Gli amministratori della Regione
Emilia-Romagna e i Comuni chiedono al ministro della Giustizia un
chiarimento ”in merito alla legittimità e opportunità delle
notizie divulgate dalla stampa nazionale e regionale, secondo
cui la casa di lavoro di Castelfranco Emilia, starebbe
per diventare un ente affidato alla Comunità di San Patrignano
per la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti”.
Il progetto, di cui si era avuta notizia a fine dicembre,
aveva subito provocato prese di posizione a favore e contro.
Gianluca Borghi, assessore regionale alle politiche sociali,
Aldo Fabozzi, provveditore regionale dell’ amministrazione
penitenziaria, il sindaco di Castelfranco Emilia Fausto Galetti,
l’ assessore alle politiche sociali del Comune di Modena Alberto
Caldana, il direttore dell’ Istituto penitenziario di Modena e
la direttrice dell’ istituto Penitenziario di Saliceta, in un
incontro hanno ribadito la necessità di rispettare i contenuti
dell’ accordo sottoscritto tra Governo e Regione Emilia-Romagna
il 5 marzo 1998, accordo che prevede già la creazione di un
istituto a custodia attenuata a Castelfranco Emilia.
Il protocollo -precisa una nota della Regione- è stato
approvato dalla Giunta regionale con delibera del 10 marzo 1998
e pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione
Emilia-Romagna dell’ 8 aprile 1998. Il protocollo è l’ esito
del lavoro congiunto dell’ Amministrazione penitenziaria e della
Regione che hanno coinvolto nella progettazione gli Enti locali
e le Ausl. Gli amministratori sottolineano come il protocollo
sia tuttora in essere e non sia mai stato posto in discussione
in alcuna sua parte dal Governo. Inoltre sono state già
definite anche le modalità, che individuano nelle Asl, in
particolare nei Sert, le funzioni di cura e riabilitazione dei
tossicodipendenti detenuti come viene ribadito esplicitamente
nel Testo Unico 309/90, all’ articolo 96.