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PD modenese: lettera aperta al signor Caprotti sul caso Esselunga

Lettera aperta del segretario provinciale del Pd Davide Baruffi al titolare della Esselunga spa, sig. Bernardo Caprotti.

Egregio Sig. Caprotti,

mi rivolgo direttamente a lei con questa lettera aperta, non disponendo delle risorse necessarie a comprare pagine di giornali. Non entro più nel merito della vicenda urbanistica che vede coinvolto Lei e un suo diretto concorrente, perché mi pare che la questione, oltre che perfettamente chiarita dall’Amministrazione comunale modenese, sia stata chiusa da un pronunciamento del tribunale amministrativo e da un non luogo a procedere della procura.

Questione in sé delicata e sgradevole per tutti, a partire da chi ha più condiviso la necessità di riqualificare una parte significativa della città – quella della fascia ferroviaria – facendo affidamento non solo sulle idee e i programmi dell’Amministrazione (attraverso la programmazione urbanistica), ma anzitutto sull’impresa privata quale volano di sviluppo urbano.

Sarebbe stato auspicabile un accordo tra le parti: con reciproca soddisfazione dei privati coinvolti (ma non ho elementi per definire come), con sicura soddisfazione del Comune che avrebbe visto realizzata una sua previsione importante, con indiscutibile vantaggio dei modenesi che avrebbero visto partire un intervento positivo di qualificazione urbana e investimenti economici utili in un momento di grave crisi economica. Ma tutto questo dipendeva, a programmazione vigente, da Lei e dalle Sue controparti.

All’amministrazione comunale spetta invece prendere atto che quanto inizialmente pianificato non ha potuto trovare attuazione per inerzia e conflitto delle parti e, di conseguenza, corre l’obbligo di modificare tale pianificazione. Lei, sig. Caprotti, se la può legittimamente prendere con le Sue controparti, o con Se stesso, o con il destino cinico e baro. Quel che non può fare è scaricare questa responsabilità su un’Amministrazione comunale, su un partito, o aggredire un assessore (perché comprare decine di pagine di giornali per denigrare e screditare una persona è una cosa francamente odiosa). Credo che di questo dovrà rispondere.

Può invece, se lo ritiene utile, continuare a gridare al complotto politico: l’accusa è grottesca e indimostrabile, ma sufficientemente vaga per non essere perseguita in sede legale. Tuttavia, mi pare di capire – leggendo le esternazioni degli esponenti di centrodestra modenesi e nazionali – che la scelta dei tempi e dei modi di questo suo ennesimo attacco non sia casuale: nel momento in cui pezzi significativi del governo e del PdL franano sotto i colpi di inchieste giornalistiche e giudiziarie si prova a spostare il tiro ancora una volta su Modena e sull’Emilia Romagna. Ahimè, purtroppo per Lei – e per i giannizzeri berlusconiani – stiamo parlando di quella porzione di territorio in cui vige il più alto indice di libertà economica del Paese. Lo certifica autorevolmente il Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi. Sarebbe interessante, per assurdo si intende, sapere come questo centro classificherebbe quel sistema economico cresciuto all’ombra del governo Berlusconi che alla libera concorrenza ha sostituito favori e privilegi per gli amici degli amici. In realtà penseranno i tribunali a classificare questi comportamenti e i loro protagonisti, gli stessi tribunali ai quali La invito a rivolgersi se ha qualcosa di più utile da dire rispetto al passato (sappiamo com’è andato a finire il suo ultimo atto d’accusa) che non siano le calunnie di questi giorni.

Davide Baruffi

Segretario provinciale Pd

















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