Una finestra che si affaccia sul mondo, sempre in continuo mutamento. E’ stata presentata la quinta edizione di VIE Scena Contemporanea Festival. Nel segno della ricerca e dell’esplorazione della scena contemporanea, VIE si svolgerà dal 9 al 17 ottobre tra Modena, Carpi e Vignola, Correggio e Rubiera, presentando 9 giornate di spettacoli, spesso irripetibili, selezionati tra le eccellenze del panorama nazionale ed internazionale.
Dell’originalità e dell’audacia che contraddistinguono VIE ha parlato la presidente di Emilia Romagna Teatro Fondazione, Maria Merelli: “Portare avanti un festival come VIE significa accompagnare il pubblico lungo percorsi inusuali e poco battuti. E’ necessario avere determinazione nel perseguire gli obiettivi desiderati, pazienza nell’avvicinare al teatro contemporaneo nuove fette di pubblico e un grande amore nel far crescere il progetto”.
Cuore di questa edizione di VIE è Prospero, progetto europeo voluto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, unico partner italiano di un network di sei prestigiose istituzioni teatrali: il Théâtre National de Bretagne di Rennes, il Théâtre de la Place di Liegi, la Schaubühne di Berlino, il Centro Cultural de Belém di Lisbona e il Tutkivan Teatterityön Keskus di Tampere. “Prospero nasce per promuovere la circolazione di opere e artisti e il dialogo tra le culture – ha aggiunto Maria Merelli presidente di Emilia Romagna Teatro -. In quest’ottica il festival, caratterizzato da una vocazione interdisciplinare ed internazionale, è la cornice ideale per presentare cinque produzioni che ne fanno parte. “
Pietro Valenti, direttore di Emilia Romagna Teatro Fondazione, ha sottolineato l’importanza del legame con il territorio e il ruolo delle compagnie regionali, risorsa da valorizzare e da avvicinare agli spettatori. Fondamentale anche l’humus nel quale VIE è nato e cresciuto: “Presupposti del festival sono la volontà e la curiosità di scoprire gli artisti della scena contemporanea mondiale. Ert è l’unico teatro stabile in Italia che organizza un festival – ha concluso Valenti – e che da anni scommette sul contemporaneo’
Consapevole della fatica e dell’importanza di un progetto culturale come VIE si è detto l’assessore regionale alla Cultura Alberto Ronchi: “Tempo, intelligenza e confronto sono gli ingredienti fondamentali di VIE, un festival contro corrente rispetto al conformismo culturale imperante”.
A conclusione dell’incontro l’assessore comunale di Modena, Roberto Alperoli, ha sottolineato le affinità tra VIE e l’uomo contemporaneo: “Entrambi fragili e bisognosi di relazione. E’ tempo di porsi le domande giuste e sfuggire alla smania di dare delle risposte”.
VIE si aprirà con un debutto in esclusiva per l’Italia: sarà a Modena John Gabriel Borkmann (9 e 10 ottobre, Teatro Comunale) di Henrik Ibsen, per la regia di Thomas Ostermeier. VIE offrirà l’occasione di vedere il lavoro del regista tedesco, raramente presente con i suoi lavori nel nostro paese e fresco vincitore del premio di miglior spettacolo straniero dell’anno, attribuitogli dal Sindacato nazionale della critica francese. Sul palco ci sarà uno straordinario cast tra cui spiccano Angela Winkler, Kirsten Dene e Josef Bierbichler .
Degli altri quattro lavori del Progetto Prospero, due sono realizzati da compagnie portoghesi: la prima, Circolando, sposa nel nuovo lavoro Mansarda (9, 10, 11 ottobre, Ponte Alto, Modena) un teatro visivo e interdisciplinare, attraversando la fisicità, la danza, il circo, la musica e i video, senza utilizzare la parola; Teatro Praga con Padam Padam (14, 15, 16 e 17 ottobre, Ponte Alto, Modena) lavora ispirandosi al genere cinematografico del ‘cinema catastrofe’. Arriva dal Belgio la commedia feroce del giovane e talentuoso Jean-Benoît Ugeux, autore e regista di S.P.R.L (10, 11, 12 e13 ottobre, Teatro delle Passioni, Modena). Parte integrante del Progetto Prospero è anche, e soprattutto, il lavoro di Pippo Delbono La Menzogna (15 e 16 ottobre, Teatro Storchi, Modena), in cui l’artista interpreta nella sua personale cifra stilistica la tragedia di cui furono vittime sette operai delle acciaierie Thyssen Krupp di Torino.
