbi, nespoli, fichi, ciliegi, noccioli, olivi, mandorli, cachi) coltivate in un vivaio sperimentale.
I ragazzi modenesi potranno così confrontare le poche varietà di mele che ogni giorno acquistiamo con le oltre 200 prodotte dall’Istituto, originarie dell’area modenese, reggiana, parmense; dalle forme curiose (allungata, oblunga, ovoidale, a pera, appiattita, liquescente); i sapori diversi (dolce, acidula, aromatica, alla fragola, succosa, croccante, cremosa, alla pesca, con retrogusto di castagna, vinosa, brusca); i variegati colori (dal bianco, arancio-rosso, dorato-rosso, rosso-vinoso, rosso-violaceo, fino al grigio-verde, verde-giallo, verde- rosato al verde o a punti bianchi).