Occorrono «nuovi strumenti per salvaguardare i prodotti agroalimentari di qualità dai fenomeni di sofisticazione e concorrenza sleale, perché la legislazione nazionale è vecchia e del tutto inadeguata alla competizione globale». E le istituzioni locali «sono pronte a fare un passo avanti, mettendo in campo le specificità del territorio».
L’ha affermato il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini aprendo i lavori del convegno “La tutela e la valorizzazione dei prodotti Dop e Igp”, organizzato da Provincia e Regione Emilia Romagna, che si è svolto nella mattina di venerdì 22 gennaio alla sala Panini della Camera di commercio.
Nel sottolineare che «i prodotti Dop e Igp rappresentano un elemento trainante per l’economia locale», Sabattini ha messo in guardia sul fatto che «la crisi rischia di spingere la competizione al ribasso, ed è sufficiente un comportamento sbagliato da parte di un produttore per recare al mercato e al territorio un danno d’immagine incalcolabile. Deve esserci – ha aggiunto – tolleranza zero nei confronti dei sofisticatori, a tutela delle imprese e dei consumatori». Sabattini ha quindi avanzato la proposta di «creare una task-force dove anche le realtà locali concorrono ai controlli sui prodotti agroalimentari», citando il caso di un’esperienza avviata di recente a Padova, un protocollo in materia di lotta alla contraffazione sotto il coordinamento della Prefettura.
Una proposta rilanciata da Tiberio Rabboni, assessore regionale all’Agricoltura, il quale ha spiegato inoltre che «è necessario concordare nuove modalità di coordinamento tra ministero e Regioni per vigilare sugli organismi di controllo e formare consorzi di tutela per i nuovi prodotti Dop e Igp: a ogni prodotto deve corrispondere un solo consorzio di tutela. Occorre lavorare inoltre al rafforzamento degli organismi di certificazione favorendo processi di fusione e aggregazione». A livello comunitario inoltre – ha concluso l’assessore – «deve essere introdotto l’obbligo per gli Stati europei di intervenire d’ufficio contro le sofisticazioni».
I prodotti emiliano-romagnoli a marchio europeo Dop e Igp sono 30 (undici quelli modenesi), il 15 per cento del totale nazionale, e interessano oltre 6.200 aziende agricole e 1.200 aziende di trasformazione, per un valore alla produzione di 2.400 milioni di euro, come ha spiegato Denis Pantini, responsabile dell’Area agricoltura e industria alimentare di Nomisma. I danni economici provocati dai fenomeni di contraffazione sono elevatissimi, anche se difficilmente quantificabili: «I dati della Commissione europea – ha detto Pantini – confermano come la contraffazione sia un problema crescente. Nel 2008 sono stati quasi 50 mila i casi registrati che hanno portato al sequestro di quasi 179 milioni di prodotti».
«Per questo – ha concluso Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo – è auspicabile una revisione del regolamento comunitario. Anche se il marchio di tutela – ha concluso – da solo non è sufficiente. Molto resta da fare sul versante della capacità commerciale e sull’organizzazione di vendita delle imprese: senza un recupero dei ritardi esistenti su tale versante, anche un registro multilaterale potrebbe fare ben poco».