L’on. Ivano Miglioli, membro della commissione Lavoro della Camera, commenta l’intervento del ministro Sacconi ieri all’assemblea di Confindustria Modena.
«Ho ascoltato attentamente sia la relazione del presidente di Confindustria – molto equilibrata – sia l’intervento del ministro Sacconi che ha riproposto la filosofia di fondo che sta dietro alla manovra del governo, sintetizzata dallo slogan “Meno Stato, più società”. Insomma, una versione edulcorata ma non meno pericolosa di quella deregulation che ha portato il mondo sull’orlo della bancarotta globale.
Mentre negli altri paesi, a partire dagli Stati Uniti, si sta cercando di mettere un freno al potere di una finanza senza regole e senza etica, qui in Italia il governo va nella direzione completamente opposta, riproponendo la ricetta fallimentare del liberismo più sfrenato. E così si va avanti a forza di scudi fiscali, di condoni, di riduzione dei controlli, arrivando ad attaccare quella regola fondamentale che è la Costituzione. Gli unici ad essere sottoposti ad angherie sono i giornalisti e i magistrati.
La manovra è una medicina amara ma indispensabile per evitare di finire come in Grecia, ci ripetono Sacconi e tutti i suoi colleghi, dimenticando che in questi due anni il premier e i suoi ministri la crisi l’hanno negata o tutt’al più giudicata passeggera se non già alle nostre spalle. La verità è che in questi anni c’è stato un colossale spostamento di ricchezza dal lavoro alla rendita finanziaria e nella classifica del potere d’acquisto dei salari l’Italia è al 23° posto fra i 30 paesi Ocse, con un livello salariale inferiore del 16 per cento rispetto alla media. In compenso siamo al 6° posto per tassazione mentre la disoccupazione è al 9 per cento con un picco del 30 per cento tra i giovani. Insomma bassi salari e alte tasse.
Di fronte a tutto ciò il governo – invece di colpire i redditi più alti, come avviene in Francia, in Germania, in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Spagna – se la prende con i soliti noti, lavoratori statali, enti locali, Regioni. Alla faccia del federalismo tanto sbandierato a destra e a manca.
Ieri pomeriggio Confindustria ha premiato gli studenti più meritevoli delle scuole modenesi, quelle stesse che il governo sta mettendo in ginocchio a forza di tagli indiscriminati e di svuotamento progressivo della didattica. Un episodio emblematico che la dice lunga sulla totale mancanza di prospettiva e di visione del futuro di questo governo».