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Le cimici dell’olmo ‘testimoni’ del clima?

Le cimici dell’olmo possibili ‘testimoni’ del clima. Una ricerca condotta congiuntamente sulla materia dal Dipartimento di Scienze agrarie (Re) e dall’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei materiali e dell’ambiente (Mo) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia oggetto di una trasmissione su Rai 3 a ‘Che Tempo Che Fa’. I primi risultati ufficializzati in agosto durante un convegno in Australia.

Arocatus melanocephalus, meglio nota alla popolazione semplicemente come ‘cimice dell’olmo’, è un insetto molto diffuso nelle nostre zone, che negli ultimi anni ha cominciato a causare problemi a Modena e dintorni, dove ogni estate si osservano periodiche e ripetute ‘invasioni di massa’ di centinaia di questi individui entro le case. Di per sé non dannoso per l’uomo, il fenomeno è comunque causa di notevoli fastidi ai cittadini in quanto gli insetti sono in grado di penetrare nelle abitazioni e si infilano ovunque, nascondendosi attorno a porte e finestre, tra le tende, sotto i mobili, ecc. Il fastidio maggiore è che emanano uno sgradevole odore di mandorle amare.

A questo proposito, nei mesi scorsi, si è avviata una originale collaborazione tra il Dipartimento di Scienze agrarie e l’Osservatorio universitario geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei materiali e dell’ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, il primo presente a Reggio Emilia, il secondo operante a Modena, con lo scopo di indagare sulle cause di diffusione di questo insetto, che sembra essersi enormemente sviluppato negli ultimi 4 anni, proprio a partire da quando a Modena è stato rilevato un vistoso aumento delle temperature coincidenti col periodo fine inverno – inizio primavera.

L’argomento è stato oggetto di un’intera puntata del talk-show di RAI 3 ‘Che Tempo Che Fa’, andata in onda lo scorso venerdì 23 Aprile.
La ricerca intrapresa dal gruppo del nostro Ateneo, condotto in collaborazione con il dott. Stefano Vanin del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, proseguirà con uno studio più sistematico che cercherà di indagare, tramite prove di laboratorio e campionamenti su campo, le possibili cause del fenomeno delle invasioni di Arocatus melanocephalus. I primi risultati saranno presentati con una comunicazione al prossimo Congresso internazionale di Entomologia, che si terrà a Brisbane (Australia, 15-21 Agosto 2004).

















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