Nuovi alloggi, un portale internet in lingua inglese per gli studenti internazionali, la connessione wireless delle residenze universitarie, più servizi per gli studenti disabili e le studentesse madri: sono alcuni risultati di “MoRe for students”, un progetto che vede Modena e Reggio Emilia unite per migliorare la vita quotidiana degli studenti universitari nelle due città. Il progetto, finanziato dal Ministero della Gioventù attraverso l’Anci, è promosso dal Comune di Modena in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori Er.Go, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Acer – Azienda casa di Reggio Emilia, e gode di un finanziamento di 800mila euro, di cui 400mila stanziati dai cinque partner e altrettanti provenienti dal finanziamento ministeriale. I primi risultati sono stati illustrati mercoledì 24 febbraio in due incontri pubblici, a Modena al Baluardo della Cittadella e a Reggio Emilia allo spazio Gerra.
Nel centro storico di Reggio Emilia sono 30 i posti letto realizzati grazie a MoRe for students: in piazzale Fiume e via Montegrappa sono stati infatti completati 7 alloggi Acer che dall’anno accademico 2010-2011 saranno disponibili a tariffe contenute per gli studenti che non hanno raggiunto i requisiti richiesti dal bando di Er.Go. È stato inoltre sviluppato “MapMyHouse”, un sistema on-line di incontro tra domanda e offerta di alloggi. In entrambe le città si è lavorato infine sul “co-housing”, favorendo l’incontro tra studenti fuori sede e persone anziane sole con una stanza a disposizione: a Modena, le convivenze già avviate riguardano soprattutto studentesse e in un caso anche una ragazza di origine straniera.
Il primo portale internet in lingua inglese dedicato all’offerta formativa dell’Università di Modena e Reggio Emilia e alle opportunità del territorio è un altro dei risultati ottenuti: il nuovo sito è accessibile dalla home page dell’Ateneo, da www.moreforstudents.it o direttamente da www.international.unimore.it e contiene informazioni utili a chi vuole trasferirsi per studiare.
Le residenze gestite dall’Università di Modena e Reggio Emilia e da Er.Go sono state predisposte per la connessione internet wi-fi. A Reggio Emilia, gli studenti universitari possono accedere ad internet anche nelle zone della città coperte dal servizio, utilizzando le stesse credenziali rilasciate dall’Università al momento dell’iscrizione. A Modena, le studentesse madri possono contare su un servizio di baby sitting fornito da personale qualificato e accreditato dal Comune, a tariffe calmierate di 5 euro l’ora. Nuove lavagne multimediali ad alta tecnologia sono state installate nelle aule informatiche delle due sedi universitarie, per agevolare gli studenti disabili. Il progetto è servito anche a finanziare sedici domeniche di apertura straordinaria della Biblioteca civica Delfini di Modena e a estendere gli orari della biblioteca della Facoltà di Economia e Commercio “Marco Biagi”, con l’obiettivo di armonizzare l’offerta con quella di Reggio Emilia, dove le biblioteche comunali sono aperte anche in orario serale.
Da una ricerca condotta su 1092 studenti i punti di forza e debolezza dell’Ateneo e delle città che lo ospitano
A Modena e Reggio Emilia si viene per studiare soprattutto dalla provincia, ma la vita da studente è piuttosto diversa da quella della vicina Bologna. I servizi e i parchi sono al di sopra della media, ma i trasporti pubblici non sono efficienti per chi ha bisogno di spostarsi tra le diverse sedi dell’Ateneo. Questi alcuni dei dati più significativi dell’indagine condotta all’interno del progetto More for students da Opera, unità di ricerca del Dipartimento di Scienze cognitive di UniMoRe, su 1092 ragazzi e ragazzi, campione rappresentativo degli studenti delle due città. I risultati serviranno per progettare migliori servizi e fornire nuovi spunti di collaborazione ai cinque partner del progetto finanziato dal Ministero della Gioventù e Anci.
