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Il 25 aprile aprirà al pubblico il Terramara di Montale

A pochi chilometri da Modena, nello stesso luogo in cui sorgeva un antico villaggio dell’età del Bronzo, il parco offre al pubblico la straordinaria opportunità di riscoprire una delle realtà archeologiche più rappresentative della protostoria europea: la civiltà delle terramare, tipici villaggi della pianura padana abitati da comunità che, pur non conoscendo la scrittura, avevano sviluppato attorno alla seconda metà del II millennio a.C. un evoluto sistema economico e sociale.


Nel parco archeologico un percorso nel verde opportunamente segnalato mette in evidenza le tracce delle fortificazioni che circondavano l’antico villaggio. I resti riportati alla luce nel corso degli scavi archeologici sono inseriti all’interno di uno spazio museale dotato di apparati didattici e multimediali che spiegano gli oltre quattro secoli di vita del villaggio.

Nel museo all’aperto viene proposta la ricostruzione a grandezza naturale di una parte della terramara comprendente il fossato, il terrapieno con palizzata difensiva e due grandi abitazioni arredate con vasellame, utensili, armi e vestiti che riproducono fedelmente originali di 3500 anni fa. A fianco delle due abitazioni ci sono anche due fornaci per la cottura della ceramica. Il pubblico in visita al museo all’aperto è coinvolto a sperimentare le attività e le produzioni artigianali delle antiche genti delle terramare: dalla fabbricazione dei vasi, alla produzione di armi e attrezzi in metallo, alla tessitura, alla lavorazione del corno di cervo.

Il parco sarà aperto al pubblico le domeniche e i giorni festivi. Sono previsti inoltre programmi ed eventi su prenotazione per le scuole e per il pubblico più giovane, che includono anche l’utilizzo di un laboratorio didattico e la partecipazione ad uno scavo simulato basato sulle evidenze messe in luce dallo scavo della terramara.

Il parco è stato realizzato dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena e dal Comune di Castelnuovo Rangone (MO) in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni archeologici dell’Emilia Romagna, con il sostegno della Commissione Europea, della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Informazioni: 059-532020.

















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