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Danza: a Reggio Emilia 2004 tributo a John Neumeier

“Biografie dell’anima” di due
personaggi come il musicista Leonard Bernstein e il coreografo
Nijinsky, tradotte in scene passionali da un altro grande
coreografo americano, John Neumeier. Sono i due appuntamenti
cult del festival Reggio Emilia Danza 2004 (Red), che ha per
ospite d’onore proprio l’americano Neumeier, da 30 anni alla
guida dell’Hamburg Ballet.

Ieri a Milano, ospite di Giorgio Armani, che ha creato i
costumi per ‘Bernstein Dances’, Neumeier ha presentato i suoi
due spettacoli, selezionati in una produzione sconfinata, che
debutteranno a Reggio Emilia in prima italiana agli inizi di
maggio. “Entrambi i balletti sono biografie interiori, ma – ha
spiegato il direttore dell’Hamburg Ballet – nel caso di
Bernstein ci siamo conosciuti veramente, mentre Nijinsky
sfortunatamente non l’ho mai incontrato, ma è come se l’avessi
fatto”.


Entrambi gli spettacoli – ha aggiunto Neumeier – sono nati da
un impulso emotivo, dalla passione per i personaggi, per
un’idea. “Sono tra i pochi coreografi che seguono la passione –
ha dichiarato l’artista, semplice e modesto come solo i grandi
sanno essere – alcuni vorrebbero dividere la danza tra narrativa
e astratta, ma non è possibile farlo perché il balletto è
sempre e solo un’azione umana”.
Sono ritratti di persone, più che biografie di grandi dello
spettacolo, infatti, i due balletti con cui Neumeier si presenta
a Reggio Emilia. ‘Bernstein dances’, in scena il 4 maggio al
teatro Valli, evoca da un lato l’origine culturale di un giovane
americano degli anni ’50-’60, dall’altro rievoca tutto il
background del creatore di ‘West Side Story’, fatto di studi di
‘modern dance’ e ‘jazz in stile Broadway’. I costumi dello
spettacolo, nato nel ’98, sono stati creati da Giorgio Armani,
”l’unico designer – ha detto il coreografo – in grado di creare
costumi senza tempo, ma allo stesso tempo contemporanei”.


La coreografia di ‘Nijinsky’, in scena il 7 e l’8 maggio al
Teatro Valli, si presenta invece come un’immersione nello stile
di Neumeier, perché riassume il suo modo di concepire il
balletto drammatico d’autore. Affascinato dalla figura del
ballerino e coreografo polacco fin da ragazzino, quando nella
natia Milwaukee ne lesse una biografia che stimolò il suo amore
per la danza, Neumeier nella sua casa-museo di Amburgo ha la
più grande collezione di opere, quadri e oggetti, ispirate alla
star dei Balletti Russi di Diaghilev. “Voglio darvi un’idea
genuina di Nijinsky, per farvi capire perché mi ha tanto
affascinato – ha raccontato Neumeier -. E’ un uomo che è
cresciuto per 10 anni, ha studiato per 10 anni, ha ballato e
coreografato per 10 anni ed è morto per 30 anni, perché è
stato dichiarato pazzo a 30 anni, ma nel decennio di attività
ha avuto una capacità di progettazione e proiezione di sé
continua, tanto modesta che i suoi lavori non glorificavano le
sue qualità di danzatore, ma erano opposti. Alla fine della sua
fase produttiva, la sua sensibilità si spostò dall’arte e
dalla danza a mete ancora più spirituali”.


Incastrato tra i due appuntamenti a teatro, un workshop in
cui lo stesso Neumeier parlerà al pubblico del suo ruolo di
animatore culturale ad Amburgo. In programma al festival Red
anche la danza metafisica di Josef Nadj con ‘Les Philosophes’ e
il lavoro dell’israeliano Avi Kaiser ‘Piazza figura due’,
ispirato alle sculture di Alberto Giacometti. Per la sezione
‘Italia danza’, spazio alla compagnia Aterballetto di Mauro
Bigonzetti e al debutto italiano del coreografo Jacopo Gordani,
lanciatissimo all’estero, già al Frankfurt Ballet. Gli
spettacoli, oltre che nei teatri cittadini, si svolgeranno in
chiese, parchi e giardini, ma anche in strada, dove il 15 maggio
si terrà un defilé danzante lungo le vie del centro.

















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