Il Consiglio comunale di Modena ha approvato all’unanimità il Protocollo d’intesa tra il Comune di Modena e la Fism, Federazione Italiana Scuole Materne per la gestione di un sistema pubblico integrato di scuole d’infanzia, con validità triennale dall’1 settembre 2009 al 31 agosto 2012. Con la delibera è stato definito un contributo dell’Amministrazione per la gestione della convenzione pari a 4 milioni 471 mila euro nel triennio 2009-2012. Sono, infine, stati approvati anche due documenti, uno relativo alla gestione di un sistema pubblico di nido d’infanzia a Modena, l’altro allo schema di convenzione da stipularsi con le singole scuole d’infanzia aderenti alla Fism.
“Questo Protocollo rappresenta lo strumento che consente alle scuole Fism paritarie di continuare a vivere” ha affermato l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzé. “Dallo Stato arrivano 14 mila euro a sezione, cifre che non consentono la sopravvivenza delle stesse”. L’assessore ha spiegato che “la percentuale delle scuole comunali sul totale ammonta al 38%, mentre un 34% è composto da scuole Fism, un 18% dalle statali, e un 10% dalle convenzionate con il Comune non Fism. In questi anni le scuole dell’infanzia statali e convenzionate hanno mantenuto la stessa percentuale, mentre le scuole Fism hanno raggiunto il 36%, assorbendo l’espansione del sistema. Il livello qualitativo poi è ragguardevole: sono risultati gradimenti da parte degli utenti equivalenti a quelli delle scuole comunali”.
Con il Protocollo si definisce il contributo dell’Amministrazione per il funzionamento didattico delle scuole Fism, il contributo per gli insegnanti di sostegno ad alunni disabili, il contributo per l’integrazione di alunni nomadi e stranieri, gli incentivi per la formazione dei docenti, il sistema di controlli e il Centro unico delle iscrizioni delle scuole d’infanzia, che gestisce le domande di ammissione alle scuole dell’infanzia statali, comunali, convenzionate e Fism. Uguali condizioni vengono inoltre definite per gli 8 nidi d’infanzia della Fism.
Ad aprire il dibattito la consigliera Olga Vecchi del Pdl: “Perché tanti patti? Non sarebbe ora di unificarli per dare unitarietà alla scuola italiana? Sarebbe stata una grande speranza per il futuro, sarebbe stata la dimostrazione di un reale equilibrio e riconoscimento di qualità delle scuole paritarie. Hanno gli stessi doveri, perché non devono avere gli stessi diritti? Invito l’Amministrazione a recuperare questa sollecitazione”.
Cinzia Cornia del Pd ha affermato: “Ho già espresso soddisfazione in Commissione, ritengo che questo accordo completi quello statale. A chi chiede un protocollo unico voglio chiarire che le scuole Fism e quelle statali sono rette da norme diverse, non è possibile fare un unico protocollo, a meno che non si cambino le norme. Ancora una volta lo Stato abdica al suo dovere, nemmeno le scuole Fism, così come le scuole statali, potrebbero andare avanti. I finanziamenti sono insufficienti.
Per Stefano Rimini del Pd “la copertura che il comune dà per le scuole dell’infanzia è molto importante: garantisce qualità a tutte le scuole, da quelle statali a quelle cattoliche. Investire sulla formazione significa investire sul nostro futuro e sulla famiglia. Ritengo costruttivo e costante il rapporto tra le scuole Fism e il Comune in questi anni. Queste scuole sono aperte a tutti pur essendo di origine cattolica e pur non rinunciando alla propria identità.
Michele Barcaiuolo ha affermato: “Auspicavamo un risultato migliore ma riconosciamo il risultato raggiunto. L’ultima convenzione è stata approvata esclusivamente grazie ai voti di centrodestra, perché in maniera autonoma la maggioranza non aveva trovato i numeri. Apprezzerò se oggi, su un tema così importante, riuscirà a compattarsi e a dare un voto unanime, credo potrà essere un buon segno alla città.
Fabio Rossi del Pd ha commentato: “L’aspetto fortemente sociale di questo protocollo di intesa si delinea nel momento in cui l’offerta Fism rappresenta una percentuale in crescita, che consente all’Amministrazione di investire in altri ambiti, ad esempio nei nidi. Il servizio di qualità di queste scuole rende l’offerta così omogenea che fa di Modena un’eccellenza e un modello che altri territori, non solo nazionali, ci potrebbero invidiare”.
Secondo Eugenia Rossi dell’Idv “la scuola è e resta pubblica. Non lo dico tanto come preconcetto quanto per i risultati di indagini che ci dicono che le scuole private sono di qualità inferiore rispetto a quelle pubbliche. Prendo atto, comunque, del percorso di riconoscimento delle scuole paritarie intrapreso dallo Stato e ritengo che vadano gestite. L’Amministrazione sopperisce a una mancanza grave del Governo nazionale.
Mauro Manfredini della Lega Nord ha affermato: “Credo che ci sia lo spazio per aumentare l’incidenza nel nostro sistema di offerta formativa dei servizi privati gestiti da laici. Esiste da parte di questi servizi la volontà di poter mettere a disposizione più posti in convenzione con il Comune e ritengo bisognerebbe investire di più anche nel privato. Credo sarebbe un’importante garanzia della libertà di scelta delle famiglie”.
Davide Torrini dell’Udc ha detto: “Questa delibera dimostra come esperienze anche molto diverse si possano mettere al servizio delle famiglie e soprattutto delle donne modenesi. Credo si sia ormai superato il pregiudizio e la paura che queste potessero essere scuole confessionali con una bassa qualità formativa. Ci sono alcuni passi avanti, ad esempio l’incentivo alla frequenza dei bambini stranieri in queste scuole. Credo sia un servizio all’integrazione”.
Gian Domenico Glorioso del Pd ha ricordato “i timori che ci furono in passato nell’integrare i servizi comunali con quelli delle scuole materne cattoliche. La scelta fatta in questa città è stata di investire su scuole esistenti e funzionanti anziché continuare a costruire nuovi edifici. Le scuole Fism inizialmente fecero fatica ad accettare, ad esempio, l’arrivo delle insegnanti di sostegno messe a disposizione dal Comune.
Enrico Artioli del Pd ha sottolineato l’importanza “del sistema integrato di servizi che chiamiamo welfare mix, che ci consente di aumentare la qualità del sistema complessivo. Le scuole aderenti alla Fism sono particolarmente importanti per la loro numerosità, ma come detto dal collega Manfredini esistono anche altri privati laici che offrono servizi all’infanzia. Desidero, infine, rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato rendendo possibili i risultati di oggi”.
Il sindaco Giorgio Pighi ha dichiarato: “Quello che facciamo con le convenzioni come questa è condividere un’idea complessiva di welfare affidato a diversi soggetti, tutti impegnati nel garantire un importante servizio alla città. Dal punto di vista economico questo tipo di scelte ci consente anche di avere un minore carico finanziario sulla collettività. Siamo sulla buona strada e questa delibera lo conferma”.
L’assessore alla Scuola Adriana Querzè ha concluso affermando: “C’è il sicuro convincimento che questa sia la direzione giusta in cui andare. Si è scelto di tenere separato questo tipo di accordo dal Patto per la scuola, perché si tratta tecnicamente di due aspetti diversi. Eppure nella scelta della minoranza di non votare a favore del Patto della scuola c’è stata sicuramente una grande componente simbolica. Penso che l’impegno di tutti noi debba andare in direzione di qualificare ogni anno di più l’offerta formativa della città”.