Debutto molto atteso a VIE è Perestroika, seconda parte della trilogia Angels in America (16 e 17 ottobre, Teatro Asioli, Correggio) di Tony Kushner, diretta da Elio De Capitani e Ferdinando Bruni. Un evento teatrale che segue il grande successo di pubblico ed i numerosi riconoscimenti ricevuti per la prima parte Si Avvicina il millennio. Si avvale del sostegno produttivo di Emilia Romagna Teatro Eremos (dal 10 al 17 ottobre, Rocca, Vignola), frutto del lavoro che il regista greco Theodoros Terzopoulos ha condotto, insieme a Paolo Musìo, su ’La persuasione e la rettorica’, tesi di laurea del filosofo ebreo di lingua italiana Carlo Michelstaedter. Il suggestivo luogo della Rocca diventerà evocativo spazio scenico abitato da una scultura creata per l’occasione dall’artista greco Jannis Kounellis, protagonista dell’Arte Povera.
Il ricco palinsesto di VIE presenta molti spettacoli in prima assoluta, tra cui il lavoro di Teatrino Clandestino, OpenOption (16 e 17 ottobre, Teatro Comunale, Carpi), frutto della residenza della compagnia a Šuto Orizari, unica municipalità rom esistente al mondo, ma anche i lavori di alcune giovani ma già promettenti compagnie come Teatro Sotterraneo con il loro Dies Irae – episodi intorno alla fine della specie (14 e 15 ottobre, Teatro delle Passioni, Modena), progetto incentrato sulla paura, tema appartenente ad ogni epoca ma mai così attuale e diffuso. Lo spettacolo sarà presentato a VIE nella sua forma definitiva a conclusione di un lungo work in progress dei singoli episodi, presentati al pubblico nel corso dell’estate. La paura è il tema che ritorna, in forma concettualmente diversa, nel lavoro degli Orthographe Controllo Remoto (16 e 17 ottobre, Ponte Alto, Modena), a VIE in prima nazionale, una messinscena che parte dalla Guerra di Secessione americana per arrivare ad esplorare la realtà del videocontrollo elettronico.
VIE sarà anche l’occasione per conoscere spettacoli di formazioni giovanissime, alcune già pienamente attive, altre ai loro primi riconoscimenti. Ecco quindi Dewey Dell, di cui vedremo tre lavori: à elle vide, (12 e 13 ottobre, Ponte Alto, Modena) viaggio a metà tra sogno ed fumetto, Kin Keen King (12 e 13 ottobre, Ponte Alto) vincitore del progetto Nuove creatività sostenuto dall’Ente Teatrale Italiano, e la performance Baldassarre (9,10,11 e 14 ottobre, Ex Ospedale Sant’Agostino, Modena). Negli spazi allestiti a Ponte Alto si potranno vedere, nella loro forma compiuta e definitiva, gli spettacoli vincitori del Premio Scenario 2009: il vincitore Pink, Me & The Roses (16 ottobre) di Codice Ivan, E’ BELLO VIVERE LIBERI! (15 ottobre) di Marta Cuscunà (vincitore del Premio Scenario per Ustica), e i due segnalati dalla giuria Tempesta (13 ottobre) di Anagoor e A tua immagine (14 ottobre) di Davide Gorla, Enrico Ballardini e Giulia D’Imperio, in arte Odemà.
E ancora, tornano a VIE alcuni artisti molto amati dal pubblico come Spiro Scimone, drammaturgo e interprete siciliano, qui con il suo nuovo lavoro Pali (16 e 17 ottobre, Teatro delle Passioni, Modena) per la regia di Francesco Sframeli, da sempre compagno di scena della sua avventura drammaturgica; ma anche il nuovo lavoro di Fanny & Alexander South-North (16 e 17 ottobre, Teatro Comunale, Modena), opera musicale in due atti che richiama il mondo del Mago di Oz.
Come sempre il Festival riserva un’attenzione particolare alla danza nazionale ed internazionale: sarà infatti ospite di VIE Oro (15 e 16 ottobre, Chiesa San Carlo, Modena), ciclo di quattro coreografie di Virgilio Sieni che trae spunto dalla potenza drammaturgica del De Rerum Natura di Lucrezio e si avvale della collaborazione del filosofo Giorgio Agamben. Così come ci sarà Homo turbae (10 e 11 ottobre, Teatro Herberia, Rubiera) presentato da Mòra, compagnia di ballo della Socìetas Raffaello Sanzio e diretta da Claudia Castellucci che per questa prima opera si ispira a un racconto di Edgar Allan Poe, L’uomo della folla.
Ricca di aspettative la performance del giapponese Toshiki Okada, personalità emergente della nuova scena del suo paese, che presenterà a Modena Hot Pepper, Air Conditioner and the Farewell Speech (9 e 10 ottobre, Ponte Alto, Modena), lavoro tracciato su uno scenario verbalmente minimale e fisicamente semplice. Sarà pura fascinazione quella di Solo (10 e 11 ottobre, Rocca, Vignola) di Israel Galván, incredibile interprete celebre per aver elaborato uno stile che unisce il flamenco tradizionale alla danza contemporanea.
