Il Consiglio comunale ha approvato, infatti, con la sola astensione di Lega nord e Modena 5 stelle, la delibera che dà in diritto di superficie per 40 anni all’Azienda di servizi alla persona (Asp) “Patronato per figli del popolo e fondazione san Paolo e san Geminiano” un’area di 2 mila 600 metri quadrati.
“La convenzione approvata definisce l’unificazione nella sede di via dello Zodiaco di due delle tre sedi dell’Asp, una comunità residenziale in via Emilia est e due semiresidenziali in via Goldoni e in Rua Muro”, ha spiegato l’assessore al Patrimonio Fabio Poggi, illustrando la delibera. “La nuova sede sorgerà in un’area destinata ad attrezzature generali e vedrà la realizzazione di tre immobili, tra cui una comunità residenziale che andrà a sostituire l’attuale edificio di via Emilia est, angolo via Cimarosa, e ospiterà minori maschi dai 6 ai 12 anni per un totale di 8 posti letto, contro gli attuali 6, più uno di pronta accoglienza”. Il secondo immobile, ha proseguito Poggi, “ospiterà la comunità semiresidenziale che andrà a sostituire quella di via Goldoni e accoglierà bambini e bambine dagli 11 ai 15 anni per un totale di 12 posti giornalieri. Il terzo edificio sarà una sala polifunzionale dove verranno svolte diverse attività a sostegno della genitorialità e ci saranno alcuni locali tecnici”. L’assessore ha spiegato che il diritto di superficie sarà assegnato per 40 anni previo il pagamento di un corrispettivo di 92 mila euro. E’ stato, inoltre, aggiunto un vincolo ventennale sulla destinazione d’uso per attività rivolte a minori. Alla scadenza del diritto di superficie l’Asp potrà chiedere una proroga di 15 anni.
Ingrid Caporioni, Pd, si è detta “preoccupata” che “i tagli per il bilancio che andremo ad approvare” vadano a incidere sui servizi rivolti ai minori. “Dovremmo ripensarli – ha aggiunto – perché dietro ai tagli ci sono persone, non numeri. Il Comune dovrà destinare contributi importanti a questi servizi”. Franca Gorrieri, Pd, ha ripercorso l’iter dell’Asp: “L’Azienda si è costituita nel 2008 con l’unione di due Ipab ed è per l’85% del Comune, per il 7,5% della Diocesi, e per l’altro 7,5% delle tre banche storiche modenesi. Con la fusione e la nascita dell’Azienda si è deciso di mettere insieme questa comunità, dove vengono accolti bambini assegnati dal Tribunale per i minori, talvolta con urgenza”.
Adolfo Morandi, Pdl, ha sottolineato la necessità di strutture efficienti: “Non pensiamo che non si debba fornire il servizio, ci preoccupiamo solo della sua efficienza, che va sempre tenuta presente per evitare spese inutili del Comune. La soluzione più utile, inoltre, sarebbe quella di inserire i ragazzi in famiglie”. La collega di partito Olga Vecchi ha chiesto ragione del fatto che “la destinazione sociale è di soli 20 anni, mentre la concessione di superficie di 40. Se allo scadere dei 20 anni la Fondazione decide di porre termine all’attività sociale, cosa verrà fatto degli ambienti e che fine faranno i bambini?”. Vittorio Ballestrazzi, Modena 5 stelle, in dichiarazione di voto ha annunciato la propria astensione: “Sono favorevole alla delibera, ma sono rimasto scottato dal caso dei coniugi Covezzi. La loro assoluzione di qualche giorno fa mi ha fatto di nuovo credere nella giustizia”, ha aggiunto il consigliere che ha criticato l’attività di assistenti sociali e giudici di primo grado.
Nel dibattito è intervenuta anche Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali che ha spiegato come spetti al Tribunale dei minori affidare bambini al Comune. “L’Amministrazione cerca loro una collocazione in famiglia – ha detto – ma nonostante Modena sia la prima città in Regione per affidi, il numero di nuclei che si mette a disposizione non è sufficiente a esaurire tutto il bisogno, e alcuni bambini vengono ospitati in comunità”. Maletti ha aggiunto che “non c’è la volontà di implementare l’attività dell’Asp, ma semplicemente di collocare i minori affidati all’Amministrazione e questo è un servizio che non può essere tagliato per legge. Puntiamo sul fatto che l’Azienda accolga solo bambini di Modena, in quanto il Comune, visto l’alto numero di minori da collocare, acquista servizi fuori città, con costi maggiori”. L’assessore ha ricordato che questa attività “sta aumentando di anno in anno e non esistono trasferimenti vincolati da parte di Usl, Regione o Stato, quindi i costi gravano interamente sul bilancio comunale”.
L’assessore Poggi ha concluso il dibattito ricordando che l’Asp per l’85% è del Comune: “Non credo che ci sia dubbio che dopo i 20 anni vincolati continui nella direzione dei servizi per minori”.