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Presentata oggi a Bologna la mostra ‘Love Me Fender’

Clipboard01Propone l’esplorazione di un mito, un viaggio attraverso molteplici linguaggi della contemporaneità, la mostra d’arti visive Love Me Fender, che dal 12 dicembre 2009 al 31 gennaio 2010 si svilupperà lungo le sale del Museo internazionale e biblioteca della musica a Bologna.

A cura di Luca Beatrice, promossa da M.Casale Bauer, in collaborazione con il Museo internazionale e biblioteca della musica e con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna e Comune di Bologna, la mostra è dedicata all’universo Fender. Fender, come la casa di produzione di strumenti musicali fondata nel 1946 da Leo Fender, che dopo aver accompagnato e segnato le rivoluzioni in seno al Rock’n’Roll ha saputo evolversi costantemente entrando inevitabilmente nella storia e nell’immaginario collettivo del XX secolo. Ma non solo. Fender come stile di vita, come identità collettiva, capace ancora oggi di arrivare trasversalmente a persone di ogni età.

Proprio all’arte del nostro tempo è affidato il compito, in questa mostra, di raccontare le suggestioni e di trovare le connessioni sparpagliate in una molteplicità di mondi diversi.

L’esposizione presenta una ricca selezione di lavori inediti appositamente prodotti da ventisette artisti, secondo i diversi linguaggi espressivi utilizzati, dalla pittura alla scultura, dal disegno alla fotografia all’installazione, tutti a comporre un mosaico multidisciplinare giocato sulle interconnessioni tra arte e musica, in un continuo gioco di specchi. Gli artisti presenti in mostra sono: Massimiliano Alioto, Andy, Gabriele Arruzzo, Matteo Basilé, Alessandro Bazan, Nicola Bolla, Bugo, Luca Carboni, Crash, Francesco De Molfetta, Nicola Di Caprio, Pablo Echaurren, Daniele Galliano, Fausto Gilberti, Daniele Girardi, Hubertus von Hohenlohe, Marcello Jori, Thorsten Kirchhoff, Francesco Lauretta, Marco Lodola, Bartolomeo Migliore, Laurina Paperina, Tom Porta, Laboratorio Saccardi, Mauro Sambo, Maurizio Savini, Nicola Verlato.

Una sezione della mostra è dedicata ai memorabilia, provenienti dalla collezione Fender e da altre collezioni private: fotografie, strumenti musicali, riviste, manoscritti, manifesti, LP, 45 giri e altri oggetti unici, datati a partire dagli anni Cinquanta, che raccontano una parte importante della storia della musica del’ 900, legata agli oggetti e alla vita quotidiana.

Fin dall’inizio della loro produzione le chitarre elettriche sono state caratterizzate da forme inconsuete e colori brillanti che le hanno rese assimilabili a vere e proprie opere d’arte e spesso le hanno trasformate in oggetti da collezione: gli strumenti prodotti da Fender Musical Instruments Corporation sono diventati il simbolo di un nuovo modo di fare, ascoltare e vivere la musica.

Il ruolo di icona fu consacrato nel 1969 quando gli oltre 400.000 giovani che si ritrovano a Woodstock, in occasione dello storico Festival cultura hippy, trovano sul palco Jimi Hendrix e la sua “white Strato”: un modello, la Stratocaster, destinato da li a poco a entrare nell’immaginario collettivo come la chitarra elettrica per eccellenza.

Fender continuerà a scrivere la storia della musica attraverso i suoi strumenti, scelti a partire dagli anni Sessanta da musicisti importanti come Dick Dale, Hank Marvin del gruppo The Shadows, George Harrison e John Lennon, Eric Clapton, Kurt Cobain, John Frusciante, Frank Zappa e molti altri. Dal Rock’n’Roll al Punk, dal Pop al Metal, dal Funk alla Discomusic, dal Grunge alla musica leggera, la scelta degli strumenti Fender coincide con un vero e proprio life style che nel tempo ha accompagnato un numero sempre crescente di appassionati.

L’indagine sulle contaminazioni tra linguaggi e discipline caratterizza da sempre la tendenza curatoriale di Luca Beatrice che in occasione della mostra Love Me Fender ha coinvolto artisti visivi che hanno in comune la passione per la musica, alcuni di loro sono impegnati da anni anche come musicisti.

Red Ronnie, rinomato conoscitore del panorama musicale italiano e internazionale dagli anni Settanta, partecipa all’organizzazione della mostra mettendo a disposizione oggetti della sua personale collezione e la sua decennale esperienza, che lo ha visto attivo prima come dj nelle radio libere e poi come presentatore di programmi televisivi su emittenti nazionali.

In occasione di Love me Fender saranno organizzati due concerti, espressione tangibile del crossover tra arte e musica, che vede la prima entrare nella vita di chi non frequenta solitamente i Musei e la seconda rendere accessibile a tutti un luogo che spesso ispira soggezione a un pubblico non esperto di arte contemporanea.

















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