Prosegue e si rafforza l´alleanza tra Regione, Barilla e mondo agricolo per lo sviluppo della coltivazione di grano duro di qualità in Emilia-Romagna. Giunto al quarto rinnovo, l’accordo di filiera per la fornitura di grano duro emiliano-romagnolo di alta qualità alla Barilla, valido per la campagna 2009-2010, assume quest’anno anche una chiara indicazione “anticrisi”, in un momento di grave difficoltà del comparto, con crollo dei prezzi e delle superfici coltivate.
“Uno strumento contro la crisi che sta attraversando la cerealicoltura, e in particolare quella del grano duro, in Italia, in Europa e nel mondo – ha spiegato questa mattina l’assessore regionale all’Agricoltura TiberioRabboni – Con questo accordo puntiamo da un lato ad aumentare fino a 80mila tonnellate il grano da consegnare a Barilla, e dall’altro lato a stabilizzare i prezzi, che sono crollati del 40% rispetto allo scorso anno, e a maggiorarli con un sistema di premi legati alla qualità rispetto ai riferimenti della borsa merci di Bologna. L’organizzazione del mondo agricolo consente di realizzare filiere integrate che producono vantaggi per tutte le sue componenti, per gli agricoltori, per i trasformatori e anche per il consumatore finale”.
Due quindi le novità principali: l’aumento del quantitativo che dalle 70 mila tonnellate dell’anno scorso sale a 80 mila e l’introduzione di un meccanismo di stabilizzazione dei prezzi, tanto più importante a fronte dell’estrema volatilità delle quotazioni del grano duro sul mercato nazionale e internazionale. In pratica l’agricoltore potrà scegliere di vendere una quota della sua produzione, fino a un massimo del 30% del totale, ad un prezzo precedentemente stabilito, in modo tale da garantire un adeguato margine di profitto.
Unica esperienza di questo genere in Italia l’accordo, promosso dall’assessorato regionale all’Agricoltura, rappresenta un modello innovativo di integrazione tra agricoltura, industria e istituzioni proprio perché coinvolge l’intera filiera di produzione del grano duro, ovvero per l’industria molitoria e pastaria Barilla S.p.A., per l´industria sementiera Produttori Sementi Bologna S.p.A., per il mondo agricolo (produzione e stoccaggio dei cereali) le Organizzazioni di produttori Cereali Emilia Romagna e CIAAD Grandi Colture; il Consorzio Agrario di Parma; il Consorzio Agrario di Piacenza; la Società Cooperativa CAPA Ferrara.
“Siamo convinti che questa sia la strada giusta – ha detto Luca Virginio, direttore comunicazione e relazioni esterne della Barilla – La nostra azienda utilizza 2 milioni e 790 mila tonnellate all’anno di granoduro e tenero, l’Italia è un bacino importante anche se non è sufficiente. Barilla trasferisce all’interno dell’accordo anche le conoscenze che apprende sul mercato internazionale”.
Diversi i vantaggi dell’intesa. La Barilla, oggi il maggiore utilizzatore mondiale di grano duro per la produzione di pasta, che dal 2008 ha realizzato a Parma il più grande mulino a grano duro del mondo,potrà disporre di grani di qualità prodotti in Emilia-Romagna e ridurrecosì la sua dipendenza dall’estero. Le aziende agricole potranno meglioprogrammare la loro produzione, sapendo di poter contare su un sicuro e remunerativo sbocco di mercato. Ma l’accordo punta anche ad un obiettivo più generale: incentivare la produzione di grano duro di qualità inEmilia-Romagna, facendo della regione un polo di eccellenza nel panorama nazionale.
“La produzione cerealicola è in un momento di grande depressione, e anche l’Emilia-Romagna non può dirsi fuori da questa situazione – ha sottolineato Raimondo Ricci Bitti, presidente di Cereali Emilia-Romagna – Questo ha portato a una riduzione dei terreni seminati ma, anche grazie a questo accordo, c’è stato un certo travaso dalla produzione di grano tenero a quella di grano duro, che è un po’ più remunerativa anche sestoricamente non tipica della nostra regione. I risultati produttivi degli ultimi anni in termini qualitativi ci confortano molto, anche in Emilia-Romagna i terreni e le condizioni ambientali sono assolutamente vocate per una produzione di alta qualità e l’accordo con la Barilla ne è testimonianza”.
I contenuti dell´accordo
Il contratto quadro che viene firmato oggi a Bologna si articola in singoli contratti tra Barilla e i fornitori firmatari. A loro volta i fornitori (cioè O.P. Cereali Emilia Romagna; O.P.C.I.A.A.D. Grandi Colture; Consorzio agrario di Parma; Consorzio Agrario di Piacenza; Società Cooperativa CAPA Ferrara) stipulano con i singoli agricoltori soci i contratti che contemplano i reciproci impegni per la coltivazione e la valorizzazione del grano duro. La Società Produttori Sementi Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con intensa attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione Emilia-Romagna, fornisce il seme necessario alle coltivazioni previste.Il contratto quadro prevede l´utilizzo di varietà specifiche quali Normanno, Levante, Saragolla, particolarmente adatte all´utilizzo dell´industria pastaria. Il prezzo è legato al listino della Borsa Merci di Bologna, ma – novità di quest’anno – con la possibilità per l’agricoltore di optare (fino a un massimo del 30% della produzione) per un prezzo finito, in grado di garantirgli un adeguato guadagno.Particolarmente significativi nell’accordo di quest’anno anche i “premi” legati alla qualità raggiunta e all’impiego di particolari mezzi e tecniche agronomiche e di conservazione del prodotto, che potranno determinare un incremento del prezzo anche del 20%.
Grano duro: crollano prezzi e superfici.
L’accordo con la Barilla arriva i un momento di grave difficoltà del settore. Le quotazioni del grano duro sono scese oggi intorno ai 180 euro per tonnellata (per la migliore qualità). Contemporaneamente si riducono le superfici coltivate. Le previsioni della CIA relative alle “intenzioni di semina” dei produttori italiani parlano di una riduzione del 40% per la campagna 2009-2010 rispetto alla precedente. Ciò significherebbe in Italia una perdita di 520 mila ettari che si aggiungerebbe ai 285 mila ettari già persi l’anno scorso. Meno grave la situazione in Emilia-Romagna. Il confronto 2008/2009 ci dice che in regione le superfici a grano duro sono diminuite del 22% contro un dato medio nazionale del 40%.