“Al tempo squadernato” è il titolo di una installazione carica di suggestioni che potrà essere “visitata” venerdì 16 e sabato 17 luglio dalle ore 21 alla galleria Condotto9 a Sassuolo, in via Stoccolma 15.
Il progetto, costruito sulle emozioni forti, è stato realizzato da Sara Cattani, Chiara Cenzento, Natascia De Santis, Cristina Monari, Sonia Semerini, Francesca Seminati, Clelia Zanardi.
AL TEMPO SQUADERNATO è frutto di un laboratorio – 6 mesi di lavoro intenso – curato da Franco Hüller con un gruppo di disabili psichici, in collaborazione con la Cooperativa Sociale “L’Eco”, il Servizio Sociale Associato del Comune di Scandiano e il Comune di Rubiera.
L’origine del lavoro è nell’azione terapeutica dell’espressione pittorica nella valorizzazione delle “diverse abilità” di portatori di handicap psichico. Ma il senso del percorso realizzato sta nella massima libertà dell’espressione raggiunta dalle ragazze. Nel legame tra impulso e azione emerge un processo di interiorizzazione, visualizzazione, cura e terapia.
L’allestimento è stato curato in modo da far emergere in tutta la sua forza e spontaneità, il lavoro comune del gruppo, utilizzando il contrasto cromatico e il bianco come quinta ideale e rovesciata, dove vengono percepite le potenzialità confuse, come di fronte all’opacità “albina” della tela, che diviene qui contesto e non realizzazione. Come nel Gilles di Watteau, la sensazione più immediata è quella del disagio, che confonde e spiazza, perché inconsciamente percepito come originario.
“Le ragazze – spiega l’artista Franco Hüller, che ha condotto il laboratorio – hanno lavorato ininterrottamente ad una serie di disegni e poi hanno usato il foglio come supporto per dipingere. In breve tempo sono state assorbite da uno strano automatismo che ha seguito in modo naturale tutta la loro naturale inventiva. Le ragazze hanno la possibilità di dipingere come fanno i bambini molto piccoli, senza riflessioni sul linguaggio. Lasciano scorrere il pennello sulla carta, come solo pochi artisti navigati sanno fare, utilizzando gli strumenti con una totale leggerezza. È quasi un rispetto ossequioso nei confronti della pittura, tanto ossequioso da mettere in secondo piano il soggetto di ciò che fanno, i temi, le scelte”.
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