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Anziani: Errani conclude i lavori della Terza conferenza sul Par

“Il nostro obiettivo è dare servizi di qualità alle persone, per garantire equità e dare un futuro alla nostra comunità che cambia”. Il presidente della Regione Vasco Errani ha concluso questa mattina a Bologna i lavori della 3° Conferenza sul Par, il Piano di azione regionale che promuove e realizza politiche e interventi innovativi e integrati a favore della popolazione anziana.

“La società è cambiata e noi abbiamo la voglia, il coraggio e la determinazione di porci il problema di dare risposte a questo cambiamento”, ha detto Errani chiudendo i lavori che erano stati aperti dal sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli e a cui hanno partecipato gli assessori regionali Gian Carlo Muzzarelli, Giovanni Bissoni e Anna Maria Dapporto, insieme ai rappresentanti degli enti locali, dei sindacati e delle associazioni di volontariato. “In Emilia-Romagna – ha spiegato il presidente – stiamo facendo un lavoro di grande qualità. Il fatto che cresca l’aspettativa di vita è un fatto assolutamente positivo per la società e per le persone. E’ un elemento di dinamismo ed è anche una grande sfida di innovazione e cambiamento che noi abbiamo accettato, innovando e integrando le nostre politiche e investendo ingenti risorse”. Errani ha ricordato i “420 milioni di euro investiti dalla Regione solo per il fondo per la non autosufficienza nel 2010 (quando il Governo nazionale, solo dopo l’insistenza di Regioni ed enti locali, ne investe 400)” e ha aggiunto: “Stiamo lavorando sull’integrazione dei servizi per gli anziani, sulla domiciliarità e per costruire una società che sia in grado – dal punto di vista della casa, dei servizi, dei trasporti, del territorio – di accogliere positivamente la grande novità rappresentata dalla crescita dell’aspettativa di vita. Da questo punto di vista lo sforzo che stiamo facendo insieme ai Comuni, agli enti locali, alle forze sociali, al terzo settore, al volontariato, al profit e no profit, concordando un progetto è un fatto di assoluta qualità”.

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DATI DEMOGRAFICI

Sono 4.337.966 i residenti in Emilia-Romagna all’1.1.2009 (+ 62.123 unità rispetto al 1° gennaio 2008). Nel corso del 2008, si è registrato il più forte incremento di popolazione degli ultimi 10 anni. Il quadro demografico si è modificato sia per l’allungamento dell’aspettativa di vita, sia per l’arrivo di stranieri, generalmente giovani. Nell’ultimo decennio gli anziani sono cresciuti in modo costante, confermando l’Emilia-Romagna come una delle Regioni con la più alta presenza di popolazione anziana: gli over 65 sono passati da 863.971 del 1° gennaio 1999 a 975.208 dell’1.1.2009 (22,5%); gli over 80 da 212.379 a 298.457 (+6,9%). Il numero delle famiglie costituite da un solo componente di più di 65 anni è aumentata in modo costante: nel 2006 in Emilia-Romagna viveva da solo il 26,5% degli anziani, ossia 250 mila persone. Le persone anziane non autosufficienti sono stimate in circa 109 mila (l’11,9%).

IL NUOVO WELFARE

Il Servizio sanitario regionale rappresenta l’architrave per un nuovo welfare di comunità fondato sui principi dell’universalismo, dell’equità e della solidarietà, come previsto dal primo Piano sociale e sanitario 2008-2010: è questa la novità introdotta nel corso dell’ultima legislatura, unitamente al Fondo regionale per la non autosufficienza diventato operativo a metà 2007. Tutte le attività, i programmi, i modelli organizzativi, gli accordi sviluppati nell’ambito del Servizio sanitario regionale perseguono l’integrazione tra servizi assistenziali e sanitari con l’obiettivo di rispondere a bisogni complessi, alle esigenze di una società che cambia. In linea con questo obiettivo è la modifica dei criteri per il calcolo dell’indicatore Isee per il pagamento dei servizi domiciliari o residenziali per gli anziani. La legge regionale 22 dicembre del 2009 (che modifica l’articolo 49 della legge 2 del 2003) prevede infatti che, “nel rispetto dei principi di equità, omogeneità e progressività in ragione della capacità economica degli utenti non autosufficienti”, per quanto riguarda i servizi domiciliari e semiresidenziali agli anziani, si debba tenere conto della situazione economica del solo assistito, mentre per ciò che riguarda i servizi residenziali sia chiesta la compartecipazione al costo dei servizi solo ai familiari in linea retta entro il primo grado. I principi generali stabiliti dalla nuova legge saranno resi operativi nei prossimi mesi quando saranno emanate le delibere attuative.

