Le proposte del Governo, e in particolare del ministro Brunetta, contro la corruzione e per la riduzione delle ‘spese superflue’ sembrano voler colpire ancora una volta i Comuni, additati grossolanamente e in modo indistinto come culle del malaffare e dello spreco di risorse pubbliche.E’ grottesco e inaccettabile, perché sono soprattutto i Comuni ad essere in prima linea per la legalità, impegnati capillarmente nella trasparenza negli appalti, nella lotta al lavoro nero, nel controllo e nella riduzione delle spese. Voglio ricordare che il comparto enti locali in Italia ha diminuito complessivamente di un miliardo di euro le proprie uscite, mentre le spese ministeriali sono aumentate del 30 per cento.
E’ evidente che quello del Governo è un procedere affetto dall’abituale miopia centralistica italiana; infatti mentre per i Comuni l’intento è quello di approvare una norma utilizzando un disegno di legge di conversione di un decreto legge e quindi con una corsia preferenziale, per la Pubblica amministrazione centrale i contenuti e il percorso sono ancora molto fumosi. Così si corre il solito rischio: gli unici sui quali si farà un intervento saranno gli Enti locali mentre la maggior parte delle inchieste in corso e l’incremento pesante della spesa riguardano responsabili tecnici e settori della Pubblica amministrazione centrale.
Bene ha fatto l’Anci a sottolineare in questi giorni che sarebbe veramente inaccettabile che, dopo aver garantito la riduzione della pressione fiscale eliminando un pezzo di Ici e quindi dell’autonomia dei Comuni e dopo aver realizzato il contenimento dei costi della politica solo attraverso una riduzione dei consiglieri comunali e degli assessori, senza produrre neanche una benché minima riduzione di spesa nei ministeri e nel Parlamento, oggi si presenti una proposta che riguarda solo i Comuni in una materia così delicata.
(Graziano Delrio, Sindaco di Reggio Emilia e vicepresidente nazionale Anci)