Aveva raccontato alla polizia di essere stata caricata a forza su un furgone da tre sconosciuti che verso le 13 del 9 dicembre scorso l’avevano fermata per un’indicazione stradale in piazza XX Settembre, a due passi dalla stazione ferroviaria di Bologna. I tre, descritti come stranieri – in base al racocnto della donna – l’avevano portata in periferia e nello stesso furgone l’avevano violentata ripetutamente fino a tarda sera.
Gli accertamenti della Squadra Mobile della pm Sola hanno dimostrato che quel racconto era in realtà frutto della fantasia di una studentessa di 28 anni che vive con la famiglia benestante sotto le due torri. Dalle immagini delle telecamere di sicurezza del Comune si vede infatti che quel giorno la ragazza è passata da via XX Settembre, poi arrivata alla stazione dove ha preso un treno locale per Prato. Lungo il tragitto non ha incontrato nessun furgone blu nè tantomeno tre bruti.
Ad insospettire gli investigatori, sin da subito, il fatto che nessun testimone aveva assistito alla scena nonostante in questo periodo natalizio la piazza sia molto più affollata del solito. Con quel treno la 28enne è arrivata nella città toscana e qui avrebbe incontrato un conoscente. Le immagini della stazione toscana, che sono in fase di acquisizione, daranno forse un contributo alla sua individuazione visto che la donna, sentita dal magistrato, non ha fornito alcun elemento. Prima di partire per Prato lei ha avuto una telefonata, emersa dai tabulati, con il suo fidanzato che sta a Bologna; circostanza confermata dallo stesso giovane. Non ci sono invece immagini del suo rientro in treno sotto le Due torri.
Al momento di certo c’è che verso le 22 la ragazza si è presentata in stato di choc nel negozio Blockbuster situato sulla via Porrettana a Casalecchio di Reno, comune alle porte di Bologna. Qui poi gli impiegati e alcuni clienti hanno chiamato la polizia. Non è escluso che qualcuno l’abbia accompagnata in auto fino al capoluogo emiliano.
Lei ha raccontato la sua storia ma quella sera non ha voluto andare in ospedale per le visite del caso. Al Maggiore si è presentata solo due giorni dopo e i tamponi hanno dato esito negativo. Aveva qualche graffio ai polsi e alle gambe, ma nessun segno di violenza sessuale. Ora sono in corso accertamenti sui vestiti che indossava quel giorno.
Alla luce delle indagini non è escluso che la 28enne rischi un’imputazione per simulazione di reato. La pm comunque si è detta disponibile eventualmente a risentirla se la giovane vorrà spiegare cosa davvero è successo quel 9 dicembre. Quando si era presentata nel negozio di Casalecchio non aveva con sè nè la borsa nè il cellulare che, secondo il suo racconto, le erano stati tolti dai tre sconosciuti e che poi erano stati trovati nei pressi di un cassonetto dell’immondizia lungo lo stradone vicino a Casteldebole.
Fonte: Adnkronos