Dati di sintesi sulla sanità

I posti letto ospedalieri – tra pubblici e privati accreditati – utilizzati sono 19.777; di questi, il 3,71 per mille abitanti sono per gli acuti, lo 0,91 per lungodegenza riabilitativa. Sono 27.992 i posti in strutture per persone anziane, con disabilità, disagio psichico, dipendenze patologiche (erano 27.126 nel 2007). 89.505 le persone assiste a domicilio nel 2009. Oltre 44mila le visite (tra prime e controlli) nei Servizi per le demenze senili (dato 2008).

Il Fondo regionale per la non autosufficienza (Frna)

Il Fondo regionale per la non autosufficienza (previsto dalla legge 2 del 2003), istituito con la legge regionale 27 del 2004 (con un primo stanziamento di 20 milioni nel 2004) e diventato operativo a metà 2007, fa riferimento alle linee strategiche del Piano sociale e sanitario 2008 – 2010 e rappresenta quindi una parte importante del processo di realizzazione del nuovo welfare locale e regionale: Regione, enti locali, Aziende Usl, terzo settore e organizzazioni sindacali assumono un impegno comune per realizzare il sistema integrato di servizi in favore delle persone non autosufficienti (non solo anziane, ma di ogni età con disabilità medio-gravi e gravissime) e delle loro famiglie. Il primo programma triennale 2007–2009 per l’utilizzo del Fondo per la non autosufficienza ha fornito indirizzi attuativi, in particolare per i servizi e le iniziative innovative per il sostegno a domicilio. Le priorità individuate sono lo sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata, l’aumento dell’assegno di cura per anziani non autosufficienti, la qualificazione delle assistenti familiari (con “punti di ascolto”, formazione, consulenza), i servizi di telesoccorso e teleassistenza anche gestiti con il concorso del volontariato, l’accoglienza temporanea “di sollievo”, il sostegno alle reti informali di solidarietà sociale (dal “portierato” al “custode” sociale). Il programma si è sviluppato nel 2008 e nel 2009 secondo le linee indicate dalla programmazione regionale e locale.

a) Risorse

Per il 2009 ammonta a 415 milioni di euro l’assegnazione regionale al Frna (a cui si sommano altri 50,4 milioni da “trascinamento” 2008); anche nel 2009 ai territori sono state assegnate risorse dal Fondo nazionale per le non autosufficienze e Fondo ministero della famiglia, per un totale di 26,8 milioni. Anno dopo anno, sono aumentate le risorse destinate dalla Regione a questo capitolo: erano 318,4 milioni nel 2008 (a cui si sono aggiunti 9,3 milioni di euro dal Fondo nazionale per le non autosufficienze), 304 per il 2007. Nel 2004 20 milioni.

b) Risultati

Nel 2009 il totale degli utenti aiutati con le risorse del Frna ha superato i 62mila (54.500 nel 2007), con 7.000 nuove persone prese in carico (6.100 anziani e 900 disabili). C’è stato uno sviluppo significativo dei servizi per anziani soprattutto di quelli a sostegno della domiciliarità (+18% rispetto al 2007). E un aumento di risorse per le residenze, i centri diurni, l’assistenza domiciliare e servizi connessi, gli assegni di cura. Per quanto riguarda lo sviluppo dei servizi per i disabili, benché i servizi per disabili adulti siano entrati a pieno titolo nel Fondo regionale per la non autosufficienza solo nel 2009, già nel 2008 più di 25 milioni sono stati spesi per ampliare l’offerta dei servizi per queste persone. Sono state, inoltre, sviluppate diverse iniziative rivolte a gruppi: circa 8000 persone interessate da attività di contatto e accompagnamento rivolte alle assistenti familiari; circa 44.000 persone contattate nell’ambito di programmi di contrasto all’isolamento e alla solitudine; circa 15.000 persone interessate da iniziative per gruppi di auto-aiuto, formazione dei familiari e caffè Alzheimer.

c) Gli assegni di cura

In Emilia-Romagna nel 2009 è cresciuto ancora il numero di coloro che hanno ricevuto un assegno di cura: 27.270 i beneficiari, dei quali 25.794 anziani e 1.476 disabili molto gravi

Assistenza domiciliare

Sono 89.505 le persone assistite a domicilio (81.123 nel 2007, 65.663 nel 2003, 55mila nel 2001). I finanziamenti arrivano sia dal Fondo per la non autosufficienza che, per la parte strettamente sanitaria, dal Fondo sanitario.

