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Manette e multe per chi viola regole lavoro

Multe salate sono previste anche per
chi non rispetta il diritto del lavoratore ad almeno 4 settimane
di ferie l’anno.
Rischiano invece l’arresto vero e proprio, da due a quattro
mesi, i datori di lavoro che impiegano – durante le ore notturne
(24-06) – le donne incinte e quelle con bambini di età
inferiore a un anno. O se va bene dovranno pagare una multa che
può variare tra i 516 e i 2582 euro.

Stesse pene anche per chi
fa lavorare in orario notturno, senza il loro consenso, madri,
o padri, di bambini che hanno meno di tre anni o che siano unici
affidatari di ragazzi sotto i dodici anni o chi ha soggetti
disabili a carico. E ancora a rischio manette, e per un periodo
che può arrivare fino a sei mesi, ci saranno anche i datori di
lavoro che non verificano le condizioni di salute “attraverso
controlli periodici e preventivi adeguati” dei lavoratori che
impiegano in orario notturno. In questo caso le sanzioni
amministrative possono arrivare invece fino a 4131 euro partendo
da un minimo di 1549 euro.


Ecco in sintesi le sanzioni previste per i datori di lavoro:

-ORARIO DI LAVORO: è normalmente fissato in 40 ore a
settimana. Multa da 25 a 150 euro per chi viola con possibilità
di inasprimento della sanzione se la violazione “si riferisce a
più di 5 lavoratori o, nel corso dell’anno solare, si è
perpetuata per più di cinquanta giornate lavorative” (in
questo caso la multa va da 154 a 1032 euro). In generale non è
comunque consentito un orario di lavoro superiore alle 48 ore a
settimana in media per ogni periodo di sette giorni, compresi
gli straordinari. Chi viola questa norma sarà punito con multa
da 130 a 780 euro per ogni lavoratore e per ciascun periodo cui
si riferisca la violazione;


-FERIE: obbligo di quattro settimane almeno di ferie l’anno e
di queste due devono essere necessariamente godute entro l’anno
in cui sono state maturate (per le altre due si può slittare di
un massimo di diciotto mesi). Per il datore che viola scatterà
multa da 130 a 780 euro.


-LAVORO NOTTURNO: non possono farlo le donne incinte, le neo
mamme, o i lavoratori che si rifiutano di farlo e siano genitori
con figli di età inferiore ai tre anni, affidatari unici di
ragazzi fino ai dodici anni o abbiano a carico un disabile.
Pena, appunto, arresto o multa. Anche il mancato controllo dello
stato di salute del lavoratore notturno è soggetto a rischio
manette o ad una multa salata. Viene inoltre precisato che
l’orario notturno è fissato in un massimo di otto ore (la norma
precedente si riferiva solo ad un orario medio di questa
entità).


-RIPOSO GIORNALIERO E SETTIMANALE: undici ore continuative di
riposo sono obbligatorie e il non rispetto comporta una multa da
105 a 630 euro. Stessa sanzione per chi non permette al
lavoratore di godere ogni sette giorni di un periodo di riposo
di almeno 24 ore consecutive, “di regola in coincidenza con la
domenica da cumulare con le ore di riposo giornaliere”.


Le misure contenute nello schema di decreto legislativo
approvato ieri dal Consiglio dei ministri su proposta del
ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione
scatteranno comunque solo dopo l’esame delle competenti
commissioni parlamentari in vista di un successivo passaggio a
Palazzo Chigi per il via libero definitivo da parte del governo.
Il testo integra le norme in tema di orario di lavoro, pause,
ferie e lavoro notturno già in vigore in base al decreto
legislativo 66 del 2003 che recepisce le direttive comunitarie
in materia.

















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