“Non c’è l’intenzione di considerare le famiglie al pari delle convivenze su una serie di azioni che la legge prevede per le prime, come ad esempio gli affidi. Credo che tutto quello che si fa a Modena sia fatto per le famiglie”. E’ la risposta dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti in Consiglio comunale all’interrogazione della consigliera del Pdl Luigia Santoro “Tutelare la centralità della famiglia”.
In particolare, la consigliera ha chiesto alla Giunta “se non ritenga opportuno prendere a Modena una posizione ferma a favore della centralità della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna con un progetto comune di vita”. Secondo Santoro il ruolo preminente che viene affidato alla famiglia dalla Costituzione “va tutelato e promosso, evitando di conformarla ad altre rispettabili forme di convivenza”. Per questo la consigliera chiedeva alla Giunta se non fosse il caso di “indirizzare le politiche familiari solo alla famiglia propriamente intesa, per evitare di equipararla, nei fatti, ad altre forme di convivenza, creando precedenti e confusioni ideologiche”.
L’assessore, rispondendo all’interrogazione, ha ricordato che, sulla base di dati aggiornati al 2009, le famiglie a Modena sono 82 mila 935, in crescita rispetto al passato. Di queste, oltre il 37% sono composte da una sola persona; diminuiscono invece i nuclei con 3 o più componenti, pari al 33,9%. “In molte famiglie non c’è finalità procreativa, ma di famiglie comunque si tratta”, ha affermato Maletti. “Tutte le relazioni, matrimonio religioso, civile o convivenze, di anno in anno fanno registrare una durata sempre minore. Ciò è negativo perché dimostra una certa fragilità dei rapporti”. L’assessore ha sottolineato inoltre che servirebbero, da parte di Governo e Parlamento, azioni di tutela previste in altri Stati, mentre al contrario quest’anno sono state tolte risorse alle famiglie numerose.
Nella replica, la consigliera ha distinto tra “famiglia giuridica e famiglia anagrafica, debole dal punto di vista giuridico”. Lo stato di famiglia, ha proseguito Santoro, “non può essere comparato al matrimonio. Chi sceglie uno status ha escluso l’altro, ma spesso le coppie separate hanno più diritti di quelle sposate”.