Strutture per anziani

Sono 639 le strutture residenziali per anziani in Emilia-Romagna: 203 Case di riposo, che ospitano anziani totalmente o parzialmente auto-sufficienti; 353 Case protette destinate ad anziani non autosufficienti che necessitano di assistenza sanitaria (il 50% delle quali pubbliche); 64 Residenze sanitarie assistenziali per anziani che hanno bisogno di un più elevato livello di assistenza; 19 Residenze protette. La rete della solidarietà: 528 tra Centri diurni e Centri sociali, strutture non sanitarie ma sociali che creano una rete di assistenza e di solidarietà capace di contrastare la solitudine. 79 sono le Comunità alloggio e 15 Alloggi con servizi.

Servizi per la salute mentale

Oltre 66mila adulti (di cui il 57,97% donne) e circa 40.000 minori: sono le persone in carico rispettivamente ai Centri di salute mentale e ai Servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Le classi di età più rappresentate sono quelle di persone con meno di 44 anni (41%) e 45-64 anni (36%).

Servizi per le demenze senili

In Emilia-Romagna sono 48 le strutture delle Aziende Usl per la diagnosi e la cura delle demenze senili. Dal 2002 al 2008, sono cresciute le visite (tra prime visite e quelle di controllo) effettuate nei Consultori/Centri per le demenze: da poco più di 30.000 a 44.000. Con il Fondo regionale per la non autosufficienza sono stati realizzati servizi innovativi a sostegno della permanenza dell’ammalato a domicilio, come l’accoglienza temporanea di sollievo e la qualificazione delle assistenti familiari per migliorare la cura prestata ai pazienti.

La prevenzione

Sono 3 i programmi di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce di tumori attivi in Emilia-Romagna: prevenzione e diagnosi precoce dei tumori della mammella (per le donne dai 50 ai 69 anni, 547mila in totale), dei tumori del collo dell’utero (rivolto alle donne dai 25 ai 64 anni, quasi 1,2 milioni di persone), dei tumori del colon-retto (per uomini e donne dai 50 ai 69 anni, più di un milione di persone). Dal primo gennaio 2010, lo screening mammografico è esteso alle donne in fascia d’età 45-49 e 70-74. Per quanto riguarda lo screening dei tumori della mammella (attivo dal 1997) l’adesione all’invito è alta: il 72,4% (una percentuale superiore alla media nazionale del 59,9%). Secondo lo studio nazionale “Impatto”, in Emilia-Romagna partecipare allo screening effettuando la mammografia riduce del 56% il rischio di mortalità, un risultato superiore alla media nazionale (50%). Anche per quanto riguarda lo screening dei tumori del collo dell’utero l’adesione all’invito è alta: il 60,9%, un risultato superiore alla media nazionale (42,1%). Infine, lo screening dei tumori del colon-retto, attivo dal marzo 2005. L’adesione ha raggiunto il 53,7% superando anche la media nazionale (47,2). Buono anche il tasso di copertura della vaccinazione antinfluenzale riferito alla popolazione anziana (over 65): nel 2008 il 73,1% del totale, come nel 2007.

La legislazione

Con la legge regionale 12 marzo 2003, n. 2 (Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) si è avviata la riforma del welfare basata sull’integrazione dei servizi socio-sanitari. E’ la legge che, tra l’altro, ha previsto l’estensione dell’assegno di cura per le famiglie (anche ai disabili e a persone affette da gravi patologie in fase terminale o irreversibile) e un fondo sociale per la non autosufficienza, la mediazione culturale come contrasto al disagio e prevenzione dell’esclusione. L’articolo 49 è stato modificato con la legge 22 dicembre 2009, n. 24 che rivede i criteri per il concorso da parte degli assistiti al costo dei servizi socio-sanitari (assistenza domiciliare, semi-residenziale e residenziale), prevedendo nuovi criteri per il calcolo dell’indicatore Isee. Con la legge regionale 29 del 2004, “Norme generali sull’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario regionale”, viene ridefinita la sanità dell’Emilia-Romagna in un’ottica federalista, sulla base delle nuove competenze assegnate alle Regioni dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Confermando i principi di universalismo, equità e gratuità del Servizio sanitario, sono rafforzate le competenze degli enti locali in materia di programmazione sanitaria, verifica e controllo, la partecipazione degli operatori sanitari al governo aziendale e il rapporto della Regione con l´Università nel campo dell´assistenza, della ricerca e della didattica.

