La settimana cruciale della vertenza
degli autoferrotranvieri comincia lunedì con l’ottavo sciopero
in due anni per cercare di ottenere un aumento medio di 106 euro
in busta paga, relativo al rinnovo del secondo biennio economico
del contratto, scaduto a dicembre 2001.
Dopo il lunedì nero di inizio mese con lo sciopero selvaggio
che ha lasciato a piedi a Milano c’é preoccupazione per il
fermo di 24 ore di autobus e metropolitane e per la possibilità
che saltino anche i servizi minimi garantiti dalla legge.
Un timore intercettato dallo stesso presidente della Commissione
di garanzia, Antonio Martone. “Le organizzazioni sindacali che
hanno proclamato lo sciopero di 24 ore degli addetti al
trasporto pubblico locale per dopodomani si sono tutte impegnate
al rispetto delle fasce di garanzia previste, tre ore al mattino
e tre al pomeriggio” ha voluto precisare all’Ansa, assicurando
i cittadini che “in quelle fasce il servizio dei mezzi pubblici
circolerà al completo”. La preoccupazione dei Garanti riguarda
il fatto che l’estensione della protesta nell’arco delle 24 ore,
“possa indurre molti cittadini a credere che autobus,
metropolitane e gli altri mezzi pubblici non circolino affatto.
Non è così – afferma Martone – ad esempio, sono certo che a
Roma le fasce previste saranno pienamente rispettate”.
Ma se il blocco selvaggio del lunedì nero di Milano dovesse
ripetersi? Martone fa eco al sottosegretario al Lavoro,
Maurizio Sacconi, nell’avvertire che “il rispetto delle fasce
di garanzia è condizione indispensabile perché la trattativa
in corso possa sperare in uno sbocco positivo. Non si può
premiare un comportamento illegittimo da parte dei lavoratori”.
La settimana degli autoferrotranvieri proseguirà infatti
martedì mattina, con la ripresa della trattativa-mediazione al
dicastero del Welfare che riunirà intorno a un tavolo
sindacati, aziende, Regioni, comuni, province. La riunione sarà
propedeutica a quella del giorno successivo, mercoledì, quando
si convocherà in seduta straordinaria la Conferenza unificata
Stato-Regioni incentrata sui problemi del trasporto locale e
soprattutto sul nodo risorse: gli strumenti finanziari da
individuare non solo per fare il contratto ai 120.000
autoferrotranvieri ma anche per trovare risorse strutturale che
consentano al comparto da uscire da una situazione di quasi
collasso. L’Anci punta sull’ accise sul carburante, un
intervento che assicurerebbe circa 650 milioni di euro, più dei
508 milioni necessari, secondo l’Asstra.
Ottimista il leader della Cgil, Guglielmo Epifani che fissa
per giovedì la conclusione positiva della vertenza, dopo
l’assicurazione che in sede di Conferenza unificata verranno
trovate le risorse necessarie. Il sindaco di Roma Walter
Veltroni batte il tasto del ritardo: “E’ partita troppo tardi
la trattativa per risolvere la vertenza del trasporto pubblico.
Noi da 15 giorni chiediamo un tavolo di lavoro, che è stato
aperto solo l’ altro ieri, non potendo quindi scongiurare lo
sciopero di 24 ore previsto per lunedì”.
Vi sono margini tuttavia perché lo sciopero di lunedì, che
comunque provocherà non pochi disagi a tutti, colpendo
oltretutto la viabilità urbana nel bel mezzo della kermesse
natalizia, possa rimanere dentro binari di legalità e rispetti
quindi le fasce di garanzia dei servizi. “A Milano abbiamo gia
dato” è il commento da ambienti sindacali, riferito al fatto
che il blocco selvaggio che ha messo in ginocchio il capoluogo
lombardo il primo dicembre ha ottenuto il clamoroso risultato di
accendere i riflettori su una vertenza che si trascinava da 2
anni e 7 scioperi nella più assoluta indifferenza delle
istituzioni. Oltre a mettere nell’agenda del governo il nodo
soluzione della vertenza, “entro giovedì” ha assicurato ieri
sera lo stesso Sacconi, nel ruolo di mediatore della complessa
vertenza. Il sottosegretario è stato esplicito: comportamenti
illegittimi metteranno a rischio il contratto. Ma Cgil, Cisl e
Uil hanno assicurato che faranno di tutto per far rispettare le
fasce ai lavoratori. A Milano, i delegati sindacati usciranno
per primi dai depositi all’inizio dei turni per dare il buon
esempio. “Certo – commenta il segretario Fit Cisl lombardo
Dario Balotta – se non fosse arrivata la precettazione a
inasprire gli animi, sarebbe stato più facile”.
E un appello in tal senso, perché siano rispettati i diritti
dei cittadini durante lo sciopero di dopodomani arriva anche dal
segretario confederale della Cisl, Raffaele Bonanni. “Entro
Natale – dice – troveremo le soluzioni adatte, senza cadere
nelle ulteriori provocazioni di chi vuole spingere i lavoratori
all’ esasperazione. Le aziende vogliono solo godere delle
condizioni della liberalizzazione del servizio, senza
caricarsene i relativi oneri e bussano così alle casse dello
Stato”.