“L’Amministrazione comunale di Modena usa due pesi e due misure. Applicazione ferrea delle leggi sui rischi ambientali in strutture e aree di privati cittadini come quella di via Mar Mediterraneo, e invece disinteresse totale e scaricabarile sui rischi ambientali nelle aree di sua proprietà, come quella delle ex fonderie”.Lo affermano il Consigliere regionale e comunale del Popolo della Libertà Andrea Leoni ed il Capogruppo in Consiglio provinciale del PDL Dante Mazzi intervenendo sullo stato di abbandono e di degrado ambientale in cui versa l’area delle ex fonderie di Modena.
“Per il Comune di Modena anche la presenza di amianto o di altre sostanze nocive è un problema solo se è in casa d’altri. Non lo è più se riguarda uno spazio pubblico di sua proprietà come le ex fonderie.
Ogni giorno che passa il mistero sui rischi, le inadempienze, la pericolosità dell’area delle ex fonderie si infittisce. Così come diventa sempre più nebuloso anche l’enigma intorno al progetto di riqualificazione avviato nel 2006 con il progetto DAST e già pagato più di 120.000 euro dalla giunta Pighi utilizzando i soldi dei cittadini. Perché non si sa ancora nulla del progetto definitivo di riqualificazione affidato al vincitore del percorso partecipato nell’agosto del 2010? La delibera approvata dal Comune recitava testualmente che la consegna degli elaborati, secondo contratto, sarebbe dovuta avvenire entro 90 giorni dall’affidamento dell’incarico.
Nei giorni scorsi il Comune ha confermato non c’è ancora nulla e che l’assenza di un progetto di recupero, già pagato profumatamente con soldi pubblici, non consente di procedere alla bonifica dell’area, promessa e attesa dal 1997. Quindi, altri ritardi, altri misteri, altri sprechi e altre mancate risposte da parte della Giunta comunale di sinistra. Una cosa è certa:è miseramente fallito il maldestro tentativo di coprire uno scandalo politico e amministrativo che da più di 20 anni è sotto gli occhi di tutti”.