LA CASA E LA VITA NELLE CITTÀ

Per quanto riguarda la casa l’obiettivo della Regione è di contrastare il disagio abitativo che deriva sia da condizioni di svantaggio economico e sociale sia dalla non rispondenza delle abitazioni agli specifici bisogni delle persone anziane. Nei Programmi di riqualificazione urbana (in particolare nei Contratti di Quartiere II e III) sono stati realizzati diversi interventi per migliorare la qualità abitativa e nelle città puntando, ad esempio, su abitazioni senza barriere e su nuovi luoghi di aggregazione non isolati ma inseriti in contesti diversificati (palazzi con famiglie giovani, studenti, ecc…). Tra questi, il progetto “Hygeia” realizzato nel quartiere Navile di Bologna (80 alloggi, con spazi di servizio, parco pubblico realizzato a scomputo oneri, servizi di base per le persone anziane e quelle portatrici di handicap come guardiania, telesoccorso, teleassistenza, assistenza socio-sanitaria domiciliare) e il progetto “Giardino dei Semplici” a Bagnacavallo di Ravenna (27 alloggi destinati alla locazione permanente a favore di anziani) e interventi a Ferrara (una sessantina di alloggi: case accessibili e sicure collegate a spazi di servizio nei quali è possibile sviluppare iniziative sociali per il tempo libero all’interno di un contesto abitativo a misura dell’anziano). Per l’abbattimento delle barriere architettoniche la Regione ha finanziato, nel 2007, interventi per 7,8 milioni di euro.

MOBILITÀ

Per favorire la mobilità delle persone anziane, la Regione ha puntato su tariffe agevolate per il trasporto pubblico (autobus e ferrovie) e sull’estensione delle piste ciclabili (rete regionale nei capoluoghi di provincia e nei Comuni con una popolazione superiore ai 50.000 abitanti si attesta nel 2008 su 1.149,86 km, calcolati per ogni senso di marcia, con un incremento rispetto al 2007 di circa il 16%). Con l’obiettivo di dare maggiori risposte alle necessità delle fasce più in difficoltà, è stata effettuata una rilevazione sull’attività di trasporto sociale (cioè garantito da organizzazioni di volontariato e cooperative sociali, sia per servizi di tipo sanitario sia per attività di socializzazione sia in casi determinati come durante le elezioni). I dati salienti, che emergono dalla rilevazione svolta dal Servizio controllo strategico e statistica della Regione su 196 Organizzazioni di volontariato e 39 Coop Sociali che fanno trasporto sociale, dicono che sono quasi 10 mila le persone impegnate. Di queste la quasi totalità presta la propria attività come volontario non retribuito, mettendo a disposizione anche mezzi propri. Nel 60% dei casi si tratta di pensionati. Per il servizio vengono utilizzate circa 1.200 auto private, 320 pulmini attrezzati, 120 pulmini non attrezzati e 200 ambulanze. Le ore impiegate nelle attività di trasporto sociale sono circa 1.400 mila, i chilometri percorsi sono oltre 14 milioni. Il lavoro svolto, oltre a sottolineare il grande valore sociale di questa attività, mette anche in evidenza le criticità su cui intervenire per consentire un ulteriore sviluppo e miglioramento del trasporto sociale.

NUOVE TECNOLOGIE PER TUTTI

Gli anziani fanno parte della fascia di popolazione a rischio di esclusione dall’uso delle tecnologie. Il progetto “Pane e internet” si inserisce negli obiettivi della legge regionale 11/2004 sullo “sviluppo regionale della società dell’informazione” e punta all’alfabetizzazione di tutti cittadini all’uso di internet e dei servizi online della pubblica amministrazione locale. Nel corso del 2009 sono stati realizzati 90 corsi di formazione nelle Province di Rimini, Forlì-Cesena, Ferrara e Bologna, cui hanno partecipato 2245 persone, il 70% dei quali di età compresa tra i 50 e gli 80 anni. Nel 2010 sono in programma attività didattiche nelle provincie di Modena, Parma, Reggio-Emilia, Piacenza e Ravenna per un totale di 90 edizioni e di circa 1400 partecipanti ai corsi.

















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