La ricerca è stata condotta con metodologie qualitative come i focus group e quantitative come le domande a risposta multipla ed aveva l’obiettivo di misurare il grado di soddisfazione e i bisogni dei giovani che frequentano l’Università di Modena e Reggio Emilia e vivono ogni giorno le due città emiliane. Particolare attenzione è stata dedicata, infatti, all’analisi del rapporto che lega lo studente alla città, suddividendo gli studenti tra quelli “in sede”, “pendolari” e “fuori sede”. Da questa analisi emerge una prima differenza significativa fra i giovani che studiano a Modena e a Reggio Emilia. Modena si dimostra capace di attrarre un maggior numero di studenti non originari della città (circa l’80%), di cui il 60% è “pendolare” mentre il 20% è “fuori sede”. A Reggio Emilia le proporzioni sono simili per quanto riguarda i “pendolari” (66%), mentre sono più basse relativamente agli studenti “fuori sede” (10%). In generale, gli studenti “fuori sede” non sono originari dell’Emilia Romagna (vi è un’importante percentuale di studenti provenienti dalla Puglia); mentre quelli “pendolari” risiedono o nella provincia della città in cui studiano oppure in altre città della Regione.
La forte componente di pendolarismo incide significativamente sulla vita dei ragazzi, il 20% dei quali dichiara, infatti, di non fermarsi quasi mai nella città oltre l’orario di lezione, pur recandovisi mediamente 4 giorni a settimana. Il profilo prevalente è dunque quello dello studente “mordi e fuggi”, che si limita a fruire del servizio essenziale offerto dalle strutture e dalle città: le lezioni, la biblioteca e poco più.
Gli studenti “fuori sede” rimangono un nucleo numeroso ma non sufficientemente consistente di persone che all’interno della città si trova nella difficoltà di costruirsi nuove conoscenze e tende a creare intorno a sé un network sociale costituito in prevalenza da altri studenti “fuori sede”, per analogia di esigenze e problematiche affrontate come, ad esempio, la soluzione abitativa: l’87% di loro condivide l’appartamento con altri studenti (in media 2).
La mancanza di una forte identità collettiva dello studente dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia si evidenzia anche nella scarsa percezione della relazione fra le due sedi. Il dato più evidente è rappresentato dalla bassa mobilità fra le due città: 1 studente su 3 di Modena dichiara di non recarsi mai a Reggio Emilia, né per attività legate agli aspetti formativi, né per attività ludiche/sociali. Gli intervistati ascrivono la responsabilità di ciò soprattutto alla scarsa efficienza dei trasporti pubblici (treni e sistemi di trasporto urbano).
I trasporti, tuttavia, non sono l’area di inefficienza che gli studenti lamentano maggiormente. I giudizi più bassi riguardano la percezione di sicurezza, il costo della vita (affitti in primis), le opportunità di svolgere lavori part-time durante il periodo di studio e il “contatto confuso” con le Pubbliche Amministrazioni. Per contro, i punti di forza che gli studenti individuano riguardano soprattutto: la qualità dell’offerta formativa, la capillarità dei pubblici esercizi per le spese di prima necessità e l’efficienza delle strutture sanitarie. I giudizi non differiscono significativamente tra le due città.
Anche la cultura e le proposte per il tempo libero sono tra le aree di soddisfazione più accentuate, mentre le prospettive di lavoro e la sicurezza sono punti di debolezza reclamati dagli studenti.
Gli intervistati hanno dichiarato di non percepire queste città “a misura di studente”. Perché possano esserlo nel futuro, gli studenti di oggi consigliano di favorire lo sviluppo di un clima di accoglienza e di interazione sociale fra giovani (attraverso un aumento dei locali pubblici e degli spazi di aggregazione), di potenziare l’offerta culturale, premiando l’innovatività, di mantenere il buon livello raggiunto dalla sanità e dalla cura degli spazi verdi, di consolidare le proposte per il tempo libero e di migliorare sensibilmente il contatto fra Pubblica Amministrazione e giovane cittadino.
Come poter raggiungere in modo efficace questo segmento di popolazione? I media tradizionali e locali non sono i veicoli più appropriati, perché non appartengono alle abitudini dei più giovani (leggono il quotidiano locale in media una volta al mese). I nuovi media sono certamente il mezzo a loro più affine (navigano su Internet mediamente 2 ore al giorno), in particolare i social network. La comunicazione verso questo target di individui non può più esimersi dal prevedere una propria presenza on-line. Una presenza che deve però essere strutturata nella prospettiva dell’utente, soprattutto attraverso l’utilizzo di tecniche, strumenti e azioni che amplifichino la visibilità della Pubblica Amministrazione e dei servizi pensati per i giovani (e.g. bike sharing), in modo da riuscire ad attrarre anche quel 38% di studenti che, pur vivendo ogni giorno la realtà della città in cui studia, non ha mai avuto alcun contatto con il Comune.