Molto differente la proposta di Daniele Albanese In a landscape (10 e 11 ottobre, Ex Ospedale di Sant’Agostino, Modena) il cui il processo di creazione si è concentrato sull’immagine del Vento, inteso non in senso atmosferico, ma come induttore e motore di cambiamenti e di dinamiche sonore e fisiche.
Saranno a VIE con Once and for all we’re gonna tell you who we are so shut up and listen (10 e 11 ottobre, Ponte Alto, Modena) 13 adolescenti di Gent, straordinari interpreti in lingua italiana della nuova fortunata produzione della Compagnia belga Ontroerend Goed/Kopergietery, vincitrice nel 2008 della sezione sperimentale ed innovativa dell’Edinburgh Festival Fringe.
Per la prima volta in Italia, nel segno dell’attenzione che VIE dedica alla scena contemporanea internazionale, Belarus Free Theatre sarà a Modena con quattro lavori che tracciano nel Festival di quest’anno un progetto etico e teatrale di resistenza alla violenza del potere in Bielorussia. La compagnia opera, infatti, una vera e propria azione di controinformazione grazie a una forma coraggiosa di teatro ‘militante’ in grado di radunare il pubblico in pochissimo tempo per eludere controlli e sfuggire alla censura imposta dalla dittatura. Già gratificato da preziosi riconoscimenti internazionali e tutoraggi artistici, primo fra tutti quello del Premio Nobel alla Letteratura Harold Pinter cui hanno dedicato un lavoro, il gruppo sarà a VIE con una quadrilogia delle loro creazioni presso l’Itis Fermo Corni di Modena): Being Harold Pinter (10 e 16 ottobre), Generation Jeans (13 e 15 ottobre) Zone of Silence (11, 12 e 17 ottobre) e Discover Love (9 e 14 ottobre). I lavori della compagnia troveranno un ulteriore approfondimento nella mostra del fotografo Alessandro Vincenzi/PkPosse autore di un reportage realizzato nel corso di un recente periodo di permanenza a Minsk e nella proiezione di un video sul loro lavoro.
Un’ambientazione del tutto particolare, ovvero un tendone circolare, ospiterà IO NON SONO (15, 16 e 17 ottobre, Piazza dei Contrari, Vignola), progetto ideato e diretto dalla regista napoletana Annalisa D’Amato con la Compagnia ZAT, un lavoro che trae ispirazione dall’Amleto shakespeariano e soprattutto dal poema del misticismo universale Mathnawi, opera fondamentale di Jalal al Din Rumi, maestro persiano del sufismo medievale.
A cavallo tra avvenimenti storici ed autobiografici si colloca, invece, lo spettacolo di Giuseppe Chico e Barbara Matijević. I am 1984 (16 e 17 ottobre, Ex Ospedale Sant’Agostino, Modena), prima parte di una trilogia che utilizza i meccanismi della conferenza: la performer, infatti, si rivolge al pubblico parlando non solo di ciò che è accaduto nel 1984, ma anche del proprio vissuto. Sempre improntata sull’originalità è la performance vocale di NicoNote Rhapsody (o alfabeto in sogno), (16 e 17 ottobre, Ex Sinagoga, Carpi) originale composizione sonora ad un solo movimento, liberamente ispirata a “Glossolalia: Poema sul suono” del grande poeta simbolista russo Andrei Belyj.
Completano il ricchissimo palinsesto performativo del Festival due mostre fotografiche entrambe allestite al Foro Boario. Oltre alla mostra che documenta l’ambiente in cui opera la compagnia bielorussa, accompagna VIE Moj Grotowski, mostra che Andrzej Paluchiewicz, ora fotografo professionista e per anni allievo del maestro polacco, dedica alla figura del regista e uomo di teatro Jerzy Grotowsky, e documenta gli anni trascorsi insieme nel leggendario Teatr Laboratorium in concomitanza dell’anno a lui dedicato dall’Unesco. Sempre al Foro Boario sarà sede di alcuni momenti di approfondimento cui parteciperanno Thomas Ostermeier, Carla Pollastrelli e Renata Molinari, Pippo Delbono, Leonetta Bentivoglio, la redazione di Art’o, Theodoros Terzopoulos e Belarus Free Theatre.
La chiusura di VIE ospiterà la proiezione dell’ultimo film di Pippo Delbono La paura (17 ottobre, Teatro Storchi), girato interamente con un telefono cellulare e presentato in anteprima al Festival di Locarno. Il film si sofferma su temi quali il razzismo, il ruolo della televisione e della sua cultura, la latitanza di artisti e intellettuali di fronte alle grandi emergenze del nostro tempo.
Il programma dettagliato di VIE è consultabile online su Vie Festival Modena.