La seconda impegnativa tappa del furgone della Fillea/Cgil è stata ieri nella zona di Vignola. Le prime fermate dei sindacalisti del settore edile della Cgil sono state presso alcuni cantieri privati nel comune di Spilamberto.
Qui la situazione è paradigmatica di una modalità ormai prevalente di portare avanti il processo produttivo in edilizia, nei cantieri visitati la prevalenza è di lavoratori cosiddetti a “partita Iva”, non dipendenti, non artigiani, non imprenditori di se stessi. Queste figure ammesse nei cantieri edili perché una legislazione inadeguata non prevede nessun tipo di qualificazione per dichiararsi imprenditori edili, se non l’apertura di una partita Iva, sono la nuova frontiera dello sfruttamento. Molti di questi lavoratori erano, fino a qualche mese fa, probabilmente dipendenti della stessa azienda per cui ora sono “subappaltatori”. Questa modalità, che non è vietata e non regolamentata, fa si che nei cantieri edili visiano figure come queste senza diritti e senza tutele, in balia di quelliche non abbiamo timore di qualificare come neo-caporali.
L’iniziativa della Fillea-Cgil è su due fronti: da un lato la campagna di raccolta firme stop caporalato, dall’altro l’impegno a realizzare una struttura di consulenza e tutela per questi lavoratori con lo scopo di toglierli dal limbo delle partite Iva: sia coloro che, a volte ancheinconsapevolmente, si sono trovati invischiati in questi meccanismi, siaquella parte di partite Iva che, consapevolmente, hanno tentato questa strada per continuare a lavorare.
Un’altra fermata è stata presso lo stabilimento Italcementi di Savignano, che ha cessato l’attività ormai da un anno e mezzo e che vede ancora 14 lavoratori in cassa integrazione straordinaria. La Cigs terminerà a settembre e il sindacato sta affrontando con l’impresa il tema di andare ad occupare i lavoratori ancora in Cigs, sia attraverso l’offerta di posti presso altri stabilimenti del gruppo (cosa per altro non facile visto che il più vicino è in provincia di Ravenna) o in altre aziende non Italcementi.
Importante per noi sarà nelle prossime settimane, capire se il progetto industriale di campo fotovoltaico nella cava Italcementi in comune di Guiglia potrà determinare l’assorbimento di lavoratori che alla fine della Cigs non avessero trovato occupazione. Anche su questo progetto innovativo gravano incognite derivanti dalla scellerata scelta del Governo nazionale di eliminare gli incentivi sul fotovoltaico. L’impianto rischia di non vedere la luce o comunque di essere penalizzato dal cambio delle regole in corso d’opera che come primo effetto ha determinato un grave danno alla sostenibilità economica di questo progetto industriale.
Infine, una sosta al nuovissimo impianto della Calcestruzzi Vignola, un investimento coraggioso che seppure pronto e in condizioni di lavorare ed occupare 30 addetti, è fermo per incomprensibili ed inaccettabili motivazioni burocratiche fatte di ripensamenti, ricorsi al Tar, comitati più o meno interessati alla sorte dei lavoratori e dell’impresa, assodato che ogni possibile garanzia sulla sicurezza dell’impianto è stata, più volte, fornita e documentata. L’amara considerazione conclusiva in merito a questo episodio è che dove non poté la crisi, riuscì la burocrazia.