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Aimi (PDL): Parco XXII aprile, cartelli e segnaletica in doppia lingua, italiano e arabo. Modena città bilingue

”Ormai è ufficiale, qualora qualcuno non se ne fosse ancora accorto: Modena è città bilingue, come Bolzano, solo che al posto del tedesco, dalle nostre parti si parla l’arabo. Praticamente ufficializzato con la presenza di cartelli in doppia lingua che fanno bella mostra di se, come al Parco XII aprile”.Lo ha affermato il Consigliere regionale del PDL Enrico Aimi intervenuto per commentare “questa bella trovata dell’Amministrazione comunale che – ha aggiunto – invece di tentare di porre rimedio a dissennate politiche, più che di integrazione di “disintegrazione”, persevera diabolicamente nell’errore. Il concetto distorto di accoglienza che hanno i compagni soffre di un gravissimo errore di fondo, quello di ritenere che l’integrazione sia un processo inverso e che spetti dunque a noi andare incontro agli ospiti stranieri e trasformare Modena a immagine e somiglianza della terra d’origine, in una sorta di succursale di casa loro. Ecco spiegati i corsi di arabo agli arabi, i menù multietnici senza carne di maiale nelle scuole e le segnaletiche nella lingua dei sultani, per non parlare della forte allergia per il crocifisso e per il presepe. Il tutto per compiacere e non turbare la suscettibilità di alcuni stranieri. E’ così che si e’ portata Modena ad essere tra le capofila in Italia per immigrazione, in particolare per quella clandestina. Complimenti! Per noi – ha detto ancora Aimi – il principio e’ diverso: chi viene da noi deve partire dal presupposto che deve parlare o imparare a parlare la nostra lingua, rispettare le nostre leggi, regole e tradizioni. Qui invece per la sinistra funziona diversamente: ha piazzato agli ingressi del parco i cartelli in doppia lingua, un po’ come capita in Alto Adige, regione, va detto, a Statuto Speciale, dove, però, la seconda lingua è il tedesco e non l’arabo. Da noi invece, evidentemente, è stato deciso di attuare uno statuto “specialissimo”: niente canederli, niente crauti, ma cous cous e kebab a volontà. Ed ora anche i cartelli nella lingua di Aladino. Un po’ come se – ha rincarato il coordinatore vicario del PDL Modena – si fosse deciso di sventolare bandiera bianca. Qualche perplessità l’abbiamo anche sotto il profilo normativo. Non capiamo infatti in base a quale disposizione si sia deciso di procedere con le indicazioni in arabo e non in inglese ad esempio o in un altra lingua della comunità europea. Ritenevamo infatti di far parte di quest’ultima, nessuno si era accorto invece che a sinistra danno per scontato un nostro ingresso nella Lega Araba. E il prossimo passo, quale sarà? Obbligo di redigere i menù dei ristoranti in arabo, magari vietando la carne di maiale (come è ahinoi già successo in scuole ed asili)? I modenesi ormai sono stanchi, sfiniti. Il degrado regna sovrano, gli aiuti economici vanno pressoché a senso unico a sostegno degli immigrati ed ora, in questa folle corsa a marcia indietro che la città sta compiendo in un vicolo buio e senza uscita, arrivano i cartelli per gli arabi. Ma gli stranieri non erano per loro tutti uguali? Abbiamo un altro record insuperato grazie a queste politiche: ci sono infatti più di 120 etnie diverse in città. Perchè in arabo sì e in russo o spagnolo (c’e’ una forte comunità latino americana) o albanese, no? Ovviamente non potendo piantare 120 cartelli per ogni indicazione e’ meglio che ne rimanga uno, quello in italiano, anche perchè chi viene qui deve fare almeno lo sforzo di imparare la nostra lingua . Ma qualcuno a sinistra la pensa diversamente e ha scambiato Modena per Medina e forse ingenuamente pensa che la targa MO stia a significare Medio Oriente”.

















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